Irene Soave per il "Corriere della Sera"
pubblicita' del supermercato con coppie omosessuali in russia
L'ultima foto di famiglia su Instagram è di fronte a un cartellone pubblicitario: la scritta, in catalano, dice «Famiglia è chi si è scelto». Una cartolina dall'esilio di Barcellona: a inviarla è Yuma (il cognome è riuscito miracolosamente a non diventare pubblico, come lei voleva), che si definisce «matriarca» di una famiglia di sole femmine. Tutte insieme - Yuma, le figlie Mila e Alina, la fidanzata di Alina Kshyusha - sono comparse nello spot di una catena di negozi di alimentari bio in Russia; hanno ricevuto tanti insulti, sui social e sui giornali, che hanno dovuto lasciare la Russia, il lavoro (sia Yuma sia Alina sono psicologhe) e rifugiarsi a Barcellona, da dove scrivono, ora, di «stare bene» e di essere in procinto di iniziare una nuova vita.
yuma e la famiglia 2
«Farci nuovi amici, trovare lavoro, sistemare una casa». Mila, la figlia minore, chiede sul suo Instagram «aiuto per trovare un nuovo lavoro. Da remoto, e possibilmente nell'ambito della psicologia e del sociale». La madre, psicologa, riceve già da remoto dai mesi del lockdown e il suo contatto Zoom è su Instagram: anche questo nei giorni scorsi è stato subissato di chiamate di insulti.
yuma e la famiglia 1
Vkusvill è una catena di alimentari chic, dall'hummus alla burrata al kefir: una sorta di «Whole Foods» russa dall'immagine aperta e moderna. Così a fine giugno, nel concorso «Ricette per la felicità in famiglia», sono state scelte anche Yuma, Alina, Mila e Ksyusha, in mezzo a una decina di famiglie tutte tradizionali. «Sono felice di essere la matriarca di una casa così grande», dice Yuma, nello spot. In un post su Instagram racconta di essere stata disconosciuta dai genitori perché lesbica. «La nostra casa è un rifugio: viene chi vuole stare e vede il mondo come noi». Parole incendiarie, per la Russia in cui dal 2013 vige una discussa «legge contro la propaganda gay»: non si possono mostrare a minorenni contenuti relativi all'omosessualità. Il video è comparso con una dicitura VM18 e un disclaimer dell'azienda.
vkusvill
«È la prima volta che Vkusville fa questa scelta, ma saremmo ipocriti a censurarle. Molti dei nostri clienti vivono così». Apriti cielo. «La cosa meno dura che ci hanno scritto è stata "tagliatevi le vene"», dice Yuma alla tv in lingua russa Current Time. «Alina lavora coi ragazzi autistici ed è stata accusata di plagiarli, di farli diventare gay. Siamo scappate di corsa». Basta cercare su Google i loro nomi per imbattersi in vari blog di genitori preoccupati. «Hai già un figlio autistico», scrive una, Mariya-Mamyko, «ci manca l'educatrice lesbica». E così via. La stessa Vkusvill ha scritto una lettera di scuse al pubblico. «Abbiamo pubblicato un contenuto che ha urtato molti consumatori, famiglie e fornitori. È stato un errore», scrivono i dirigenti, che si firmano, in 12. «La nostra azienda deve fornire prodotti freschi, non esprimere opinioni politiche o sociali». Le associazioni Lgbt hanno lanciato un boicottaggio, ma la stessa Yuma, che si dice «vegana radicale», femminista e anticonsumista, ha detto che non lo osserverà.
yuma e la famiglia a barcellona mila a barcellona supermercato vkusvill yuma e la famiglia alina e la fidanzata yuma 2 yuma 1