Estratto dell'articolo di EMANUELA AUDISIO per la Repubblica
alex zanardi
Ha cambiato l'immagine dell'uomo senza gambe. Quando il futuro sembrava fratturato lui l'ha rimesso in piedi. Ha costretto lo sport a non scartare i corpi amputati, dimezzati, zoppi. Non perché fanno pena, ma perché anche così valgono. E ha detto una frase che dovrebbe stare nelle scuole: «È disabile chi ha poca stima di sé»
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alex zanardi
L'ha sempre dichiarato: «Io sono drogato di sport, di sfide. Anche se c'è da aprire un barattolo che non si apre: per me diventa subito un braccio di ferro con il coperchio». Ha dimostrato che si possono perdere «solo» le gambe, ma resta la testa, il fegato, il cuore. Che lo sport ti rompe il corpo, ti sbatte fuori, ma tu puoi provare a riparare il tuo destino, a tornare intero con la voglia e la fantasia.
vincenzo sospiri alex zanardi
Anche se hai avuto una vita immensa e dolorosa: Alex ha perso la sorella, morta a 15 anni per un incidente stradale, il padre poco prima di vincere due mondiali di formula Cart (Championship auto racing teams) nel '97 e '98, le gambe a poche gare dalla fine di quella che aveva già deciso essere la sua ultima stagione. Senza parlare dei sette arresti cardiaci, delle 15 operazioni in anestesia totale, durata media di tre ore. Un tipo capace di scherzare sulla fama raggiunta: «Dopo l'incidente sono diventato un personaggio strano, un misto tra Padre Pio e Raffaella Carrà». E anche di cambiare idea: «Quando per la prima volta ho visto quel film, Nato il 4 luglio, con Tom Cruise ridotto su una carrozzella dalla guerra, ho pensato: se succede a me, mi ammazzo» (...)
zanardi pancalli
VECCHIONI
Estratto dell’intervista di Gino Castaldo per la Repubblica
vecchioni
Non ci crede, non può crederci, lui che ad Alex Zanardi ha dedicato una delle sue più belle canzoni, Ti insegnerò a volare, appena due anni fa, un brano per cui aveva scomodato addirittura il suo grande amico, il professor Francesco Guccini, che di collaborazioni di solito non ne fa e menché meno in questi ultimi anni: «Quella canzone è stata una piccola rivoluzione» racconta Roberto Vecchioni, sconvolto dalla notizia dell'incidente del campione emiliano, «ha colpito un sacco di gente, anche molti giovani, è pazzesco pensando a quello che è successo, mi fa pensare al destino, sembra quasi il personaggio di Samarcanda, lui che sfidava la morte tutti i giorni va a sbattere contro un veicolo qualsiasi».
ZANARDI
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"L'ho visto come un vero Ulisse, un Odisseo che non si fermava mai, sempre col bisogno di un traguardo da spostare più in là. uno di quegli eroi che rimangono sottopelle, non come i divi alla Celentano o Maradona, lui lo conoscono tutti, non è mai eclatante, ma è amato da tutti. Un eroe silenzioso, di quelli che non fanno rumore. È intelligente e colto anche se nella percezione esterna prevale il lato fisico. È uno di quegli uomini che mi porterei su Marte, per presentare al meglio agli alieni il genere umano».
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