VATICANO, CLAMOROSO SCANDALO MILIONARIO: INDAGINE SU UN MONSIGNORE E IL CAPO DELL'AIF
Emiliano Fittipaldi per http://espresso.repubblica.it/
Un clamoroso scandalo finanziario rischia di travolgere, di nuovo, il Vaticano. Nel mirino sono finite operazioni finanziarie milionarie apparentemente irregolari effettuate da alcuni uffici della Segreteria di Stato. Ora tremano non solo laici e contabili, ma anche monsignori e – qualcuno dice – potenti cardinali.
Papa Francesco è stato avvertito all'inizio dell'estate dai vertici dello Ior e dal Revisore generale (da pochi diventato a tutti gli effetti una sorta di autorità anti-corruzione della città santa) di possibili, giganteschi crimini finanziari avvenuti negli ultimi anni. Bergoglio ha così ordinato un'indagine puntuale e severissima, e che non faccia sconti a nessuno.
Così ieri, su ordine del del promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi, gli uomini della Gendarmeria hanno effettuato sequestri di documenti riservati, di pc e computer non solo negli uffici della Prima Sezione della Segreteria guidata dal cardinale Pietro Parolin, ma pure nelle stanze dell'Aif, l'autorità di informazione finanziaria. Cioè l'organismo indipendente che dovrebbe lavorare alle attività antiriciclaggio.
Ieri la notizia delle perquisizioni è stata data in poche righe al Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, senza ulteriori dettagli (curioso il fatto, notano gli addetti ai lavori, che il decreto non fosse firmato anche dall'altro procuratore di Giustizia da poco promosso dal pontefice, Roberto Zannotti).
Ma stamattina il Corpo della Gendarmeria guidato da Domenico Giani ha spedito una disposizione di servizio, che l'Espresso pubblica in esclusiva, a tutto il personale interno dello Stato leonino e alle Guardie Svizzere che controllano la sicurezza e gli accessi. Se le norme vaticane prevedono che la perquisizione preveda l'iscrizione nel registro degli indagati, il documento della Gendarmeria che segnala che cinque persone da stamattina sono state «sospese cautelativamente dal servizio».
Rosario Dimito per “il Messaggero”
angelo becciu
Spira nuova aria di tempesta in Vaticano per presunte irregolarità finanziarie: nel mirino la Segreteria di Stato, il dicastero di più stretto riferimento nel servizio e collaborazione con il Papa. L'inchiesta, della quale Francesco è stato messo al corrente, si riferisce al periodo (2011-2018) in cui era Sostituto per gli Affari generali Angelo Becciu, attuale Prefetto della Congregazione per le santificazioni. Sempre per restare in ambito vaticano, venerdì 27 settembre si sarebbero dimessi dall'Idi Ruggero Parrotto, ex dg del Bambin Gesù, e Alessandro Zurzolo, direttore amministrativo.
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Tornando alla vicenda Becciu, negli uffici della Segreteria di Stato, Prima sezione, dedicata agli Affari generali, ieri hanno fatto irruzione ieri gli ufficiali della polizia giudiziaria vaticana per una ricognizione che ha portato al sequestro di documenti e computer. Pare comunque che il sequestro si riferisca solo ad alcuni protocolli. Ma perquisizioni sono avvenute anche nell'Aif, l'Autorità di informazione finanziaria alla quale da qualche anno - a seguito della riforma delle finanze vaticane ai fini della trasparenza - è affidata l'attività di intelligence anti-riciclaggio.
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LE PERQUISIZIONI
Uno stretto riserbo circonda le operazioni e i contenuti delle indagini coordinate dalla magistratura di Oltretevere. Le fonti ufficiali della Santa Sede si trincerano dietro il comunicato. Nel quale si legge: «Questa mattina (ieri, ndr) sono state eseguite, presso alcuni Uffici della Prima Sezione della Segreteria di Stato e dell'Aif, attività di acquisizione di documenti e apparati elettronici».
angelo becciu papa francesco
L'operazione, «autorizzata con decreto del Promotore di Giustizia del Tribunale, Gian Piero Milano, e dell'aggiunto Alessandro Diddi, e di cui erano debitamente informati i superiori, si ricollega alle denunce presentate agli inizi della scorsa estate dallo Ior e dall'Ufficio del Revisore Generale, riguardanti operazioni finanziarie compiute nel tempo».
E' stato quindi lo Ior e il Revisore generale, che è l'ufficio cui è delegato l'audit interno su tutti i bilanci della Santa Sede e dei dicasteri vaticani, a indossare l'abito dell'accusatore. Con i nuovi statuti, il Pontefice ha trasformato l'Ufficio del Revisore generale in Autorità anti-corruzione.
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Non è chiaro quali siano le «operazioni finanziarie compiute nel tempo» finite nel mirino: potrebbero essere transazioni immobiliari. Il riserbo che avvolge il caso si spiega la delicatezza della situazione: in base alle norme di procedura penale, le attività di sequestro di materiali equivalgono alla notifica di un avviso di garanzia e all'iscrizione nel registro degli indagati. Dal punto di vista temporale, comunque, le operazioni sotto indagine, essendo passate sotto la lente del Revisore generale, dovrebbero riferirsi ai passati bilanci annuali, non all'ultimo esercizio.
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