1. CARCERE PER CHI ATTRAVERSA LE ALPI COSÌ MACRON HA INASPRITO LE LEGGI
Leonardo Martinelli per ''La Stampa''
Macron
L' irruzione degli agenti di dogana francesi nella sala d' accoglienza dei migranti alla stazione di Bardonecchia è stato solo un incidente di percorso? Dovuto forse a un errore di valutazione di quei gendarmi o a una diversa interpretazione delle normative in vigore rispetto agli italiani ? Oppure è la conseguenza ultima di una politica deliberata anti-migranti, ormai indifferente al rispetto dei diritti umani, voluta da Emmanuel Macron? Tanti elementi propendono per l' ultima ipotesi.
Il Presidente ha parlato spesso di «solidarietà necessaria» sul tema con l' Italia, ammettendo che «la Francia non ha fatto la sua parte». Ma al di là del buonismo delle parole, la realtà è un' altra: sta indurendo la sua politica, sia a livello normativo che operativo. Alla faccia dell' Italia.
Gli esempi concreti di un pugno sempre più duro non mancano. Partendo da Bardonecchia, dove lo scorso 9 febbraio i gendarmi francesi scaricarono Beauty, donna nigeriana, gravemente malata ma respinta alla frontiera, spirata qualche giorno dopo all' ospedale Sant' Anna di Torino, dopo aver dato alla luce un figlio.
Più in generale in Francia cresce il numero di stranieri piazzati nei centri di detenzione amministrativa per i migranti (tra l' ottobre e il dicembre 2017 erano 1944 contro 1123 nello stesso periodo del 2016).
Poi si prenda l' esempio di Calais, trampolino di lancio per emigrare in Inghilterra. Lì la «giungla», una baraccopoli di migranti, fu smantellata nel 2016 e François Hollande pianificò una ridistribuzione efficace di quelle persone in tutto il Paese. Oggi, quasi un migliaio di clandestini vaga per la città, con la polizia che distrugge regolarmente i loro ripari di fortuna, perché non rimangano sul posto.
BLITZ BARDONECCHIA
Ma l' espressione nero su bianco della concezione del Presidente è la nuova legge sull' asilo politico e l' immigrazione. È stata presentata lo scorso 21 febbraio dal ministro degli Interni Gérard Collomb, molto vicino a Macron. Un sondaggio dell' istituto Elabe, che era stato realizzato pochi giorni prima, aveva indicato che il 66% dei francesi giudicava il Presidente «troppo lassista» sull' immigrazione. Ecco, lui ha cercato di non deluderli più con questo progetto di legge, che sarà dibattuto nei prossimi giorni nell' Assemblea nazionale (dove i deputati macronisti hanno la maggioranza assoluta).
Il testo prevede, fra le altre cose, la creazione di un reato di «superamento illegale della frontiera»: fino a un anno di carcere e 3750 euro di multa per chi, ad esempio, attraversa illegalmente le Alpi tra Italia e Francia e non in corrispondenza di un posto di frontiera. Ma quale clandestino vi si presenterà mai? «Criminalizzare il passaggio non autorizzato in frontiera è scandaloso - osserva Lorenzo Trucco, presidente in Italia dell' Associazione per gli studi giuridici sull' immigrazione -: significa non concedere ai più il diritto a chiedere lo status di rifugiato. E spogliare i migranti del grosso dei diritti umani».
La legge vuole anche ridurre i tempi per avere una risposta sull' asilo a massimo sei mesi (oggi la media è 11). Ma la decisione annunciata non sarà più sospensiva rispetto al ricorso. Insomma, i migranti potranno essere espulsi e ricevere notifica del ricorso solo una volta ritornati in patria. In Italia la legge Minniti ha eliminato uno dei livelli intermedi, il ricorso alla corte d' appello, ma rimane garantito quello in Cassazione, senza la possibilità di espellere prima il migrante.
