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LA VENEZIA DEI GIUSTI – “NUESTRA TIERRA”, DELLA REGISTA ARGENTINA LUCRECIA MARTEL, È UN DOCUMENTARIO BELLISSIMO SUL PROCESSO A TRE EX POLIZIOTTI PER L’OMICIDIO DI UN LEADER INDIO, JAVIER CHOCOBAR. LA MORTE DEL SINDACALISTA È UN PRETESTO PER UN RAGIONAMENTO PIÙ COINVOLGENTE E ALLARGATO SUL RAZZISMO DI UN PAESE, L’INGIUSTIZIA SOCIALE, LA VISIONE DISTORTA DELLA LEGGE – PRESENTATO CHISSÀ PERCHÉ NEL FUORI CONCORSO NON-FICTION, POTEVA BENISSIMO ESSERE INSERITO NEL CONCORSO…
Marco Giusti per Dagospia
Il processo a tre ex poliziotti per l’omicidio di un leader indio, Javier Chocobar, nel Tucuman per l’occupazione delle terre nove anni fa è al centro del bellissimo documentario “Nuestra tierra” della regista argentina Lucrecia Martel, presentato chissà perché nel fuori concorso non-fiction quando poteva benissimo essere inserito nel concorso come il film di Gianfranco Rosi.
Ovviamente, come nel capostipite di tutti i documentari sudamericani su leader indigeni, “Cabra Marcada para Morrer” del brasiliano Eduardo Coutinho del 1983, la morte del sindacalista è in fondo un pretesto per un ragionamento più coinvolgente e allargato sul razzismo di un paese, l’ingiustizia sociale, la visione distorta della legge quando si tratta di indios.
I tre poliziotti, per nulla pentiti di quello che hanno fatto, vediamo le riprese del fatto assolutamente terrificanti per la loro violenza inutile, verranno puniti, ma usciranno presto di galera, come se la morte di un indio in Argentina non fosse un crimine punibile.
Ma quello che viene fuori dalla ricostruzione dei fatti e dalle interviste della Martel alla moglie di Chocobar, a amici e parenti, è come gli indios vengano ancora visti come cittadini di serie B.
Perfino la narrazione cattolica della nascita del paese, i quadri con gli angeli che scacciano i loro antenati pieni di penne, capovolge la logica dei fatti storici. E loro stessi vengono educati a credere alla storia dei colonizzatori. E’ su quello che la Martel assembla un quadro duro e realistico di un paese che non riesce a crescere.
Da una regista sofisticata come Lucrecia Martel, che nello stesso anno ha diretto anche le riprese del film-concerto ecologista “Cornucopia, ideato, musicato e cantato da Bjorg, è un segno di un’attenzione alla realtà di grande valore.
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