Giacomo Amadori per “la Verità” - Estratti
FESTINI GENOVA ESCORT
L’inchiesta della Procura di Genova sui festini a base di sesso e cocaina organizzati dall’architetto Alessandro Cristilli e dall’albergatore Christian Rosolani, finiti agli arresti con le accuse, a vario titolo, di sfruttamento della prostituzione e spaccio, prosegue, in attesa che venga sentito come teste il vice presidente della Regione Alessandro Piana, presunto partecipante. Il politico ha sempre negato il suo coinvolgimento, mentre i pm stanno esplorando nuove piste.
Per esempio stanno cercando di capire se possano configurarsi nuovi reati come il traffico di influenze e la corruzione. Infatti una escort contattata dalla Verità a proposito della partecipazione a una serata di due importanti professionisti, un notaio e un avvocato, ci ha detto: «Cristilli ci ha usato per scopi lavorativi, che loro lo sapessero o meno». Insomma le ragazze e il sesso avrebbero dovuto facilitare di affari. Ma mentre l’indagine va avanti, le escort coinvolte stanno giocando una personale partita, sapendo che i loro ricordi potrebbero valere oro così come il loro silenzio.
ALESSANDRO PIANA
In particolare una di loro, la chiameremo Patrizia, ha provato a venderci dei video delle feste. Filmati che sarebbero molto compromettenti. La trattativa per poterli visionare è stata lunga, ma poi è improvvisamente naufragata.
Dopo una decina di giorni in cui è sparita dai nostri radar («Sentiamoci la settimana prossima perché io quando sono con i miei figli sono out») ci ha richiamato e ci ha fatto sapere di aver venduto sia le sue memorie («carta canta e si paga») che i filmati, rinfacciandoci di non essere stati disposti a pagare l’intervista.
Che in effetti abbiamo portato a casa gratis.
Infatti, anche se non possiamo confermare l’esistenza di quelle immagini, siamo in grado di raccontare le rivelazioni, vere o presunte, di questa signora molto interessata a offrire la sua merce.
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Il 12 ottobre Patrizia si presenta all’hotel Shangrila di Roma con il compagno, imprenditore che fa la spola tra l’Italia e l’estero. È allegra, simpatica. Camicetta, top, minigonna. Voce un po’ roca, da fumatrice. Ha accettato di incontrarci perché sostiene di sapere tutto dei festini a luci rosse di Genova e in effetti è citata nell’ordinanza come una delle squillo che lavorava nella casa di appuntamento da cui è partita l’inchiesta.
Oggi Patrizia si è rifatta una vita e non ha problemi a ripercorrere il suo passato di fronte al suo uomo. Anche perché il fidanzato l’ha conosciuta in un locale di lap-dance e non la giudica.
«Ho tanto da raccontare.
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Ma mi deve garantire l’anonimato» è l’esordio. «Sono entrata in rapporti intimi con diversi personaggi.
Mi dica cosa mi offre. Io mi sono assunta le mie responsabilità, sono stata schedata come prostituta. Adesso un amico poliziotto mi ha convinta: “Tu le cose le sai, vai e vedi cosa ti offrono».
Il suo rapporto con le forze dell’ordine non era iniziato nel migliore dei modi.
Quando era stata sentita in Questura come testimone per il postribolo in cui lavorava venne sottoposta a un lungo interrogatorio e, nell’occasione, sostiene di aver riconosciuto due degli agenti dell’ufficio come suoi clienti.
«Quando l’ho dichiarato, chi mi stava facendo le domande ha detto al collega: “Chiudi il pc, il verbale termina qui”. E allora io ho ribattuto: “Ma così non vale”».
Patrizia prosegue, dando l’impressione di esagerare: «La maggiore parte della mia clientela erano poliziotti, finanzieri, carabinieri.
Erano loro a dircelo, noi ragazze eravamo anche le loro psicologhe».
Il discorso passa ai video: «Io ho delle immagini fooorti, ma non tanto a livello sessuale… forti per il personaggio che si vede e per la droga. Ci sono belle scene» annuncia.
