Estratto dell'articolo di Michela Proietti per il “Corriere della Sera” – articolo del 20 agosto 2022, ripubblicato in occasione del 79esimo compleanno di Lina Sotis
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«A volte sono stata cattiva e me ne sono pentita». Penna raffinata, colta, implacabile: un sì o un no di Lina Sotis sul Corriere della Sera sono stati spesso una promozione sul campo o una sentenza di morte (almeno civile).
«Un signore ansioso di essere conosciuto in città si fece scrivere dieci righe da me: alla fine chiusi con la frase “ma in fondo, chi è questo qui?”». Per essere un «milanese» bisognava dimostrare di saper fare, più che di avere.
Come Gae Aulenti, «che anche quando non era nessuno era una protagonista, perché aveva curiosità». O proprio come lei, Lina Sotis, giornalista e scrittrice, nata nel 1944 a Roma e diventata la regina di Milano, «armata solo di grande pazienza, qualità senza la quale non avrei potuto cambiare tante vite: prima orfana di mamma, poi snob della Roma bene, moglie dell’industriale e infine prima cronista donna del Corriere».
[...] Che tipo di famiglia era la sua?
«Borghesi illuminati. Mio nonno Emilio Storoni aveva fondato con Malagodi il Partito Liberale. Mio padre si risposò con Maria Bassino, avvocato penalista lesbica. Avevo 13 anni e lei mi insegnò cosa era il Pci e il mondo gay».
LINA SOTIS
Il collegio era la seconda casa.
«Al Mary Mount scoprirono che la borghese Sotis aveva più portamento di Cunegonda Patrizi. Poi a Cortina, dalle Orsoline, conobbi il mio futuro marito, Gian Marco Moratti».
Anche lui in collegio?
«No, era in vacanza e aveva otto anni più di me. La cosa più folle per lui e i suoi amici era conoscere le ragazze delle Orsoline: venivano una volta a settimana in collegio dove si facevano dei balletti, sorvegliati dalle suore».
LINA SOTIS - GIAN MARCO MORATTI - ANGELO MORATTI - MASSIMO MORATTI
Un colpo di fulmine?
«Sì, mi diceva che avevo delle belle mani. Quando tornai a Roma mi telefonava da Milano, anche due volte al giorno. Arrivavano queste interurbane annunciate dalla cameriera. Ci siamo conosciuti nel 1960, sposati nel 1962».
Un ottimo partito.
«All’epoca non c’era questa fascinazione per Milano e sposare un industriale del Nord non era un punto di vantaggio. Non avevamo capito il miracolo a Milano, noi vivevamo quello romano, fatto di principi. Milano era vista come un posto orrendo».
massimo letizia e gian marco moratti
Si è sposata incinta di Angelo.
«Un disonore. Andammo dallo zio, il mio tutore, a chiedere il permesso per sposarci: “Ci pensi bene, avete avuto una educazione diversa”, disse lo zio. Intervenni: “Sono incinta”. Ci sposammo in San Pietro e Paolo».
[…] E si è messa a lavorare.
«Andai a Vogue, dove volevo firmare con il mio cognome, perché è solo con il proprio che si fa fortuna. Poi chiesi a Giulia Maria Crespi: “Aiutami a trovare un impiego per diventare giornalista professionista”».
FERRUCCIO DE BORTOLI
Il «Corriere della Sera».
«Angelo Rizzoli comperò il Corriere, gli dissi: “Angelo vorrei scrivere in un quotidiano”. E lui: “Certo, però te lo devi meritare. Che ne dici di lavorare alle 6 al Corriere d’Informazione, il giornale del mattino?”. Risposi: “Dico che non potremo andare a ballare la sera. Accetto”».
[…] Ferruccio de Bortoli.
«Aveva otto anni meno di me e un’aria vispa […]».
[...] Il suo ex marito non l’ha mai aiutata?
«Nel lavoro no, lo fece quando mi ammalai. A 34 anni, siccome avevo poco cervello e ne avevo usato troppo, mi venne un tumore alla testa. Mi diedero per spacciata, Gian Marco mi portò a Roma con un volo privato e venni operata da un luminare. Mi salvai, ma tornai al lavoro senza campo visivo. I ragazzi della cronaca mi aiutavano: Biancaneve con 24 nani».
