1 - BIBBIA 3.0: LOLITE NUDE SUL WEB FOTO E VIDEO PORNO, MAXI ARCHIVIO
DOSSIER SCARICABILE SUI SOCIAL. ANCHE MATERIALE RUBATO DA HACKER
Alessandro Belardetti Valentina Reggiani per ''Il Giorno'' - Quotidiano Nazionale-Il Resto del Carlino
LA BIBBIA
C' è un mostro nel web che sta sconvolgendo le vite di ragazzine e famiglie intere. Si chiama 'La Bibbia 3.0': un maxi archivio di 10.380 file, tra video e immagini, tutto materiale rubato dalla Rete, inviato da ragazzine pericolosamente immature, pubblicato a tradimento da fidanzatini vendicativi o catturato attraverso il mestiere sporco di hacker che si addentrano nei computer privati.
LA BIBBIA
Le foto e i video sono a carattere pornografico e spesso pedopornografico, visto che vengono ritratte ragazzine anche al di sotto dei dodici anni. Oltre 4 Gigabyte comodamente scaricabili da Google - perché dopo la sua creazione, l' archivio è stato reso pubblico dagli autori, che si fanno chiamare Gesù Cristo, Pietro e Paolo -, operazione nelle corde anche di quegli utenti che hanno scarsa confidenza con Internet.
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Entrando nel dossier hard delle minorenni d'Italia si scoprono anche cartelle con nome, cognome e anno di nascita delle giovani vittime: «Bagasce con nome e cognome», è stata chiamata la cartella dedicata. Così colpisce questo strumento di umiliazione per migliaia di ragazzine. «Non sapevo fosse minorenne», «Il canile», «Bagasce senza nome e cognome»: sono solo alcuni nomi dati dagli autori del terribile dossier ai gruppi di ragazzine schedate e date in pasto alla Rete.
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«La Bibbia, giunta al terzo aggiornamento (dopo La Bibbia 1.0 e La Bibbia 2.0, ndr), è l' opera definitiva assoluta, finale, indiscutibile, inconfutabile. Frutto del duro lavoro di Gesù Cristo e dei fedeli apostoli Pietro e Paolo, raccoglie innumerevoli contributi dal web...», questa la vergognosa presentazione degli autori del piano criminale, che proseguono: «I tre fedelissimi hanno scandagliato la Rete alla ricerca dei suoi migliori frutti, i quali sono stati accuratamente selezionati e posti nelle corrette cartelle... È d' obbligo una menzione d' onore ai centinaia e centinaia di contributi da parte degli utenti... Il frutto di questo lavoro è tutto italiano...».
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Dopo la denuncia di un padre di Modena, che ha visto lievitare il conto sulla postepay della figlia e ha scoperto una cartella nel suo computer con foto hard che inviava a La Bibbia, gli agenti della Postale sono alla caccia degli autori di questo archivio. «È difficile risalire ai gestori del gruppo, sono su cloud virtuali e non si riescono a bloccare - rivela il comandante della polizia postale modenese, Marco Ferrari -. Se accedi con Facebook e Telegram i server sono negli Usa e si fa fatica ad avere contatti con loro».
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Per comprendere l' entità del fenomeno, basti pensare che su La Bibbia si registrano 50mila contatti all' ora e se un utente entra in una di queste chat riceve un video al secondo di ragazzine disinibite, bimbe che fanno sesso col compagno di classe sul bus della gita scolastica, maggiorenni felici di mostrarsi nude. L' aspetto più preoccupante è la mancanza di ostacoli per la diffusione su Facebook, Instagram e altri social.
Di certo c' è che le prime denunce di ragazzine e genitori sono partite, dopo il clamore scaturito sul web. Ma, dall' altro lato, i mister X de La Bibbia hanno annunciato che stanno preparando la nuova versione: La Bibbia 3.1. Ecco il racconto choc di una ragazzina vittima del dossier, sentita da Fanpage: «Un giorno sento i miei compagni di università parlare di questa Bibbia e scopro che tra le foto ero ritratta anche io. Avevo 14 anni all' epoca e quelle erano foto osè che inviai al mio fidanzato in prima liceo. Mi è crollato il mondo addosso, ho cominciato a farmi tagli sul corpo».
