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    PER I LABURISTI ECCO LA CURA DI BIGLIET-TONY BLAIR - DALL’ALTO DEI SUOI 80 MLN € DI PATRIMONIO ACCANTONATO CON CONSULENZE PER I MEJO DITTATORI DEL MONDO, L’EX PREMIER SPIEGA AL SUO PARTITO CHE SI VINCE AL CENTRO (CENTRO-TAVOLA, OF COURSE)


     
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    Enrico Franceschini per “La Repubblica

    ALISTAIR ADAMS - RITRATTO DI TONY BLAIR ALISTAIR ADAMS - RITRATTO DI TONY BLAIR

     

    Vent’anni dopo, per Tony Blair la formula non è cambiata: bisogna spostarsi al centro per vincere le elezioni. È il suggerimento che l’ex premier laburista darà stamattina al suo successore Ed Miliband in un discorso nel ventesimo anniversario della sua ascesa alla guida del Labour: era il 21 luglio 1994, la sinistra britannica era all’opposizione da quasi due decenni, ma l’arrivo di un leader giovane e riformatore cambiò tutto.

     

    Tre anni più tardi Blair conquistò Downing street, vincendo la prima di tre elezioni consecutive, un record nella storia del Regno Unito per i laburisti, influenzando nel contempo tutta la sinistra europea. Il “blairismo” diventò sinonimo di riformismo, di Terza Via capace di coniugare welfare e progresso economico.

     

    Tony Blair ha passato weekend segreti con la Deng Tony Blair ha passato weekend segreti con la Deng

    Una bandiera poi macchiata dalla controversa decisione di entrare in guerra in Iraq a fianco di Bush e, dopo le sue dimissioni da primo ministro, dall’accanimento con cui Blair si è arricchito (oggi il suo patrimonio è stimato in più di 80 milioni di euro), con discorsi e consulenze anche al soldo di regimi autocratici come il Kazakhstan e l’Egitto.


    Ma quando Blair parla di come vincere un’elezione viene ancora ascoltato. E oggi, nel ventennale della sua nomina a leader del Labour, terrà una conferenza presso la think tank Progress appunto su questo tema. Dirà (secondo le anticipazioni del Sunday Times) che le elezioni si vincono dal centro e che il partito laburista non può vincerle se si sposta troppo a sinistra, se non raccoglie, oltre all’appoggio dei lavoratori, anche quello del business.

     

    Affermerà che qualsiasi partito che aspiri a governare deve dimostrare di essersi adattato a un mondo cambiato dalla globalizzazione. Ripeterà quanto ha detto di recente: «Mi sembra piuttosto ovvio che se vuoi vincere devi riconquistare il centro dell’elettorato». Infine si offrirà di aiutare Miliband nella campagna elettorale dell’anno prossimo (il voto è previsto per maggio).

    ED MILIBAND ED MILIBAND


    Tuttavia il partito appare diviso nei suoi confronti. C’è chi riconosce che il Labour non ha nessun comunicatore migliore di lui e chi (tra gli altri il suo ex consigliere Peter Mandelson) accetta la validità della sua tesi sulla necessità di prendere voti anche tra i moderati, ovvero tra i sostenitori dell’altra parte, per prevalere alle urne.

     

    Ma c’è anche chi considera Blair un nome “tossico” a causa dell’Iraq, della sua spudorata corsa al denaro, dell’amicizia passata con personaggi come Bush e Berlusconi. Sul piano ideologico, inoltre, Miliband sembra confermare la volontà di un’identità più di sinistra per il suo partito, dunque più radicale di quella di Blair: «Il Labour ha fatto grandi cose per
    ridistribuire le risorse», ha affermato nei giorni scorsi, «ma non abbastanza per ridurre
    l’ineguaglianza».

    BERLUSCONI CON BANDANA E BLAIR BERLUSCONI CON BANDANA E BLAIR g8 072005 bush blair g8 072005 bush blair

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