Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
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Corre come un cavallo, salta come un cavallo, trotta come un cavallo: ma Wallace, purtroppo, è un mulo. E come mulo lo trattano: vietandogli di partecipare alle gare in cui eccelle, il dressage, la più aristocratica delle discipline equestri. Riservata naturalmente a puledri di illustri natali e nobile aspetto , non certo a un tarchiatello mezzosangue come lui.
La sua istruttrice, però, non ci sta. Christie Mclean, che ha scoperto il talento di Wallace per il dressage, accusa la federazione di «razzismo equino» e chiede di cambiare le regole. Finora il suo mulo si è distinto in competizioni amatoriali, ma gli è stato vietato di gareggiare a più alto livello: solo cavalli e pony sono ammessi.
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«Wallace è molto dolce e rilassato - racconta Christie - non si mette mai a ragliare quando andiamo in giro. Potrebbe passare per un bel pony: l' unica cosa che lo tradisce sono le orecchie fuori misura». E l' istruttrice insiste che montarlo è «esattamente come andare su un cavallo».
Il povero Wallace non ha mai avuto vita facile. Abbandonato da giovane, era stato trovato a vagare attorno a un villaggio in Irlanda, dove gli abitanti gli portavano il fieno vicino a una stazione di autobus per evitare che se ne andasse in giro a mangiare i fiori nei giardini.
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Adottato da un' associazione di beneficenza, è stato portato in Inghilterra e preso in consegna da Lesley Radcliffe, un' amica di Christie. Che ha pensato di provare ad addestrarlo. «Ho immaginato che sarebbe stato divertente, qualcosa di diverso - ha raccontato lei, che ha lavorato con Wallace per un anno -. Abbiamo fatto un paio di prove di dressage e ottenuto punteggi molto alti».
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Incoraggiata dai risultati, Christie ha tentato a iscrivere il suo mulo al Dressage Club britannico per farlo gareggiare nelle competizioni ufficiali. Ma ha ricevuto un secco no: «Lo hanno semplicemente respinto, senza fornire una ragione valida. Non mi aspettavo di essere messa alla porta così velocemente».
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A Christie è stato detto che gli altri cavalli potrebbero innervosirsi alla presenza di un mulo, ma lei garantisce di «non aver mai avuto un problema. I cavalli al massimo gli danno un' occhiata di sbieco, ma è tutto ok». E aggiunge che Wallace «è così intelligente, è incredibile. Ha un cervello più acuto del mio stesso cavallo da competizione. E' davvero un peccato: potrebbe rivelarsi una piccola stella stupefacente».
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Ma la federazione britannica del dressage, pur esprimendo simpatia per Wallace, si è dimostrata più cocciuta di un mulo: «Il nostro regolamento fa riferimento in maniera specifica a cavalli e pony come criterio per le competizioni - hanno sostenuto -.
E seguiamo la Federazione Equestre Internazionale, il cui regolamento non ammette i muli».
I giornali inglesi hanno preso a cuore la vicenda: e citano il contributo dei muli nella seconda guerra mondiale, quando vennero impiegati a migliaia per trasportare munizioni, cibo e medicine. Per non parlare di Elisabetta I, che andò all' incoronazione in una carrozza trainata da muli.
Ma l' apologo di Wallace, degno di Esopo, vale anche come riflessione in tempi di richiami alla purezza etnica: più che da dove provieni, conta dove sei capace di arrivare.
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