Estratto dell'articolo di Mauro della Porta Raffo per “il Fatto quotidiano”
jack crawford
Corre il 1933 e un forte tennista australiano di nome Jack Crawford a fine gennaio si impone nella finale dei Campionati Internazionali del suo Paese. Decide poi il ‘canguro’ di venire in Europa per prendere parte al Roland Garros parigino, il Campionato di Francia, che si aggiudica il 5 giugno. Non contento ed evidentemente in grande forma, di lì a poco più di un mese (è il 7 di luglio), vince anche sui campi londinesi di Wimbledon. Una cavalcata trionfale la sua che vorrebbe concludere portando a casa anche gli Internazionali degli Stati
jack crawford
Uniti in programma dal 2 al 10 settembre successivi. È appunto arrivando a New York laddove si gioca che Crawford viene accolto dalla stampa tutta (non solamente da quella sportiva) con particolare attenzione ed enfasi. Si scrive nella circostanza che se dovesse prevalere anche nella Grande Mela metterebbe a segno una impresa davvero straordinaria come quella compiuta da un giocatore di bridge che in una partita realizzi il punteggio massimo possibile e cioè il Grande Slam (è sostanzialmente da allora che i quattro tornei in questione vengono singolarmente definiti Slam).
fred perry jack crawford us open 1933
L’australiano arriva davvero ad un passo dall’impresa visto che il predetto 10 settembre, in finale contro l’inglese Fred Perry, va avanti due set a uno. È però a questo punto che le sorti del match mutano repentinamente tanto che finisce per perdere al quinto. Sfuma in tal modo il sognato Grande Slam che sarà invece opera nel 1938 dell’americano Don Budge. […]
jack crawford jack crawford