LINA SOTIS FIRMA COPIE DEI SUOI LIBRI
E sono nate le fulminanti dieci righe di Lina.
«Le milanesi le accettavano perché ero come loro: anche a Roma una certa società non si levava mai le calze».
[…] Era la Milano di Craxi.
«All’inizio lui e Anna erano un poco snobbati. Facevano di domenica delle cene a cui partecipavamo tutti, però senza scapicollarci. Ma lui era un politico sopraffino».
bettino e anna craxi
L’uomo più elegante?
«Guido Venosta, dirigente alla Pirelli e presidente dell’Airc e anche del Clubino: era tradizionale ma chic. Indossava il rosso scuro».
Tra i politici?
«Pannella era mica male, esagerato. Ora direi Mario Monti e Mario Draghi, ma anche Enrico Letta, che ha quel nonsoché da Sorbona».
[…] Una donna chic.
«Cecilia Pirelli, semplice e indossa bene il bianco. O Camilla Baresani: una brava scrittrice che non lo fa pesare. Milano è troppo piena di fighette: tacchi alti, gonna corta e sguardo sfrontato. Non è così che si prendono i soldi dei pochi uomini rimasti. Perché non vestire di nuovo da collegiali?».
LINA SOTIS CON I FIGLI ANGELO E FRANCESCA MORATTI
Le milanesi vere e quelle acquisite.
«Milano è inclusiva e premia chi merita: Marva Griffin è la regina del design con il Fuorisalone. Invece un’altra non milanese, con la pelle scura, ex ben sposata, poteva avere il mondo ai suoi piedi, ma ha deluso tutti...».
Letizia Moratti, seconda moglie del suo ex marito. Ne è stata gelosa?
«Molto! Però sono madrina di suo figlio Gabriele e le sono vicinissima. Ci siamo scambiate mille gesti di amicizia, anche da poco».
letizia e gian marco moratti
Quando è stata eletta sindaca di Milano si è sentita sorpassata?
«No, poteva fare comodo anche a me».
[…] Gli uomini più seducenti.
«Francesco Saverio Borrelli, da farci due pensierini: ma era quel genere di uomo che voleva sudditanza. O Franco Angeli, bello e buono: mi disegnò un cuore per la mia collezione. Riccardo Muti? Troppo piacione».
Il suo secondo marito, Marco Romano?
«Un uomo coltissimo, un buon marito che ora non sta bene. L’ho conosciuto a 48 anni».
francesco saverio borrelli
E poi suo cognato, Massimo Moratti.
«Mi manda sempre l’uovo a Pasqua. Da giovane sembrava Celentano: è spiritoso».
Il salotto più ambito di Milano?
«Oggi non saprei: prima piacevano le donne e i soldi, più ce n’erano, meglio era».
Il mix perfetto per un salotto ben riuscito.
«Non deve mai mancare un gay, una bella donna, una donna intelligente anche se bruttissima, una così così che s’accontenta di tutto e sa solo ascoltare. Poi una volgarità da guardare, meglio maschile che femminile, perché ti dà un’ebbrezza momentanea e puoi sempre parlarne male».
CHIARA BERIA DI ARGENTINE FRANCESCO MICHELI LINA SOTIS INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO
Il salotto sbagliato.
«Quello di soli borghesi, di soli intellettuali, di soli gay. Bisogna mischiare, sempre».
Una cosa cafona non più perdonabile?
«Chi ti dice “cara” e non ti conosce, come nei pronti soccorsi americani : “dear”...».
Qual è il bon ton oggi?
«Sorridere, non usare i monopattini, chiedere scusa se suona il cellulare a tavola».
LINA SOTIS
[…] La vecchiaia.
«Sono stata giovane così a lungo che avere dei capelli bianchi in testa mi fa allegria».
Milano le piace ancora?
«Sì, ma non ci sono più elefanti con le zanne, i bracconieri li hanno fatti fuori. È un mondo senza zanne, irriconoscibile, ma facendo del bene le faremo ricrescere».
gian marco e letizia moratti con vincenzo muccioli 2 LINA SOTIS MICHELA PROIETTI maria luisa agnese e lina sotis