Valeria Arnaldi per www.leggo.it
paolo genovese foto di bacco
Cellulari sul tavolo, anzi sul bracciolo della poltrona, senza paura. O quasi. Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale e lo fa con l’adattamento per il palco del suo film ormai diventato un cult: “Perfetti sconosciuti” sarà a Roma al teatro Ambra Jovinelli dal 12 al 23 aprile, nell’ambito di un articolato tour, che partirà da Caserta a San Valentino.
Perché tornare su “Perfetti sconosciuti”?
«Mi hanno proposto di fare il sequel, il 2, il 3, una serie, un gioco da tavolo e quant’altro. Non ho mai voluto, mi sembrava di avere già detto tutto con il film. Poi, ho visto lo spettacolo a teatro in più Paesi all’estero e ho sentito un’energia forte, diversa. Così, ho pensato che potesse essere occasione e modo per provare quello che chi fa questo mestiere cerca sempre, ossia l’emozione pura dell’esordio».
perfetti sconosciuti.
Il cinema non la emoziona più come un tempo?
«Non dico quello, però ogni esordio, più in generale ogni prima volta, porta con sé un’emozione speciale. Ci si chiede se si sarà all’altezza e si è totalmente concentrati sulla storia. Il resto, incluso il giudizio di pubblico e critica, viene in una fase successiva. Questo non vuol dire che dopo il debutto non ci si emozioni più. Fortunatamente, accade, si tratta però di sensazioni differenti».
GENOVESE PERFETTI SCONOSCIUTI
Riteneva di aver «già detto tutto» con il film, cosa le darà di nuovo il teatro, allora?
«Mi riporterà all’idea originaria del lungometraggio. “Perfetti sconosciuti” è nato con una precisa idea di regia: l’osservatore doveva sentirsi parte della scena, come se stesse a tavola con gli attori, che, non a caso, erano sette. Qui, sarà come se fosse l’intera platea a essere seduta con il cast. Si proveranno emozioni diverse da quelle del film. Senza il “filtro” dello schermo. Penso proprio all’energia che ho sentito anche io».
Ecco, il cast: come sarà?
«Sarà volutamente diverso da quello del film. Ci sarà Massimo De Lorenzo. È presto per dire gli altri nomi».
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Il film è uscito nel 2016 e nel mezzo c’è stata la pandemia, che ci ha visto ancora più connessi online e spesso “distanti” nella quotidianità: il tema è ancora attuale?
«Sì, negli ultimi anni, il fenomeno si è amplificato».
Intanto, a cosa sta lavorando?
«A una serie per Disney, “I leoni di Sicilia”, dall’omonimo romanzo. Non sono ancora sul set. Le riprese inizieranno in estate».
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