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2 - «FACCIO SOLDI E MI SENTO UNA DIVA» LA RAGAZZINA: IO, SOGNATA DA MIGLIAIA - VERGOGNA? MACCHÉ. «MI BASTANO DUE ORE E GUADAGNO 200 EURO»
Valentina Reggiani per ''Il Giorno''
«Diventa nel tempo uno stile di vita, un tuo mondo parallelo per sentirti apprezzata e per giocare, parlare, misurare le tue potenzialità». A parlare è una ragazza che da quando aveva 16 anni conduce una vita parallela in chat, nelle pericolose stanze virtuali, postando video o immagini erotiche e collezionando migliaia di 'like'. Per Francesca (nome di fantasia) non c' è nulla di male nel mostrare il proprio corpo a una telecamera, pur sapendo che dall' altra parte dello schermo ci sono centinaia di spettatori.
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Per voi protagoniste non c'è nulla di male nel mostrare i vostri corpi?
«In realtà c' è molto di più dietro e ognuna di noi lo fa per motivi diversi. C' è uno stile di vita, la voglia e la necessità di piacere, di sentirsi ammirate, cercate. Per esempio io faccio parte di una 'stanza' alla quale si ha accesso scaricando una app dal telefonino e che vede, come colleghe virtuali, casalinghe, giovani mamme, imprenditrici o studentesse».
Quali ambienti scegliete di solito?
«Dipende dal video. Per i nudi si sceglie la camera da letto, ma le studentesse prediligono i bagni delle scuole, i parchi o i corridoi».
Perché e quando ha deciso di entrare?
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«Due anni fa ero a Roma e, in quell' occasione, ho visto un documentario sul sesso virtuale. Sono entrata in contatto con il sito e mi è venuta voglia di capire come funzionasse: si è spalancata una porta che non conoscevo. Le persone hanno iniziato a cercarmi, mi scrivevano che sentivano la mia mancanza. Da quel momento ho deciso di continuare ed è esattamente il contrario di quello che le persone pensano».
Cosa intende?
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«Dentro ci sono persone di qualsiasi tipo che hanno voglia di confrontarsi, conoscerti. A osservarti c' è l' operaio, il ragazzo, ma anche l' avvocato. Io parlo molto e per un'adolescente è un onore ricevere tante visualizzazioni o like, perché vuol dire che piaci. Ti senti popolare, apprezzata».
C' è un modo per ottenere più clic?
«Sicuramente trasmettendo in situazioni casalinghe, magari stirando oppure inviando i file dall' esterno. Se esco con le amiche a pranzo e metto la cam sotto al tavolo guadagno almeno il doppio e pago l'uscita a tutte».
Queste stanze del sesso virtuali non sono pericolose?
«Potenzialmente sì, dipende da come ti comporti. Io non ho mai reso pubblico il mio viso, anche perché può accedere chiunque. In tutte queste chat, da La Bibbia a Cam4, ci sono bimbe anche di 13 anni che non si fanno problemi a farsi vedere».
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Ma come fanno ad avere accesso alla chat?
«L' iscrizione al sito richiede il documento, ma per potervi accedere basta in realtà farsene prestare uno da chi è maggiorenne. Così come basta dire alla mamma che, quel pomeriggio, si studia dall' amica. Il problema è che ci si prende la mano e ci sono bambine che, per pochissimi euro, postano le loro foto o video a volto scoperto. Tutto per raggiungere la popolarità. Una volta dentro finisci in un vortice. Per un motivo o per l' altro, non si riesce ad uscirne».
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Da un lato, quindi, la popolarità. Dall' altro, però, anche i soldi facili.
«Io, nelle due ore al giorno in cui mi esibisco, arrivo a guadagnare 200 euro. Ci si dà un range: si mostra il seno se si arriva a un certo numero di like e ci si tocca se la quota aumenta. Così come l'autostima».
E cosa ci guadagnano i gestori?
«Dipende, alcuni vanno a percentuale, altri si basano sull' acquisto di una speciale moneta, incassando direttamente dai clienti. E, alla fine, c' è anche la parte ludica; come le gare a tema oppure i premi. Io, ad esempio, ho smesso di chattare privatamente perché richiede troppo tempo, ma chi punta col tempo tutto sui soldi, si trasferisce su Skype».
Per una new entry è semplice collezionare like?
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«Ci sono 22mila persone on line sempre, ma ci sono punte anche di 50mila. La notte di Capodanno, a mezzanotte, c' erano 45mila persone collegate. Se iniziano a conoscerti e smetti di collegarti, ti cercano loro. L'ingresso nel mondo virtuale, quello in cui puoi mostrarti come vuoi e con chi vuoi e che comunque non ti fa sentire sola, diventa per tante un motivo di vita».