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    "VAI MASSARO" – SACCHI? LA PRIMA VOLTA MI DISSE CHE CON LUI NON AVREI MAI GIOCATO - LA RISSA CON RENATO AI TEMPI DELLA ROMA? ECCO COME ANDARONO LE COSE" – L’EX ROSSONERO SCATENATO A RADIO2: "IL RIGORE IN FINALE CONTRO IL BRASILE NON AVREI DOVUTO TIRARLO" - SUI COMPAGNI PIU' FORTI: "VAN BASTEN E BARESI, MA SAVICEVIC... – LA DOPPIETTA AL BARCA IN FINALE DI COPPA CAMPIONI E L’URLO DI PEO PERICOLI/TEO TEOCOLI - VIDEO


     
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    Da I Lunatici Radio2  https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/

     

    Daniele Massaro è intervenuto ai microfoni di  Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei.

     

    L'ex attaccante di Milan, Fiorentina, Roma e Nazionale ha ricordato: "Da bambino? Giocavo sempre a calcio in oratorio. I miei mi lasciavano giocare a patto che studiassi e facessi i compiti. L'incontro che ha cambiato la mia vita è stato quello con Adriano Galliani, che mi vide e mi portò al Monza. E che quando Berlusconi comprò il Milan, dopo aver iniziato a lavorare per il club rossonero, gli consigliò di portarmi a Milano, raccontando al presidente che praticamente mi aveva visto nascere. Berlusconi? Come presidente di calcio, generosissimo e preparatissimo. Un grande motivatore. Sapeva sempre cosa dirti per farti rendere al meglio. Trattava tutti benissimo, dal capitano al massaggiatore".

     

    Il primo incontro con Sacchi: "Quando arrivai al Milan Sacchi mi vide e mi disse che con lui non avrei mai giocato. Perché non avevo le caratteristiche che aveva in mente per praticare il suo tipo di calcio. Risposti 'perfetto mister, mi insegni a giocare a pallone'. Per Sacchi ho cambiato ruolo, io nascevo da centrocampista, ho giocato anche da centravanti, ma tornare in Nazionale per i mondiali del 1994 dodici anni dopo aver vinto la Coppa del Mondo con l'Italia nel 1982 fu una soddisfazione indescrivibile".

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    Sul rigore sbagliato nella finale dei mondiali contro il Brasile: "In realtà io non avrei dovuto tirarlo, non ero nella lista e dei rigoristi e in carriera non avevo mai calciato un rigore. Ma mi sono assunto comunque quella responsabilità e purtroppo è andata male. Nel periodo di lockdown hanno ritrasmesso quella partita in televisione, non nego di averla guardata sperando inconsciamente in un esito diverso. Mi dicevo 'Dai Daniele, questa volta sai dove si butta il portiere del Brasile, stavolta la metti dentro. E invece no'. In quella finale fummo penalizzati anche dal gran caldo. Quando andai sul dischetto pensai che l'importante era prendere la porta contando di spiazzare il portiere. Purtroppo è andata male".

     

    Sui calciatori più forti con cui ha giocato: "Tra gli avversari, Maradona. Tra i miei compagni, Van Basten e Baresi. Nel periodo del Milan era una fortuna allenarsi tutta la settimana contro i difensori più forti d'Italia e del mondo. Non vedevo l'ora di arrivare alla partita, così sapevo che almeno a marcarvi non ci sarebbe stato Franco Baresi, il numero uno in assoluto. Savicevic? Quando era in giornata era ai livelli di Maradona. Per fermarlo gli dovevi sparare. Purtroppo era discontinuo, ma aveva delle qualità pazzesche".

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    Sulla doppietta segnata in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona: "Non capita a tutti di segnare due gol in una partita del genere, contro una delle squadre più forti del mondo, con indosso la maglia del club per cui tifavi fin da bambino e con cui hai sempre sognato di giocare. Li ricordo bene quei gol e quella notte. La prima rete fu su un tiro sbagliato di Savicevic. Diceva 'hai visto che assist che ti ho fatto' e io rispondevo 'ma quale assist, hai tirato, ti ha detto bene che ero sulla traiettoria'. Alla fine lo ha ammesso anche lui".

     

    Sulla parentesi alla Roma, anno in cui gli fu attribuita una rissa con Renato Portaluppi: "Ricordo che giocavamo a Bergamo. Stavamo vincendo uno a zero e mancavano pochi secondi alla fine della partita. Renato prende palla a centrocampo, io e un altro compagno accompagniamo l'azione, eravamo tre contro uno, bastava che l'avesse passata e saremmo andati in porta. Invece si è fatto togliere la palla, l'Atalanta l'ha messa in mezzo e ci hanno pareggiato all'ultimo secondo. Durante il ritorno negli spogliatoi sono volate parole grosse, anche io mi sono fatto sentire. Poi negli spogliatoi effettivamente qualcuno è arrivato alle mani, ma non sono stato io. Evidentemente, sapendo che a fine stagione sarei tornato al Milan, è convenuto dare la colpa a me".

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