Francesca D'Angelo per “la Stampa” - Estratti
carlo verdone
«Il cinema italiano? Siamo sempre là: funzionano due-tre film americani, per il resto non si riesce a invogliare il pubblico ad andare in sala», esordisce, a malincuore, Carlo Verdone. Una sedia più in là, il produttore Aurelio De Laurentiis rincara la dose: «Carlo, qui tocca dire la verità, cioè che i film italiani sono brutti e scritti male».
Quale che sia la ragione, il futuro immediato del celebre attore e regista è seriale: Paramount+ e Prime Video si sono contese i diritti della seconda stagione di Vita da Carlo che, da domani, trasloca sulla piattaforma Paramount+ con dieci nuovi episodi. In cantiere ci sarebbe già almeno un altro ciclo, in attesa di poter poi tornare al cinema: «Sperando che per allora il mercato si sia ripreso», incrocia le dita Verdone. Cosa serve per uscire dalla crisi? «Non so quale possa essere la ricetta.
pierfrancesco favino comandante
Ogni giorno, però, guardo i dati Cinetel e mi preoccupo: in cima figurano sempre due soli film, ossia Barbie e Oppenheimer. C'è qualche pellicola italiana che tenta qualcosa in più, ma più di tanto non ce la si fa. Ecco, dovremmo interrogarci su questo, senza farci troppe masturbazioni sul perché non si prendano attori italiani nei film americani». Si riferisce alle dichiarazioni di Pierfrancesco Favino a Venezia? «Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano. Ha risposto bene Sofia Coppola replicando che il regista è l'artefice del film, quindi è lui che deve scegliere.
Se voleva Adam Driver per Ferrari, va bene così. Bisogna riflettere non su questi problemini marginali, ma su cosa davvero serva al nostro cinema: è un problema di scrittura? Vogliono altri attori? Serve più sperimentazione? La mia carriera ormai l'ho fatta, mi preoccupo per chi verrà... il futuro è un gigantesco punto di domanda, ogni giorno chiude una sala».
carlo verdone
Il fatto che la rinascita del cinema passi per Barbie rappresenta davvero una vittoria?
«Barbie è un successo per i proprietari delle sale perché ha riportato la gente al cinema, e sicuramente è una storia che ha un'idea, dentro: può piacere o meno, ma ce l'ha. Vanta una sua originalità. I nostri film invece? Cosa ci manca?».
A lei Barbie è piaciuto?
«Io come sono entrato, così sono uscito. Poi mi hanno subito redarguito dicendo: "Ma no, guarda che è un film molto moderno". E io mica li critico, si vede che è sfuggito qualcosa a me... Personalmente ho adorato Oppenheimer: forse un filo troppo lungo, ma amo Nolan».
Quindi da oggi in poi farà solo serie tv?
carlo verdone al gran premio di monza
«No, no! Certo che torno a fare film, anche perché ce l'ho per contratto! Prima però finisco Vita da Carlo. Questa seconda stagione ha un taglio ancora più autobiografico, si parla molto di me e delle difficoltà a fare un film d'autore. Stiamo inoltre lavorando alla terza stagione e per novembre dovremmo essere sul set per un'altra faticata! A livello di scrittura la tv è più facile, fisicamente è invece massacrante».
Riuscirà mai a spuntarla e girare un film d'autore?
carlo verdone foto di bacco (5)
«Mi piacerebbe scrivere un romanzo e partire da lì per il film. Vedremo. Quanto al fatto che sia d'autore, in realtà, per come la vedo io, ne ho già fatti molti: Un sacco bello, Al lupo al lupo. Quello che mi manca è girare, in veste di regista, una storia che non sia necessariamente comica. Quello, sì, mi manca».
Le piacerebbe recitare ancora con De Sica?
«Certo: è mio cognato, gli voglio bene ed è pure un bravo attore! Però ci deve essere un'idea forte: senza un buon soggetto, sarebbe inutile».
(…) Trova più gioia nel calcio o nel cinema?
«Da romanista sono perplesso: non ho ben capito dove voglia andare a parare questa squadra. Siamo in mano a Lukaku e Dybala: se si infortunano, non vedo un futuro. Inoltre il calcio mi sta un po' demotivando: le bandiere come Francesco Totti e Alessandro Del Piero, che rappresentavano una squadra e i loro valori, non ci sono più. Vanno tutti in Arabia. I calciatori dopo un breve periodo lasciano le squadre e cambiano maglia. Ormai è un calcio disgregato, dove tutto passa. Giusto la partita dell'Italia di martedì mi ha ridato un po' di fiducia».
luigi de laurentiis carlo verdone aurelio de laurentiis foto di bacco
Però nella serie tv ha chiamato Ibra come guest star...
«Il suo è un piccolo cameo: nella serie ci incrociamo da Fabio Fazio. Io entro in studio, mentre lui esce. Devo dire che è un galantuomo: una persona estremamente gentile, simpatica e allo stesso tempo disciplinata. Si capisce che è un giocatore serio».
Le piacerebbe interpretare il ruolo dell'allenatore della Roma?
«No, grazie. In questi giorni è uscito un mio spot con Frattesi e gli ho portato fortuna: lui nella pubblicità diceva "speriamo di fare bene" e poi, effettivamente, ha segnato due gol».
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