Laura Cesaretti per “il Giornale”
RENZI VERDINI
«Non starò mai in un Pd che fa accordi con i Cinque Stelle», è l' ultimatum di Matteo Renzi. L' ex premier non l' aveva mai messa giù così dura, arrivando a preannunciare un distacco dal suo partito.
Può sembrare un avviso a futura memoria, in caso di crisi o addirittura per la prossima legislatura. Ma non è così: la questione è già in ballo, ora, in quella Sicilia che tante volte è stata definita «laboratorio politico» d' Italia. Cinque Stelle e Pd (entrambi all' opposizione della giunta Musumeci) si corteggiano, si annusano, si toccano, si avvicinano. Sperimentano un feeling che, nelle speranze di alcuni, potrebbe preludere ad una vera e propria intesa, da estendere ben oltre lo stretto di Messina.
Basta sentire i big locali: c' è il capogruppo dem all' Ars Giuseppe Lupo (fedele di Dario Franceschini, esplicito sostenitore delle intese con la Casaleggio) che parla di «sintonia» con i grillini e spiega che «bisogna verificare se è possibile trovare un' intesa».
giuseppe conte e roberto fico
Per fare insieme opposizione, intanto, ma in vista di un' alleanza per le prossime regionali. Magari con un pentastellato candidato alla presidenza. C' è l' europarlamentare M5s Ignazio Corrao, vicino a Di Maio e Cancelleri (ras regionale del partito) che si spinge ad invocare la «collaborazione» con il Pd. E dice chiaro e tondo: «È finita l' era utopistica in cui pensavamo di governare da soli». E ora che il Pd nazionale ha fatto fuori il segretario regionale renziano Davide Faraone, «compromesso con il precedente governo», la strada secondo Corrao è spianata: «Dialogare può essere più facile».
DAVIDE FARAONE
E forse non è un caso che a commissariare la Sicilia, dopo l' epurazione di Faraone, il Nazareno abbia mandato un franceschiniano doc come Alberto Losacco, che sostiene: «Creare muri tra noi e M5s non è lungimirante. Guardo con attenzione a figure come Conte e Fico». E lo stesso Cancelleri (che vorrebbe tanto riscattarsi dalla clamorosa trombatura alle precedenti regionali) dice che con i Dem ci sono «spazi per un' intesa». Al di là delle smentite ufficiali di entrambi i partiti, insomma, il corteggiamento reciproco è in pieno corso.
dario franceschini
Del resto Faraone (estromesso dalla segreteria per presunte procedure irregolari nelle primarie) ne è convinto: «Mi hanno fatto fuori solo per questo: ero di ostacolo ai loro inciuci per fare della Sicilia il primo laboratorio dell' alleanza con i grillini». I renziani di Sicilia hanno lanciato una petizione: «Pd e M5s hanno valori in comune? Non li vediamo e non staremo mai in un partito che fa un accordo in Sicilia con i 5 stelle». E Renzi, intervistato ieri da La Sicilia, dà loro ragione: «Quali valori? Lotta ai vaccini, il rifiuto della scienza, la mancanza di democrazia interna, il giustizialismo, la lotta contro la competenza, l' elogio di chi non studia, l' assistenzialismo?
Non scherziamo». E conferma: «Faraone è stato fatto fuori perché argine al disegno politico di un accordo con M5s. Se vorranno fare un accordo con chi ci dice che siamo il partito dell' elettroshock che ruba i bambini alle famiglie, vadano loro a spiegarlo alla nostra gente. Io non ci sarò».
CAROLA RACKETE CON DAVIDE FARAONE