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Incontri fugaci, promiscuità e tradimenti. Un periodo di folli emozioni durante il quale non c’era tempo per pensare a relazioni serie, ma ci si concentrava solo a trovare un posto dove infrattarsi.

 

Raccontano così i loro mesi di lavoro su alcune navi da crociera coloro che hanno lavorato in quel microcosmo dove tutto poteva succedere e si decideva di dividere il letto con il collega disponibile a un incontro senza impegni.

 

«Il punto di incontro era il bar dell’equipaggio - racconta un uomo che ha preferito non rivelare la sua identità - Passavo le serate cercando di rimorchiare una collega, una ballerina, una barista o una cameriera.

 

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La maggior parte di noi era single, gli sposati erano rari e le persone fidanzate che salivano a bordo poco dopo erano già coinvolte in relazioni torbide con qualcuno sulla nave. È un microcosmo con regole precise: le relazioni durano il tempo della crociera.

 

Mai andare a letto con i passeggeri: è severamente proibito e, in tre anni, ho visto mandare via tre amici che avevano infranto la regola. Nonostante tutto è stato un periodo fantastico della mia vita».

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Cathryn Chapman, di Brisbane, ha raccontato nel libro “Sex, Lies and Cruising”, la sua esperienza dopo aver viaggiato intorno al mondo e lavorato sulle navi da crociera per anni.

 

Dopo anni di notti selvagge, bugie e cuore infranto, la signora Chapman ha deciso di abbandonare la nave: «Il primo motivo per cui ho abbandonato? La promiscuità e i tradimenti a bordo. Guardandomi indietro, è stato davvero un periodo fantastico della mia vita, ma quel lato oscuro mi ha allontanato.

 

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Quello che trovavo abbastanza scioccante era che le persone avevano le amanti, poi quando arrivavano le mogli, facevano sgomberare le cabine da possibili tracce e quando le compagne andavano via ricominciavano come se nulla fosse. I fedifraghi si giustificavano dicendo che le loro mogli facevano lo stesso».

 

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«Una volta ho conosciuto un ufficiale italiano che mi confesso che in quel periodo stava frequentando 10 donne contemporaneamente.

 

Ero sconvolta, mi sono sfogata con la mia migliore amica sulla nave... ma quella sera l'ufficiale l’ha avvicinata e lei se n’è andata con lui che mi ha salutato facendomi l’occhiolino.

 

Non rimpiango nulla di quel periodo, ma alla fine ho dovuto dire basta: ho sentito che stavo tradendo me stessa».

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