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    “VIA DA SKY? ZERO RANCORE. FORSE ERA ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE” - L’EX PILOTA DAVIDE VALSECCHI NON COMMENTERÀ PIÙ LA FORMULA 1 SULL’EMITTENTE SATELLITARE: QUALCHE GIORNO FA LECLERC MI HA SCRITTO UN MESSAGGIO. 'SE HAI BISOGNO DEL PASS PER QUALCHE GARA, FAMMI UN FISCHIO'. EPPURE NON L’HO MAI RISPARMIATO – LA LITE IN AEREO CON FEDERICA MASOLIN SU KVJAT (“MA FORSE LEI AVEVA RAGIONE”), LAUDA CHE SI TOLSE IL CAPPELLO PER VERSTAPPEN E HAMILTON IN FERRARI: “ATTENZIONE, NON È MICA DETTO CHE…”


     
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    Simone Golia per corriere.it - Estratti

     

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    E ora?

    «E ora mi do da fare, tanto io so qualcosa solo di motori», se la ride Davide Valsecchi, 37 anni, ex pilota automobilistico e dal 2013 amatissimo opinionista di Sky Sport per la Formula 1.

     

    O meglio, ex opinionista. Sa che sul profilo Instagram di Sky, sotto le foto della nuova squadra motori, almeno 8 utenti su 10 hanno chiesto di lei e di Federica Masolin?

    «Li ringrazio per l’affetto, ma non sono andato a leggerli, altrimenti mi sarei intristito. Non è un momento facile per me, però nella vita si cambia e forse era arrivato il momento di farlo. Anche Federica d’altronde è stata spostata sul calcio. È andata così, è il mondo del lavoro.

     

    Io ho un modo di fare non molto elegante, non parlo benissimo, spesso esagero, ma non sono una persona che porta rancore. Sono uno vero, istintivo… pensavo fosse la cosa giusta, ma da un paio di mesi non ne sono più così sicuro. Tuttavia ognuno prende la sua strada. A Sky mi hanno sempre trattato bene e poi al mio posto hanno preso persone capaci».

     

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    Certo, per loro non sarà semplice entrare nel cuore degli appassionati come è riuscito a fare lei.

    «Fin dal primo giorno mi sono imposto una regola, cioè farsi una foto con chiunque me l’avesse chiesta, anche durante una diretta. A Monza arrivavo due ore prima e lasciavo l’autodromo due ore dopo per fare in modo di accontentare tutti. Mi sono sempre sentito il contorno, il piatto forte restano i piloti. Hamilton o Verstappen, probabilmente, non possono sottoporsi a mille selfie, ma chi sono io per dire di no a un ragazzo che magari per esserci è partito dalla Sicilia? Tutto questo affetto non me lo meritavo».

     

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    Ma perché le vogliono tutti bene, Valsecchi?

    «Forse la chiave è stata essere il più normale possibile. Qualche giorno fa Leclerc mi ha scritto un messaggio. “Valse, ma davvero non farai più parte di Sky? Se hai bisogno del pass per qualche gara, fammi un fischio”. Eppure non l’ho mai risparmiato. Però noi siamo gente di corse, tagliato il traguardo sappiamo da soli se abbiamo fatto bene o male. Poi c’è il tifo, che si fa trasportare dall’emozione come capita a me con l’Inter. La verità è che si parte in 100 e alla fine ne vince solo uno. Ci sono anche gli avversari, che qualche volta possono essere più bravi».

     

    Vuole dire qualcosa alla sua metà in pista, Federica Masolin?

    «Lei era semplicemente la più brava, la più talentuosa. Le spiegavi un paio di cose e le rimanevano subito in testa. Quando mi presero a Sky, era una giornalista bravissima ma non una vera intenditrice di motori. Ora ne sa più di me».

     

    Ma avrete pur litigato qualche volta…

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    «Eravamo a Shanghai, era il 2016. Alla guida della Red Bull c’è il giovane Daniil Kvjat, che parte a razzo entrando durissimo su Vettel, già alla Ferrari. Alla fine, salgono entrambi sul podio e se le dicono di tutti i colori. Seb lo accusa. “Sei entrato come un torpedo (un siluro)”, il russo gli risponde ridendogli in faccia.

     

    Quasi tutti lo accusarono di aver mancato di rispetto a una leggenda, anche Federica ne era convinta, d’altronde Vettel era un nostro amico, lo conoscevamo bene. Io, invece, dissi la mia: altro che arroganza, Kvjat aveva fatto bene. È il bello dello sport, anche il più stupido del gruppo può vincere. E una volta che arriva sul podio, è libero di dire ciò che vuole, anche a un campione del mondo».

     

    E come è andata a finire?

    «Passiamo il viaggio di ritorno a litigare in aereo, eravamo entrambi convinti delle nostre idee, io soprattutto. Come poteva una giornalista saperne più di un ex pilota? La gara dopo, a Sochi, Kvjat sbaglia la partenza e tampona di nuovo Vettel. Non una, ma ben due volte (ride). Bene, la Red Bull lo licenzia e al suo posto ci mette Verstappen, promuovendolo dalla Toro Rosso. Federica forse aveva ragione...».

     

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    Lei è stato protagonista anche di qualche leggerezza di troppo, a giugno venne sospeso per un Gp insieme al collega Matteo Bobbi per commenti sessisti.

    «In quel caso non mi trovai d’accordo con il provvedimento preso da Sky. Certo, avevo peccato di stile, ma mi sono sempre considerato una persona buona. Ho due figli piccoli, non vado in giro a cercare avventure, ormai da quelle sono tagliato fuori. Altro episodio: a Spa, dimenticai il pass per entrare in pista. Me lo fece notare in diretta Federica, io d’istinto scherzai. “Dicono dei napoletani, poi guarda che ladri che ci sono in Belgio…”. Anche lì polemiche feroci».

     

    Dieci anni di gare, ne ricorda una su tutte?

    «Interlagos 2016, Verstappen vinse sotto un’ acqua clamorosa superando all’esterno della Curva do Sol il futuro campione del mondo Nico Rosberg. É stata la prestazione individuale più bella che abbia mai visto dal vivo. Nel paddock c’era Niki Lauda, allora uno dei boss Mercedes. Quando vide passargli davanti il papà di Max, si tolse il cappello e gli disse che non aveva mai visto un pilota così bello sul bagnato».

     

    E invece il pilota più pazzo?

    «Ricciardo. Lo conoscevo abbastanza bene, fin da quando ci allenavamo insieme a Viareggio. È sempre stato il mio preferito. Può essere la sorpresa di questa stagione con la Racing Bulls».

     

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    Mai commentato un mondiale della Ferrari: è il rammarico più grande?

    «Certamente dispiace, ma quando la Ferrari lotta per vincere succede che i tifosi si incattiviscono. Danno la colpa a tutti, vedono complotti. Nei momenti di difficoltà, invece, a spingere la rossa ci sono solo gli appassionati, quelli veri. Speriamo che nel 2025, con l’arrivo di Hamilton, arrivi anche il titolo. Ma attenzione, non è mica detto che sarà più bravo di Leclerc. Hanno preso il numero 1, però non darà mezzo secondo al giro a Charles, che è nel pieno della sua carriera. Personalmente farò il tifo per un suo trionfo».

     

    (...)

     

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