Lorenzo Cremonesi per il Corriere della Sera
haftar
Verrà, non verrà? Ha già deciso, oppure sta cercando di ottenere nuove garanzie e vantaggi? Il giallo sulla presenza di Khalifa Haftar alla Conferenza internazionale sulla Libia prevista per oggi e domani a Palermo ha già generato un vincente: Haftar stesso. L' uomo forte della Cirenaica (comunque armato di una forza relativa), il militare tutto d' un pezzo che non ha mai nascosto la sua aspirazione a controllare la Libia intera, è diventato uno dei parametri centrali per capire se la prima prova importante di politica estera per il nuovo governo italiano sarà un fallimento o meno.
Un mese fa sembrava non sarebbe venuto. Ma, dopo la sua visita Roma il 29 ottobre, la sua presenza veniva data per certa. Ieri sera non più. «Potrebbe andare avanti così sino a martedì mattina e poi Haftar potrebbe fare la sua comparsa diventando il cuore dell' ultimo incontro importante verso mezzogiorno», sostengono alte fonti diplomatiche italiane.
A puntellare questa tesi c' è anche la quasi certa venuta del maggior alleato di Haftar, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi che lo sostiene militarmente e dovrebbe arrivare martedì mattina.
CONTE HAFTAR
A rendere più complesso il giallo c' erano ieri sera informazioni contrastanti di una visita all' ultimo minuto a Bengasi del premier Giuseppe Conte per convincere Haftar. Palazzo Chigi e la Farnesina smentiscono. Ma in Cirenaica confermano e vengono citati dai media russi e turchi. Ancora a Roma non si nasconde una certa delusione per il basso livello della presenza americana: non verrà il Segretario di Stato Mike Pompeo, ma l' addetto al Medio Oriente David Satterfield. Buona invece la presenza russa, con il premier Dmitrij Medvedev e il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov.
Oltre a loro almeno 12 tra primi ministri e degli Esteri dei Paesi limitrofi coinvolti nella questione migranti. La rappresentanza francese è garantita dal ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, più rilevante di quella inviata dall' Italia alla conferenza di Emmanuel Macron sulla Libia il 29 maggio.
VINCENZO MOAVERO MILANESI CON IL GENERALE KHALIFA HAFTAR
Va aggiunto che l' Italia ha già ottenuto un importante successo. Le Nazioni Unite hanno deciso di sostenere il rinvio della data delle elezioni libiche all' anno prossimo. Viene così bocciato il progetto di tenerle entro il 10 dicembre 2018, come chiedeva Parigi, per il fatto che violenza e caos rendono impossibile qualsiasi ordinato scrutinio.
IL GENERALE HAFTAR
Al cuore dei lavori, che iniziano questa mattina, è il piano di pacificazione e ricostruzione del dialogo politico ideato dall' inviato Onu Ghassan Salamé. Questi prevede la costituzione di una Conferenza Nazionale aperta al più largo numero di componenti della società civile. Un' assemblea che vada ben oltre i massimi esponenti politici libici che sono presenti a Palermo - come il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, quello di Tripoli, Khalid Mishri, o il premier della Tripolitania, Fayez Sarraj - ma inglobi anche le periferie, le città del deserto, le tribù e le milizie principali.
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