Paolo Vites per "www.ilsussidiario.net"
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“Allah mi ha creato per innalzare la bandiera di Allah … con l’aiuto del sangue”. Chi parla è un ragazzino di appena 11 anni. In un video di qualche mese fa e diffuso sulla Rete solo adesso, si vede un ragazzino come tanti, con una tuta da ginnastica interrogato da un uomo sconosciuto che non si vede nelle immagini e che gli fa domande su cosa significhi essere un vero musulmano: “La legge di Allah nella mia patria non è più al potere, stanno uccidendo i miei fratelli e le mie sorelle”.
E ancora: “Quando vi prenderemo vi taglieremo la testa”. E’ un bambino kamikaze che spiega la sua missione, uno dei tantissimi minori usati dall’Isis per compiere attentati per il fatto che difficilmente vengono perquisiti e controllati.
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UCCISI DUE FRATELLINI KAMIKAZE
La sua patria di cui parla è la Cecenia, da anni sconvolta da una sanguinosa lotta civile dei ribelli islamisti. Lo scorso agosto lui, Mukhamad-Amin Akhmatkhanov, e il fratello maggiore di 17 anni si sono lanciati con una macchina piena di esplosivo per le strade della capitale Grozny, non si sa quale fosse il loro obbiettivo perché a un certo punto si sono imbattuti in un posto di blocco.
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La vettura ha investito uccidendolo un poliziotto, poi si è schiantata contro una macchina della polizia. L’11enne aveva in mano il detonatore e per qualche ragione la bomba nella macchina è esplosa senza uccidere i due fratelli. I poliziotti senza rendersi conto che dentro c’erano due ragazzini hanno aperto il fuoco e li hanno uccisi entrambi. La madre dei due fratelli ha poi commentato che “l’Isis ha reso i miei figli degli zombie”.
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