1 - «CASO ORLANDI, NON OSTACOLAI LE INDAGINI DI CAPALDO»
Lettera di Giuseppe Pignatone al "Corriere della Sera"
giuseppe pignatone
Caro direttore, con riferimento all'articolo di Andrea Purgatori sulla scomparsa di Emanuela Orlandi pubblicato sul Corriere della Sera di ieri, ritengo opportuno precisare quanto segue: il dottor Capaldo non ha mai detto nulla, come invece avrebbe dovuto, delle sue asserite interlocuzioni con «emissari» del Vaticano alle colleghe titolari, insieme a lui, del procedimento. Nulla in proposito egli ha mai detto neanche a me, che pure, dopo avere assunto l'incarico di Procuratore della Repubblica (19 marzo 2012), gli avevo chiesto di essere informato dettagliatamente del «caso Orlandi».
GIANCARLO CAPALDO
Dopo il mio arrivo a Roma il dottor Capaldo ha continuato per oltre tre anni a dirigere le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, sentendo personalmente testimoni e indagati, disponendo intercettazioni e attività di polizia giudiziaria e nominando consulenti; egli ha anche coordinato, intervenendo sul posto, le attività per la rimozione della salma di Enrico De Pedis dalla tomba nella Basilica di Sant' Apollinare e i successivi scavi nella cripta che hanno portato al rinvenimento di alcuni scheletri e di numerosissimi frammenti ossei non riconducibili però alla Orlandi. Io non ho mai ostacolato in alcun modo nessuna attività di indagine disposta dal dottor Capaldo o dalle altre colleghe.
EMANUELA ORLANDI
Non ho mai avocato il procedimento relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi. La richiesta di archiviazione è stata decisa a maggioranza tra i colleghi titolari del procedimento. Io ho condiviso e «vistato», quale Capo dell'Ufficio, tale richiesta, mentre il dottor Capaldo, che non era d'accordo, ha rifiutato - come era suo diritto - di firmarla.
La richiesta, presentata il 5 maggio 2015, è stata accolta dal gip, dopo che i familiari della Orlandi avevano presentato opposizione, il 19 ottobre dello stesso anno e confermata definitivamente dalla Cassazione il 6 maggio 2016. Solo dopo essere andato in pensione (23 marzo 2017), il dottor Capaldo ha riferito in libri e interviste delle sue asserite interlocuzioni con emissari del Vaticano.
Aggiungo infine un ultimo particolare: la circostanza della sepoltura di De Pedis nella basilica non fu scoperta nel 2012 grazie ad un anonimo, come si afferma nell'articolo così da ricollegarla temporalmente alle asserite «trattative». Essa, infatti, era nota fin dal 1997 ed era stata oggetto di articoli di stampa e di polemiche.
2 - LA TRATTATIVA SU EMANUELA ORLANDI
GIANCARLO CAPALDO
Estratto dell'articolo di Andrea Purgatori per il “Corriere della Sera”
[…] Tutto comincia nel 2012, sotto il papato di Benedetto XVI, cioè Joseph Ratzinger, con una segnalazione anonima che fa scoprire nella basilica di Sant' Apollinare, a due passi da Piazza Navona, una tomba in cui è sepolto «Renatino» De Pedis, carismatico boss della Banda della Magliana che aveva trasformato l'organizzazione in un «service» a disposizione dei poteri oscuri della politica, della finanza e della Chiesa e nel 1990 era stato ucciso da un killer in una stradina di Campo de' Fiori.
EMANUELA ORLANDI
«A quel punto - racconta Capaldo, che in quella fase è "reggente" della Procura - chiedono di conferire con me due personaggi del Vaticano, importanti in quel momento, per chiedere la riesumazione del corpo di De Pedis ed eliminare dalla basilica un cadavere troppo ingombrante» che getta discredito sulla Chiesa. Ed è allora che Capaldo spiega ai due emissari che anche la famiglia Orlandi ha diritto a ritrovare una sua pace, anche se passando dal dolore per la conferma della morte di Emanuela, cioè dal ritrovamento dei resti della ragazza.
renatino de pedis
Gli emissari, continua Capaldo, «presero atto del mio punto di vista e si riservarono di sentire alcune persone più in alto nella gerarchia e di darmi una risposta. La risposta avvenne qualche settimana dopo e fu positiva. La disponibilità era quella di mettere a disposizione ogni loro conoscenza e indicazione per arrivare a questa conclusione».
Ma ad un passo dalla possibile soluzione del giallo di Emanuela, accadono due eventi: «Io termino la mia reggenza perché a capo della Procura viene nominato Giuseppe Pignatone e dall'altra parte in Vaticano si iniziano una serie di grandi manovre o di scontri sotterranei, come è costume probabilmente in quel contesto, intorno a Papa Ratzinger. E sappiamo poi che Papa Ratzinger da lì a un anno neppure si dimetterà». […]
renatino de pedis EMANUELA ORLANDI