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Chiediamo se in uno di questi video sia ripreso Piana. Risposta: «No, ma io facevo ‘sti video quasi per caso e gli altri si raccomandavano: “Non li pubblicare mai!». Prosegue: «Piana l’ho visto una sola volta. La data della festa non me la ricordo. Con lui non ho fatto sesso. Ma c’era, anche se non ho le prove, né un messaggio, né un video». Eppure si dice certa di quanto affermi. Le chiediamo se sapesse di aver di fronte un politico. E lei quasi con sufficienza: «Beh, sì». Non siamo convinti e proviamo a contestare: non è rischioso partecipare a simili incontri di gruppo per uno con quel ruolo? Patrizia non si scompone: «Erano tanto amici, Cristilli era un architetto importante. Loro pensavano di essere invincibili. Gli organizzatori avranno detto: “Siamo tra amici, di noi ti puoi fidare”».
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La ricerca di un indizio concreto non dà frutti. La ex escort non ne ha, ma ripete di essere sicura di aver riconosciuto Piana: «In tv ha detto: “Io ho famiglia”. Ma non ce l’ha un po’ di vergogna? Continua a dire che non c’entra niente e a me viene troppo da ridere. Il problema è che non ho registrazioni con lui e neanche una data certa della serata».
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Dunque la donna ribadisce di non avere elementi che possano confermare le sue affermazioni. «Se lo avessi ripreso mi sarei sistemata per tutta la vita» commenta amara.
Insomma c’è solo il racconto un po’ fumoso di una signora a caccia di soldi e che difficilmente potrà essere considerata un teste attendibile. La sua insistenza, però, fa capire che per il politico non sarà facile fugare i dubbi sulla sua partecipazione ad almeno un festino. A un certo punto il compagno di Patrizia, in versione uomo assist chiede alla fidanzata se abbia visto Piana sniffare. E la risposta, anche in questo caso, è affermativa: «A quelle feste si andava solo per quello».
Tutte accuse senza nessun riscontro che adesso Patrizia potrebbe essere chiamata a confermare in Procura. Noi, mentre ci parla, non capiamo se la nostra interlocutrice ci racconti queste cose per alzare il valore commerciale delle sue presunte rivelazioni o per amore di verità.
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Riferisce che al telefono nessuno spiegava mai in modo esplicito chi ci fosse alle feste: «Magari mi dicevano: “C’è un amico importante, ma non facevano nomi al cellulare.
Quando sono andata a quella serata, Piana era già lì e non sapevo neanche chi fosse, me lo hanno detto dopo».
Patrizia capisce di non averci convinto e rilancia con un suo «vero» cliente: «C’è un personaggio di cui non mi viene in mente il nome, un personaggio di quel genere, forse un assessore. È stato con me nella casa di appuntamento e a delle feste. Un giorno, lavoravo in un bar della Foce, me lo sono trovata davanti con la moglie intento a fare colazione. Quando mi ha vista è diventato verde».
Dopo un po’ ci ripensa e non è più sicura che sia un politico. Ci fa sapere che potrebbe essere un manager di qualche istituzione: «È un uomo abbronzato con i capelli corti e neri che vive in zona Foce» taglia corto, confermando di avere una memoria un po’ labile.
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Torniamo a parlare dei filmati. Che cosa si vede? «Ci sono io che vesto da donna Paolo (il nome è di fantasia, si tratta di uno dei personaggi citati nell’inchiesta, ndr). Era la sua passione. Aveva perso una penitenza e gli ho messo le calze a rete, il rossetto. Era seduto sul gabinetto con un collare. Gli dicevo: “Fai il mio cane “. Se lo faccio pubblicare gli rovino la carriera». Che cos’altro c’è nelle registrazioni? «Alcuni invitati che pippano… le penitenze… ».
E il sesso? «Mi creda, ben poco, roba da ragazzini drogati… gente nuda con le calze a rete. Facevano questi giochetti, queste partite a biliardo, uomini contro donne. Una sana tr… non se la faceva nessuno. Io dicevo a Rosolani, un bellissimo ragazzo, scusami, se posso, la penitenza vorrei farla con te. Oh, non ci sono mai riuscita».
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