Estratto dell’articolo di Francesca Del Vecchio per “la Stampa”
VANDA BONARDO
«Se il ministro Salvini fosse stato mio allievo, per quell'affermazione sui "cicli" dei ghiacciai si sarebbe beccato un bel 3». Vanda Bonardo, presidente Cipra (Commissione internazionale protezione Alpi), coordinatrice della "Carovana dei Ghiacciai" (campagna di Legambiente e del CGI – Comitato Glaciologico Italiano) ed ex professoressa, esprime «sconcerto» per «l'ignoranza scientifica espressa dal ministro».
Il riferimento è alla frase di Matteo Salvini: «Se studi un po' di storia, vedi che sono cicli. Non è che Capezzone sgasa in auto e il ghiacciaio dell'Adamello arretra». Secondo Bonardo, le affermazioni del ministro sono un espediente per non dover riconoscere il problema «e quindi non affrontarlo, perché si tratta di qualcosa di molto serio e complesso la cui soluzione non è affatto facile».
GHIACCIAIO ADAMELLO
Il nuovo allarme sulla situazione dei ghiacciai, già tornato d'attualità con il disastro della Marmolada dell'estate scorsa, arriva da uno studio che – in particolare – stima una completa sparizione di quello dell'Adamello (Bs) entro la fine del secolo. E non è l'unico a rischio, in Italia. Qualcuno ha una "data di scadenza" ancora più ravvicinata. «Attualmente – spiega Bonardo – ce ne sono circa 900 nel nostro Paese. La maggior parte concentrata nelle Alpi settentrionali. Quelli delle Alpi meridionali sono quasi del tutto spariti o ridotti a fazzoletti di ghiaccio».
MATTEO SALVINI
Il rapporto stilato dal CGI fotografa una situazione drammatica: entro il 2050, cioè in poco più di 25 anni, i ghiacciai sotto i 3.500 metri di altitudine spariranno del tutto. «La Marmolada, che rientra tra questi, potrebbe scomparire entro 15 anni o anche meno», spiega ancora Bonardo. Quanto a quelli sopra i 3. 500 metri – come il Monte Bianco o l'Adamello per esempio – il destino da qui al 2100 dipenderà dal comportamento dell'uomo: «Ci sono possibilità che se ne salvi il 30%, ma questo vorrebbe dire trovare soluzioni rapidamente. Ma siccome siamo molto lontani da ciò, il rischio è che entro la fine del secolo spariscano quasi del tutto. Questo vuol dire la catastrofe. Ecco perché le recenti previsioni sull'Adamello sono credibili». […]
«Dal Novecento – periodo dell'ultima piccola glaciazione – a oggi, abbiamo perso circa 200 ghiacciai. E questo perché il modello industriale novecentesco provoca una immissione enorme di Co2 nell'aria», spiega ancora la presidente del Cipra. «Se l'uomo non ci fosse, certe oscillazioni naturali sarebbero più lente».[…]
Più roccia esposta vuol dire meno effetto Albedo: quando c'è neve o ghiaccio, la luce del sole viene riflessa. La roccia esposta, invece, assorbe il calore e riscalda anche il ghiacciaio provocando una fusione più rapida. […]