Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”
il generale roberto vannacci
«Macché filorusso, io sono stato cacciato da Putin e da Lavrov». Roberto Vannacci si è sempre difeso così quando, dall'estate scorsa, ha cominciato a esser messo sotto la lente il suo periodo a Mosca come addetto militare dell'ambasciata italiana in Russia. Ma perché fare questa excusatio, che poteva suonare fuorviante?
Perché è vero che il generale italiano al centro delle polemiche fu espulso dalla Russia nel maggio 2022 con una decisione del ministero degli Esteri di Mosca, ma non fu assolutamente una decisione personale contro di lui: semmai un consueto «tit for tat», una ritorsione diplomatica contro l'espulsione – decisa durante il governo Draghi – dell'omologo di Vannacci nell'ambasciata russa a Roma, coinvolto nel caso Walter Biot: l'addetto militare russo nella Capitale, Aleksey Nemudrov. Mosca scrisse: «Misure ostili e infondate dell'Italia».
[…] non era vero ciò che lasciava credere, che Putin e Lavrov ce l'avessero con lui. L'inchiesta formale aperta su di lui - notificatagli il 4 dicembre, perché avrebbe omesso di comunicare gestazione e contenuti del suo libro all'ambasciata e ai comandi militari - si era via via nutrita di alcuni elementi russi.
roberto vannacci foto di bacco (3)
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Fonti di alto livello politico e militare, a conoscenza del dossier Vannacci, sono assai preoccupate per esempio da alcuni «consessi e think tank russi che il generale frequentava» a Mosca. Alcuni di questi mondi e think tank ci sono stati definiti «borderline» da una fonte assai importante, che conosce l'inchiesta, e ha parlato a condizione dell'anonimato.
Si sa che, arrivato a Mosca, Vannacci riesce a stabilire con sorprendente rapidità ottimi contatti con i militari russi. L'esercito russo a settembre tiene una massiccia esercitazione, che preoccupa le intelligence anglosassoni, eppure i resoconti di Vannacci rassicurano, smorzano. Le nostre antenne militari a Mosca non vedono arrivare l'invasione su larga scala di Putin in Ucraina.
roberto vannacci si lancia con il paracadute
Vannacci a Mosca è ben integrato all'allora ambasciatore, Pasquale Terracciano, spesso anche lui criticato per posizioni eccessivamente filorusse, per esempio sul vaccino Sputnik che Terracciano arriva a lodare, e per una certa forse eccessiva «apertura» dell'ambasciata a soggetti russi. Il generale ha anche buoni rapporti con l'ex ambasciatore Cesare Ragaglini, che dopo la fine del suo mandato è stato vicepresidente della banca di Stato russa Vtb, legata al comparto militare, in un caso assai criticato di porte girevoli italo-russe.
IL GENERALE ROBERTO VANNACCI
Il figlio di Ragaglini è stato sposato con la figlia, poi prematuramente scomparsa, di Lanfranco Cirillo. L'architetto italiano di Putin. Un mondo di italiani a Mosca sempre molto apprezzato dal Cremlino. Tutti hanno finora scritto che Vannacci va a Mosca come addetto militare nel febbraio 2021.
In realtà risulta che arrivi a Mosca nel dicembre del 2020, nell'ultima, perigliosa stagione del governo Conte, già con il grado di addetto. Nel 2019 aveva ricevuto l'onorificenza di Cavaliere al merito, sempre dal governo Conte-Salvini. È molto legato, militarmente, al collega incursionista Fabio Filomeni, anche lui scrittore, di un libro dal titolo «Morire per la Nato?».
GENERALE VANNACCI
È noto che manifesti, nel suo contestatissimo libro «Il mondo al contrario», ammirazione per la Russia. Ieri il ministro Guido Crosetto, rispondendo al question time alla Camera, ha detto solo che «la riservatezza è indispensabile per assicurare la serenità di valutazione a garanzia della persona oggetto dell'inchiesta», Vannacci «è stato avvicendato, non rimosso, da comandante dell'Istituto geografico militare» […]
roberto vannacci foto di Massimo Sestini PER CHI il mondo al contrario roberto vannacci