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    VENDITE DEI QUOTIDIANI IN EDICOLA: DOPO IL SUSSULTO A MARZO (GRAZIE ALLE ELEZIONI), APRILE TORNA IN CADUTA, MA MENO RIPIDA - ''REPUBBLICA'' HA PERSO 60MILA COPIE QUOTIDIANE IN DUE ANNI, QUASI UN TERZO DEL TOTALE VENDUTO NEL 2016 - MEGLIO SE LA PASSA IL ''CORRIERE'', CHE NE HA PERSE 'SOLO' 18MILA E ORA VENDE QUASI IL DOPPIO DELLA ''STAMPA'' - IL ''FATTO'' PASSA DA 35 A 33MILA COPIE VENDUTE - ''LIBERO'' RECUPERA QUALCOSA DOPO IL CALO CAUSATO DALLA NASCITA DELLA ''VERITÀ'' (20MILA)


     
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    Sergio Carli per www.blitzquotidiano.it

    i ragazzi nella scelta dei quotidiani i ragazzi nella scelta dei quotidiani

     

    Vendite dei giornali quotidiani italiani in edicola, dal mese di aprile vengono segnali di delusione ma anche di speranza. I risultati di marzo, che mi avevano provocato un sussulto di ottimismo, erano certamente dovuti alle elezioni. Ma, nell’insieme, la curva della caduta delle vendite si è fatta più dolce, meno inclinata. Col segno più ci sono solo 5 quotidiani (il mese scorso erano 9): fra i locali Nuova Venezia e Corriere delle Alpi, fra i nazionali Libero. Giornali che per mesi avevano tenuto acceso il lumino della speranza, come il Giorno e il Messaggero Veneto, in aprile si sono piantati.

     

    Forse non abbiamo ancora toccato il fondo. Però, se prendiamo a parametro Repubblica, nell’aprile 2018 ha perso, rispetto al 2017, la metà delle copie che aveva perso sul 2016: 20 mila invece di 40 mila.

    EDICOLA EDICOLA

     

    Repubblica è probabilmente il giornale che ha patito di più della crisi di identità della sinistra. Ha perso 60 mila copie in due anni, quasi un terzo, il 28%, del venduto del 2016. Ma è dura comprare un giornale la cui sola preoccupazione è se la tua pensione è più alta di quella di un camallo e se, in caso di flat tax, vengano più soldi in tasca a te che a quella metà di italiani, i “poveri”, che già l’Irpef non la pagano proprio. Certo, se sei un sanculotto descamisado grillino, la pensi come quelli di Repubblica. Peccato che Repubblica non la comprino i sanculotti, ma quei borghesi di sinistra che da vent’anni sono massacrati dal fisco e dall’odio sociale.

     

    mario calabresi intervistato mario calabresi intervistato

    Molto meglio se la passa il Corriere della Sera, che in due anni ha perso solo 18 mila copie. In aprile ha venduto 190 mila copie, un quarto in più di Repubblica, quasi il doppio della Stampa, giornale che negli anni della massima gloria torinese era arrivato vicino al sorpasso. La Stampa, di suo, ha perso in 2 anni 25 mila copie, un bel 18%. Peggio ha performato il Messaggero, che pure è un gran bel giornale, perdendo in 2 anni un quarto delle copie.

    luciano fontana luciano fontana

     

    Vende poco, ma perde meno, il Fatto quotidiano: da 35 a 33 mila copie in due anni.

    Qualche dubbio dovrebbero avercelo, quelli che li fanno, se le loro dottrine siano proprio giuste. Non è un problema solo di direttori. Qui entrano in gioco i riflessi condizionati dei corpi redazionali. Le redazioni sono corpi mistici, hanno una loro anima e nervi e strati inconsci di decisione. Il dubbio che quello che andava bene 30 anni fa non funzioni più oggi forse dovrebbe coglierli. Invece riducono tutto alla grafica, senza pensare che è stata la sottomissione ai grafici che ha coinciso con l’inizio della crisi, ben prima di internet.

    cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari cinzia monteverdi marco travaglio giorgia solari

    Per il resto, lascio a voi guardare le tabelle qua sotto. Facile calcolare le percentuali di calo. Non lo faccio, è un esercizio troppo triste.

     

    Insisto che le vendite in edicola sono il parametro più efficace di misurazione della salute dei giornali. Ci sono altre classifiche, come quella che somma le copie cartacee a quelle digitali. Le copie digitali hanno due difetti. Non hanno molta efficacia per la pubblicità. Non è ben chiaro quanto impattino sul conto economico, essendo troppo influenzate e influenzabili dalle politiche di marketing.

    Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

     

     

    Quotidiani

    nazionali

    Vendite  aprile 2018

    Vendite  marzo 2018

    Vendite

    aprile 2017

    Il Corriere della Sera

    190.857

    194.381

    200.430

    La Repubblica

    152.040

    160.054

    173.534

    La Stampa

    109.096

    116.868

    119.246

    Il Giornale

    52.329

    54.192

    56.681

    Il Sole 24 Ore

    46.268

    47.839

    54.604

    Il Fatto Quotidiano

    33.337

    36.036

    34.303

    Italia Oggi

    17.969

    26.647

    32.925

    Libero

    23.025

    23.938

    22.828

    Avvenire

    21.975

    20.999

    20.745

    Il Manifesto

    7.897

    8.112

    8.251

    La Verità 

    19.375

    20.864

    21.683

    Queste le vendite dei giornali locali. Nella tabella li ordiniamo per numero di copie vendute.

    Quotidiani

    locali

    Vendite  aprile 2018

    Vendite  marzo 2018

    Vendite  aprile 2017

    Il Resto del Carlino

    86.875

    88.411

    93.406

    Il Messaggero

    78.068

    80.009

    86.297

    La Nazione

    62.885

    64.814

    67.740

    Il Gazzettino

    40.641

    42.257

    46.098

    Il Secolo XIX

    38.572

    38.644

    41.371

    Il Tirreno

    34.850

    36.647

    38.507

    L’Unione Sarda

    33.825

    35.271

    36.303

    Messaggero Veneto

    35.801

    36.647

    36.980

    Il Giorno

    39.583

    40.626

    40.233

    Nuova Sardegna

    30.098

    31.137

    32.783

    Il Mattino

    27.589

    28.199

    30.752

    L’Arena di Verona

    21.310

    21.772

    24.124

    L’Eco di Bergamo

    21.160

    21.707

    22.958

    La Gazzetta del Sud

    18.795

    19.847

    20.554

    Il Giornale di Vicenza

    19.312

    20.056

    21.803

    Il Piccolo

    19.285

    19.502

    20.664

    La Provincia (Co-Lc-So)

    17.224

    18.101

    18.935

    Il Giornale di Brescia

    18.018

    18.369

    19.320

    Gazzetta del Mezzogiorno

    17.206

    17.889

    18.778

    Libertà

    16.938

    17.041

    18.388

    La Gazzetta di Parma

    16.515

    16.602

    17.849

    Il Mattino di Padova

    16.492

    16.856

    17.602

    La Gazzetta di Mantova

    15.927

    16.099

    17.054

    Il Giornale di Sicilia

    12.899

    13.271

    14.141

    La Sicilia

    14.401

    15.056

    15.524

    La Provincia di Cremona

    12.232

    12.294

    12.968

    Il Centro

    11.042

    11.695

    12.023

    Il Tempo

    13.733

    14.260

    14.385

    La Provincia Pavese

    10.737

    11.178

    11.716

    Alto Adige-Trentino

    9.151

    9.703

    10.654

    L’Adige

    11.587

    12.077

    12.435

    La Nuova Venezia

    8.037

    7.869

    7.588

    La Tribuna di Treviso

    9.976

    10.277

    10.368

    Nuovo Quot. di Puglia

    8.987

    9.334

    9.780

    Corriere Adriatico

    12.137

    12.515

    13.221

    Corriere dell’Umbria

    9.278

    9.940

    9.668

    La Gazzetta di Reggio

    8.016

    8.298

    8.653

    La Gazzetta di Modena

    6.976

    7.183

    7.620

    La Nuova Ferrara

    5.856

    6.156

    6.516

    Quotidiano del Sud

    5.071

    5.552

    5.932

    Corriere delle Alpi

    4.574

    4.737

    4.532

    Quotidiano di Sicilia

    6.903

    6.570

    4.697

    Il Telegrafo

    1.189

    1.273

    ——-

    Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) deiquotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

     

    Quotidiani

    sportivi

    Vendite  aprile 2018

    Vendite marzo 2018

    Vendite

    aprile 2017

    Gazzetta dello Sport Lunedì

    158.335

    149.039

    161.459

    Gazzetta dello Sport

    137.445

    137.086

    143.973

    Corriere dello Sport Lunedì

    88.852

    78.074

    97.820

    Corriere dello Sport

    72.086

    68.033

    81.145

    Tuttosport Lunedì

    51.854

    47.049

    63.346

    Tuttosport

    45.529

    44.333

    56.349

     

     

    Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

     

    virman cusenza virman cusenza

    1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

    2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

    vittorio feltri vittorio feltri

     

    3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

     

     

     

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