Estratto dell’articolo di Cosimo Caridi per “il Fatto quotidiano”
VIKTOR ORBAN - 1
Si prepara lo scontro frontale tra Bruxelles e Budapest. Negli uffici di Commissione e Parlamento stanno studiando i modi per ridurre il potere del primo ministro ungherese, Viktor Orbán. Venerdì, 120 europarlamentari dei cinque gruppi più grandi, hanno firmato una petizione del finlandese Petri Sarvamaa (Ppe) che chiede di limitare il diritto di voto dell’Ungheria.
Se è vero che nessuno Stato membro può essere espulso, infatti, ci sono varie modalità per contenerne la capacità di manovra. Nel caso più estremo si può appunto togliere il voto, e quindi il potere di veto, a un Paese. Secondo l’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea, i leader dell’Ue possono privare un altro Stato membro dei suoi diritti di adesione, tra cui i diritti di voto. Questo può avvenire se si ritiene che quel Paese, l’Ungheria in questo caso, si sia allontanato dai valori fondanti dell’Ue.
GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN
Per rendere effettiva la limitazione serve il voto favorevole di tutti i membri, escluso quello sanzionato. Alcuni commentatori si riferiscono a questa opzione come alla “bomba atomica” per le relazioni tra Stati.
[…] Budapest poteva contare sull’appoggio, quasi incondizionato, di Varsavia. Il cambio di governo polacco, dicembre 2023, con il ritorno al potere di Donald Tusk, segna il momento di maggior isolamento di sempre per Orbán.
Poche settimane fa il magiaro ha bloccato i 50 miliardi di euro in aiuti che l’Ue vuole mandare a Kiev. I fondi devono, per sottostare alla richiesta dei Paesi frugali, essere inseriti nel bilancio che, proposto dal Parlamento, passa per il Consiglio dove serve l’unanimità. La proposta avanzata da Orbán è che gli aiuti per l’Ucraina vengano suddivisi in un periodo di quattro anni, in questo modo ogni volta potrà essere lui l’ago della bilancia per l’approvazione.
volodymyr zelensky discute con viktor orban al giuramento di javier milei
Potrebbe essere la mediazione giusta, ma per la gestione della macchina europea rimandare la questione potrebbe trasformarla in un ostacolo insuperabile a fine anno. In primavera, tra l’altro, ci saranno le elezioni e il nuovo Europarlamento entrerà in funzione a luglio.
Secondo tutti i sondaggi, dalle prossime elezioni uscirà una maggioranza più a destra nella quale gli alleati di Orbán avranno più peso. Altro fattore che gioca a favore dell’Ungheria è il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea che per Budapest inizia esattamente il 1º luglio.
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charles michel viktor orban
Sarebbe quindi fin troppo facile per l’ungherese rallentare qualsiasi questione degli affari correnti. I giuristi hanno individuato due possibilità per bloccare anticipatamente l’uomo forte di Budapest. I Paesi membri possono votare un cambio di ordine nella rotazione della presidenza semestrale spostando il turno dell’Ungheria a fine 2024, o anche più avanti.
Altra possibilità è che l’attuale presidenza, Belgio, nel passaggio di consegne con la precedente, Spagna, decida di designare già adesso chi gestirà i gruppi di lavoro anche per il prossimo semestre.
viktor orban e vladimir putin
Domani una nutrita pattuglia di europarlamentari incontrerà Ursula von der Leyen e Charles Michel per essere interrogati sullo sblocco dei fondi a favore di Orbán. La Commissione trattiene ancora oltre 20 miliardi di euro (Pnrr e coesione) destinati all’Ungheria, il Parlamento vuole che la situazione resti immutata. Giovedì ci sarà il voto per una risoluzione sempre per aumentare la pressione sull’Ungheria.
charles michel viktor orban victor orban donald trump 3 charles michel viktor orban