Tommaso Moretto per bologna.corriere.it
uomo gatto gabriele sbattella
L’«Uomo Gatto» ha scritto un libro, è uscito il 21 aprile (Te lo ricordi… L’uomo gatto? Edito da Santelli, nrd). Gabriele Sbattella, 51 anni, diventato un personaggio televisivo a Sarabanda vent’anni fa, ha raccontato il periodo che ha preceduto il suo debutto in tv.
«Da quando ho smesso di fare la stagione come animatore ai Lidi Ravennati — spiega —, fino al 12 novembre 2002, è andata in onda la mia prima puntata al programma condotto da Enrico Papi su Italia1». È stato tra i personaggi entrati nella storia della fortunata trasmissione condotta da Enrico Papi per diversi anni su Italia 1, e della televisione in generale.
Il geniale concorrente ha conquistato il cuore dei telespettatori non solo per la sua straordinaria capacità di individuare le canzoni dopo pochissimi istanti, sebbene nei vari tornei dei campioni non sia mai riuscito a imporsi, ma anche per il suo particolarissimo modo di fare. La sua imbattibilità durò da quel 12 novembre 2002 al 19 febbraio 2003, quando venne sconfitto da un altro volto iconico del programma, Tiramisù.
uomo gatto gabriele sbattella
Perché proprio quei due mesi?
«Avevo avuto proposte lavorative come interprete e traduttore, perché sono laureato in traduzione, da e verso l’inglese, da e verso il tedesco (non sono uno scemo come qualcuno ama definirmi in maniera irrispettosa). Poi ecco, visite mediche perché avevo dei problemi fisici e poi l’attesa per la chiamata a questo quiz televisivo che guardavo».
Proponevano giochi difficili a Sarabanda?
«Quello in cui bisognava indovinare più titoli possibile di canzoni sentendo poche note in 60 secondi era tremendo».
Come mai ci teneva tanto a partecipare?
«Per passare una giornata diversa, vedere com’era il mondo della televisione. Volevo arrivare in finale con il campione in carica. Poi sono diventato campione e ci sono rimasto 79 puntate. Alla fine diventa una sfida con te stesso».
UOMO GATTO DI SARABANDA
Con Papi ha un rapporto d’amicizia?
«Non ho il suo numero, quando ci vediamo ci salutiamo. So che adesso sta facendo un programma su Canale5 che è molto divertente, lo sto guardando. Mi piace, il pubblico è protagonista».
E dopo Sarabanda cos’ha fatto?
«Sarei dovuto andare a fare l’animatore turistico in Egitto ma mi invitavano nei locali per le serate. Con due ore si guadagnava quello che nei villaggi si prendeva in un mese quindi ho abbandonato quel mondo».
Ha ancora l’Emilia-Romagna nel cuore?
«Sì perché ho vissuto a Cento e ho studiato alla scuola interpreti di Misano Adriatico (Rimini)».
UOMO GATTO
Ora cosa fa nella vita?
«Il giornalista e non scrivo solo di sport, anche di musica, ho seguito tre Festival di Sanremo. Lavoro per un’agenzia».
È ancora tifoso del Milan?
«Sì. Ho due squadre, Milan e Bayern Monaco, le ho elette a mie squadre del cuore nell’autunno del 1979. Rai Tre stava facendo trasmissioni sperimentali e trasmetteva le partite dei Mondiali di calcio del 1970 e del 1974. E sappiamo della semifinale tra Italia e Germania del 1970, sono diventato milanista per il gol di Rivera. Il Bayern perché erano del Bayern i giocatori che componevano l’ossatura della Germania che ha vinto i Mondiali nel 1974».
Mancano quattro giornate alla fine del campionato, pensa che il Milan ce la farà a vincere lo scudetto?
UOMO GATTO
«Lo spero, sarei contento. Però vorrei tirare le orecchie alla classe arbitrale. Sta facendo troppi errori, non so se siano voluti o in buona fede. Il Milan nella storia ha subito diversi torti, dal 1973 quando Concetto Lo Bello ha annullato ingiustamente quel gol valido a Chiarugi a Roma contro la Lazio, e alla fine il Milan perse il campionato».
UOMO GATTO UOMO GATTO ENRICO PAPI GABRIELE SBATTELLA UOMO GATTO