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    VI SIETE MAI CHIESTI PERCHÉ DAENERYS TARGARYEN SIA IMPAZZITA IN MODO COSÌ ECLATANTE NEL FINALE DI “GAME OF THRONES”? – SE VOLETE UNA RISPOSTA IL 22 AGOSTO SU SKY VA IN ONDA “HOUSE OF THE DRAGON”, PREQUEL DELLA FORTUNA SERIE TV, CHE NARRA LE VICENDE DELLA DINASTIA TARGARYEN, CON TANTO DI SOCIETÀ PATRIARCALE E SCALATA FEMMINILE – QUESTA VOLTA I FAN DI GEORGE R.R. MARTIN, AUTORE DEI ROMANZI, POSSONO STARE TRANQUILLI: LA SERIE È TRATTA DAL LIBRO “FUOCO E SANGUE” E NON DOVREBBE RISERVARE SPIACEVOLI SORPRESE… - VIDEO


     
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    Valentina Ariete per “la Stampa”

     

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    Vi siete mai chiesti perché Daenerys Targaryen sia impazzita in modo così eclatante nel finale di Game of Thrones? Oltre a una scrittura non proprio all'altezza delle precedenti stagioni, gran parte del motivo sta nei geni. Diciamo che la sua famiglia non è quella da spot natalizio. Lo scopriamo in House of the Dragon, prequel di Il Trono di Spade ambientato 172 anni prima della storia della Madre dei draghi, in esclusiva su Sky e Now dal 22 agosto, in contemporanea con gli Usa.

     

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    Stavolta i fan di George R.R. Martin, autore dei romanzi a cui è ispirata la serie Game of Thrones, possono stare tranquilli: House of the Dragon è tratta da libro Fuoco e sangue, spin-off della saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco che si concentra in particolare sulla dinastia Targaryen, formata da re cavalcatori di draghi. Paddy Considine, che interpreta Re Viserys I Targaryen, ci ha rassicurato a Londra, all'anteprima della serie: «È difficile concludere in modo soddisfacente una storia come quella di Game of Thrones. È vero, alla fine si è corso un po' troppo, ma quando ho finito di vedere l'ultima stagione non ho capito perché i fan si siano rivoltati in quel modo.

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    In ogni caso questa ha l'impronta di Martin stampata ovunque: ha visto tutti gli episodi e ne è contento. Stavolta gli amanti del suo lavoro saranno più soddisfatti». D'accordo Matt Smith, che interpreta il principe Daemon Targaryen, fratello del re: «È impossibile soddisfare tutti e questo vale per ogni finale. Soltanto tre serie, tra quelle composte da più di cinque stagioni, sono riuscite a fare un finale perfetto: I Soprano, Breaking Bad e The Wire».

     

    Re cavalcatori di draghi dicevamo. Non regine. È proprio questo il punto centrale della serie: in un mondo in cui si vola sul dorso di gigantesche lucertole sputa fuoco è invece impensabile vedere seduta sull'Iron Throne una donna. Viserys I, che ha una figlia femmina, Rhaenyra, spera che la moglie gli dia finalmente un figlio, in modo da assicurarsi la successione al trono.

    Soprattutto per non lasciare il potere al fratello Daemon: impulsivo, irascibile, con un amore per il sangue quasi morboso. Tutto il contrario del pacifico re. Quando la sua famiglia viene distrutta da un evento inaspettato, Viserys sceglie di abbracciare il nuovo e di nominare erede sua figlia, anche se è una ragazza.

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    Nel ruolo di Rhaenyra da giovane c'è Milly Alcock, che si è ispirata a un premio Oscar: «Ho tenuto bene a mente l'interpretazione di Cate Blanchett in Elizabeth: The Golden Age. A differenza di Daenerys, la scalata al potere di Rhaenyra è legittima. Certo, è in difficoltà per come viene trattata e vista in quanto donna. Possedere un drago le dà la possibilità di avvicinarsi alla libertà che hanno gli uomini. Il suo drago le permette di indugiare nella fantasia di immaginare come sarebbe stata la sua vita se fosse nata uomo».

     

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    C'è quindi della misoginia in House of the Dragon, ma è funzionale alla storia secondo l'attrice: «Martin mette spesso fatti realmente accaduti nei suoi libri e la storia purtroppo non è mai stata molto benevole con le donne, soprattutto quando si tratta di potere». La bellezza del mondo creato dallo scrittore sta proprio nel fatto che nessun personaggio è totalmente buono o cattivo: tutti sono pieni di sfumature, esattamente come ogni essere umano. È uno degli aspetti che Smith apprezza di più del suo personaggio: «Sono tutti in un'area grigia.

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    Daemon, secondo il suo codice morale, è convinto di fare la cosa giusta. Dà molta importanza alla lealtà e ai propri principi. Magari la sua morale è discutibile, ma almeno è fedele a se stesso». Questa ambiguità nelle alleanze politiche è proprio ciò che rende attuale una serie come House of the Dragon. Ne è convinto il regista e showrunner Miguel Sapochnik, autore di alcuni degli episodi più belli di Game of Thrones, come La battaglia dei bastardi: «Per descrivere i personaggi della serie si può citare Michael Caine in Batman: alcuni uomini vogliono semplicemente vedere il mondo bruciare. È una descrizione piuttosto accurata! Sfortunatamente oggi ci sono diverse persone che vogliono veder bruciare il mondo.

     

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    In questo senso House of the Dragon è molto attuale e connessa con la realtà. Per fortuna alcuni personaggi non sono così, ma sono pochi». E a proposito di personaggi: nella prima stagione c'è un salto temporale importante. Vedremo Rhaenyra più adulta e dovrà vedersela non soltanto con lo zio Daemon, ma anche con il fratellastro, Aegon II Targaryen, più giovane e intenzionato a prendersi il trono. Lo stesso attore che lo interpreta, Tom Glynn-Carney, ci ha avvertito: «La mia entrata in scena sarà molto pericolosa e imprevedibile. Siamo seduti sulle spalle dei giganti: è importante rispettare la serie originale e penso che l'abbiamo fatto, spingendoci anche oltre».

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