Francesco Grignetti per "La Stampa"
CACCIA F35
Eppure si muove, il programma F-35. Le contestazioni non si contano. Ma intanto la Lockheed-Martin può vantare tanti passi in avanti. Il primo velivolo assemblato in Italia è uno di questi. Ma anche l’avvio alla costruzione del primo F-35 ordinato dalle forze aeree della Norvegia, nella fabbrica americana di Fort Worth. Oppure la consegna del primo aereo olandese. O ancora i buoni risultati ottenuti nel corso dei test delle temperature estreme cui è stato sottoposto un aereo per verificarne la piena operatività in qualsiasi parte del mondo.
TEST ESTREMI
«Considerando i 13 Paesi attualmente coinvolti nel programma - scrive la casa madre - è necessario testare l’F-35 nelle diverse condizioni climatiche che caratterizzano le aree geografiche nelle quali verrà utilizzato, spaziando dal caldo dell’Outback australiano al freddo pungente del Circolo Polare Artico». Di qui una serie di simulazioni che si sono tenute nella base di Eglin, dove c’è un’avanzatissima galleria del vento, con l’obiettivo di valutare le performance dell’F-35 in condizioni estreme di vento, irraggiamento solare, nebbia, pioggia ghiacciata, formazione di cristalli sulla superficie.
CACCIABOMBARDIERI F-35
Il ghiaccio e il maltempo in generale, si sa, si sono rivelati un brutto cliente per i voli sperimentali dell’F-35. Ovvia la cautela, quindi. Ma la Lockheed-Martin, da parte sua, ricorda che si sono accumulate 26 mila ore di volo. Aggiornando i dati al gennaio scorso, sono 131 i velivoli consegnati al Dipartimento della Difesa.
roberta pinotti
Gli ultimi due mesi sono passati in Italia abbastanza inosservati, dunque, essendo qui il programma congelato fintanto che non sarà discusso il Libro Bianco - e ormai è questione di giorni: tra breve al Quirinale ci sarà il primo Consiglio supremo di Difesa, subito dopo il Consiglio dei ministri licenzierà il testo e lo invierà in Parlamento. Nel frattempo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si è abbastanza esposta nel garantire un risparmio del 50% sui costi, ma anche nel dire: «Nessuna conferma, nessuna disdetta. Numero di 90 è stato stabilito dal precedente Governo. Il programma prosegue secondo l’illustrazione data al Parlamento».
ADDESTRAMENTO
A livello internazionale, però, le cose vanno benone per la casa costruttrice: è arrivato in Usa il primo pilota australiano per addestrarsi sul «suo» aereo, è stato sfornato il primo F-35 nella versione C destinata al corpo dei marines, la Gran Bretagna ha scelto la base di Lakenheath per ospitare il primo squadrone di F-35 (ne hanno ordinati 138), la Turchia ha ordinato 4 velivoli più del previsto, e anche la Norvegia ne ordinerà 8 in più. La buona notizia è che i costi, procedendo il programma, si stanno ridimensionando: nel 2018 ogni aereo costerà 85 milioni di dollari.
mattarella cagnolino
Quanto all’Italia, come ha reso noto la Rivista italiana di Difesa, l’Aeronautica militare ha deciso che sarà Amendola, in provincia di Foggia, la prima base ad essere dotata di F-35: il velivolo che oggi esce dall’hangar di Cameri sarà ultimato negli Usa, dove verrà testato a partire da settembre, e il primo volo «italiano» è previsto per la fine dell’anno. Poi verrà Grottaglie, in provincia di Taranto, che dovrebbe cominciare ad accogliere gli F-35 a partire dal 2018. Infine toccherà alla portaerei Cavour. E da ultimo a Ghedi, in provincia di Brescia.
portaerei cavour