Elena Tebano per il corriere.it
sebastian kurz
Il secondo cancellierato di Sebastian Kurz, l’enfant prodige della politica europea, finisce come il primo: per uno scandalo di corruzione. Stavolta è lo stesso capo del governo austriaco, 35 anni, a dimettersi, dopo essere stato accusato dalla procura per gli affari economici e la corruzione (WKStA) di Vienna di aver finanziato con fondi pubblici sondaggi favorevoli al suo Övp, il Partito popolare austriaco, per facilitare la sua ascesa a cancelliere quando era ancora solo ministro degli Esteri nel governo della Grande coalizione con i socialdemocratici, nel 2016.
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Kurz respinge le accuse: «Sono false e riuscirò a dimostrarlo», ha detto annunciando in conferenza stampa il suo passo indietro. «Mi importa più del mio Paese che della mia persona. Faccio spazio per evitare il caos e garantire la stabilità», ha aggiunto.
In realtà fino all’ultimo ha provato a rimanere alla guida dell’esecutivo, come già nel 2019, quando lo scandalo investì il suo alleato di governo, il leader dell’estrema destra Heinz-Christian Strache, ripreso a Ibiza in un video-trappola mentre prometteva contratti statali in cambio di fondi illeciti al suo partito.
il premier austriaco sebastian kurz
«Le accuse sono false, ma proprio perché sono false mi danno la forza per difendermi e per andare avanti» aveva dichiarato Kurz dopo che le perquisizioni di mercoledì scorso negli uffici del suo portavoce Johannes Frischmann, del responsabile della comunicazione Gerald Fleischmann e del consigliere politico Stefan Steiner avevano fatto emergere le indagini. Una linea tenuta fino a ieri.
Solo quando i Verdi, che formano la maggioranza con il Partito popolare, hanno detto che le «accuse gravose e pesanti» avrebbero messo in discussione la sua «capacità di azione» come cancelliere («dovrà passare anni a difendersi») e hanno invitato la Övp a «trovare una persona irreprensibile che possa ricoprire questo ruolo», Kurz ha capito che non avrebbe superato il voto di fiducia previsto per martedì.
il premier austriaco kurz
E ha giocato d’anticipo, proponendo che a succedergli come cancelliere sia il suo ministro degli Esteri e compagno di partito Alexander Schallenberg. Ha anche accusato i Verdi di «irresponsabilità» per «aver deciso di prendere una posizione chiara contro di me», e annunciato che rimarrà alla guida dell’Övp, diventandone capogruppo in parlamento.
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Intanto sono già in corso i colloqui tra le forze politiche e nell’Övp per un nuovo esecutivo. Secondo informazioni raccolte dell’agenzia di stampa austriaca Apa, i Verdi stanno prendendo in considerazione anche un’alleanza con l’estrema destra Fpö.