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    RACKETE IN FRONTE A "VIAGRAS" LLOSA – MARIO GIORDANO: "SU ‘REPUBBLICA’ LO SCRITTORE CANDIDA CAROLA AL NOBEL SOSTENENDO CHE “HA SOLAMENTE VIOLATO LEGGI DISUMANE” E IN ITALIA NON C'È STATO DI DIRITTO. IL MODELLO, DICE, È IL CANADA. MA SI SCORDA CHE LÌ LA POLIZIA DI FRONTIERA NON SCHERZA. MA QUANDO VARGAS LLOSA SCRISSE ‘LA FESTA DEL CAPRONE’, STAVA FORSE PENSANDO A UN RACCONTO AUTOBIOGRAFICO?"


     
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    Mario Giordano per “la Verità”

     

    CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

    In attesa di proclamarla santa, intanto la candidano al Nobel. Per la beata vergine Carola di Germania, patrona della Sea Watch e martire di tutti i clandestini, arrivano due notizie in un giorno: purtroppo non potrà ancora salire agli altari, dal momento che la santa messa in suo onore organizzata da un solerte prete del pavese è stata incredibilmente sospesa. Però, nel frattempo, può innalzarsi verso il più laico premio per la Pace assegnato ogni anno a Stoccolma.

     

    Il quale premio, del resto, essendo già stato vinto dal presidente bombardatore Barack Obama e dal leader terrorista Yasser Arafat, potrebbe anche finire, senza che nessuno abbia nulla da obiettare, nelle mani del Mostro di Loch Ness o del Torturatore Nero. Figurarsi se non può finire nelle mani di una ragazza che per candidarsi a cotanto riconoscimento, in nome della Pace, non ha esitato a speronare la motovedetta della Guardia di finanza, dopo aver deliberatamente infranto le nostre leggi. Purtroppo non le è riuscito di affondarla quella nave. Altrimenti, altro che candidatura: la vittoria era assicurata.

    CAROLA RACKETE - FOTO REPUBBLICA CAROLA RACKETE - FOTO REPUBBLICA

     

    A farsi carico di proporre Carola per il Nobel, è un altro Premio Nobel, lo scrittore Mario Vargas Llosa, il quale ha scritto appositamente una bella articolessa su Repubblica, dopo «aver fatto colazione in un ristorante del centro» (lo so che questo è ininfluente, ma lui ci tiene a farlo sapere e io ve lo devo riportare).

    vargas llosa vargas llosa

     

    Vargas Llosa di Nobel se ne intende, del resto: lui lo vinse nel 2010, per la Letteratura, dopo aver dato dimostrazione di avere una capacità di inventare storie davvero straordinaria.

     

    E anche in questo articolo, per la verità, non si smentisce: l' Italia che esce dalla sua penna di peruviano residente in Spagna e momentaneamente a Vancouver (per la colazione) è davvero una straordinaria opera di fantasia. A cui non manca proprio nulla. A parte, s' intende, un qualsiasi contatto con la realtà.

    CAROLA RACKETE NELLA COPERTINA DELLO SPIEGEL CAROLA RACKETE NELLA COPERTINA DELLO SPIEGEL

     

    Ma si sa: non si rovina una bella storia con la realtà. Soprattutto se di mestiere si è romanzieri. E quindi il racconto di Vargs Llosa si dipana attraverso racconti fantastici di «leggi irrazionali e disumane» (quelle dell' Italia ovviamente), cui Carola non poteva non disobbedire, altrimenti quei «poveri migranti» sarebbero morti, dal momento che già «si trovavano in condizioni fisiche molto precarie», anzi addirittura «in imminente pericolo di vita», anzi di più stavano per «morire di malattia o di fame». Non c' è nulla di vero, nemmeno per sbaglio. Ma che importa? Il romanzo primo di tutto.

     

    vargas llosa vargas llosa

    Il premio Nobel, ormai ottantatreenne, ce la mette tutta per dimostrare che sa ancora correre sulle ali dell' immaginazione. Anche se a essere sinceri, ogni tanto perde un po' i colpi. La fantasia, infatti, lo tradisce quando dalla penna gli escono formule che definire originali sarebbe troppo. I migranti? «Fuggono dalla fame». Il problema? «È dell' Europa». La Lega? Neofascista. Il decreto sicurezza? Stupido e crudele. Matteo Salvini? Ricorda Torquemada. E anche Adolf Hitler. E anche Benito Mussolini. Sai la novità.

    mario giordano carola rackete fuori dal coro mario giordano carola rackete fuori dal coro

    L' unico punto in cui la fantasia si riscatta è quando tocca lo Stato di diritto.

     

    Lì Vargas Llosa si supera. «In Italia non esiste», sostiene. Proprio così: secondo il peruviano trapiantato in Spagna e momentaneamente a Vancouver (per la colazione), la legalità a Lampedusa non va rispettata perché in Italia c' è solo «una caricatura» dello Stato di diritto, per di più «faziosa e razzista», ad opera degli italiani che sono ovviamente «selvaggi». Non è, questo sì, da Nobel? La quantità di bestialità originali assommate in poche righe è talmente alta da suscitare una inevitabile domanda: ma quando Vargas Llosa scrisse La festa del caprone, stava forse pensando a un racconto autobiografico?

     

    vargas llosa vargas llosa

    D' altra parte lo scrittore di legalità bene se ne intende, come sanno anche all' agenzia delle entrate spagnola, dove qualche mese fa gli hanno contestato un' evasione fiscale di oltre 2 milioni di euro (2,1 milioni, per l' esattezza). Chissà, forse anche quella di pagare le tasse è una norma «stupida e crudele» e può essere disobbedita, esattamente come ha disobbedito Carola alle leggi che le impedivano di attraccare in Italia.

     

    E allora ci viene un altro dubbio: quando arriverà a casa sua l' equivalente iberico della Guardia di finanza, caro signor Mario, provvederà anche lei a speronarla? La schiaccerà contro il muro? Cercherà di sottrarsi ai suoi ordini? Nel caso, ci faccia sapere. Così ci adegueremo alla nuova moda. Candidandoci, automaticamente, pure noi al Nobel.

    Purtroppo, a parte questo, il romanzo per la candidatura di Carola all' olimpo della pace, non fornisce altri grandi spunti di originalità. Le solite frasi fatte.

    CAROLA RACKETE BY OSHO CAROLA RACKETE BY OSHO

     

    La solita «Europa che ha bisogno di immigrati». Le solite «paure da sradicare» (perché non è vero che i clandestini delinquono, macché. È un' impressione). La solita visione amorevole dell' Islam che vuole integrarsi e tratta bene anche le donne. Il solito terrorismo che ovviamente non ha nulla a che fare con Allah. Una spruzzata di insano senso di colpa europeo, sempre per via del colonialismo, da cui discende ogni male.

     

    CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

    L'unica cosa non scontata, alla fine dell' articolo, rischia di essere proprio la colazione nel ristorante del centro di Vancouver. Colazione che Vargas Llosa ci fa sapere di aver consumato con quattro canadesi di origini diverse (giapponese, messicana, rumena), praticamente un inno all'integrazione che si conclude con l' appello accorato: «Questo è l' esempio da seguire in Europa, quello del Canada». Idea intelligente, caro scrittore, siamo finalmente d' accordo con lei: seguiamo l' esempio del Canada. E dunque se uno straniero arriva in porto su una barca, violando tutte le leggi e speronando i militari, facciamo proprio come farebbero in Canada: spediamolo in galera. Mica sulla prima pagina di un giornale per candidarlo al Nobel.  Non le pare?

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