BLITZ BARDONECCHIA
La nuova legge francese, invece, non tratta la questione di chi aiuta i clandestini in difficoltà, come la guida alpina indagata per avere aiutato pochi giorni fa una donna incinta, dopo aver attraversato a piedi le Alpi. Varie persone sono già state condannate in Francia perché la normativa consente di soccorrere chi si trovi già sul territorio francese, ma non chi ha appena attraversato un confine nazionale per entrarci.
2. LUNGO LA NUOVA ROTTA DEI DISPERATI DOVE I GENDARMI DETTANO LEGGE
Lodovico Poletto per ''la Stampa''
Dicono che a primavera, e con il disgelo, la montagna regalerà brutte sorprese. E che da sotto la neve ridotta in poltiglia affiorerà il corpo di chi non ce l' ha fatta ad attraversare il confine inseguendo il sogno della Francia. E dicono anche che l' incidente dell' altra notte con la polizia francese non è certo una novità.
Non nel senso che gli agenti sono entrati altre volte a controllare i migranti della stanzetta del Comune di Bardonecchia accanto all' ingresso della stazione, dove operano medici e volontari di Rainbow for Africa. E allora che cosa significa non è un caso unico? Moussa, il senegalese che fa da mediatore culturale in quelle tre stanze si rolla l' ennesima sigaretta e, con calma, spiega che: «Quelli fanno ciò che vogliono. Sui treni e alla frontiera. Rimandano indietro la gente anche se ha soldi e documenti a posto». E ancora: «Fanno come fossero loro i padroni di casa. Molto duri, con pochissima umanità».
guida alpina
La frontiera invisibile
Bardonecchia, vigilia di Pasqua, dodici ore dopo l' irruzione che è diventata un caso diplomatico, è un paese che si sveglia con il sole. Sciatori sulle piste, seconde case con le tapparelle alzate, auto, parcheggi impossibili e il solito affollamento dei periodi di festa.
Questa è la terra dove Francia e Italia si fondono, dove lo frontiere - se non conosci il territorio benissimo - diventano ipotesi sulle quali ognuno può dire la sua. E il piazzale davanti alla stazione è un non luogo nel quale i furgoni bianchi con la banda tricolore della Gendarmeria vanno e vengono tutto il giorno e scaricano migranti fermati alla frontiera. «Fanno tutto ciò che vogliono» insistono davanti alla stazione. Chi? I gendarmi? «Tutti, anche le dogane». E così accade che alle undici del mattino i tre agenti francesi appena scesi dal treno in arrivo da Modane, per il servizio di pattugliamento e controllo viaggiatori tra Italia e Francia, chiedano i documenti anche a chi sta in piazza: «S' il vous plait».
Italiani. Non migranti. Ma questo è territorio italiano e le persone a cui lo domandano non sono scese dal treno. «Fanno sempre così, con tutti» raccontano al bar davanti alla stazione. Operano in modo indipendente in una sorta di attività extraterritoriale condotta in autonomia, cioè senza l' appoggio delle autorità italiane. Che sarebbe indispensabile. Perché, se non c' è, è un abuso.
TRENO VENTIMIGLIA CONFINE FRANCIA
Le intimidazioni
Lo dice alle due del pomeriggio anche Edoardo Greppi, docente di diritto internazionale all' Università di Torino che, ancora con addosso la tuta da sci si presenta davanti alla stazione per capire cos' è accaduto. «Non è scoppiata la terza guerra mondiale, certo. Ma un abuso c' è stato e i contorni sono tutti da definire».
Lo ribadisce il sindaco Francesco Avato, dopo che quelli di Rainbow for Africa hanno denunciato sul web ciò che accaduto l' altra notte. Dopo che Moussa ha spiegato ai microfoni che quando gli agenti sono entrati con quel ragazzo al loro seguito erano decisi. E lei Moussa che cosa ha fatto? «Ho detto che non potevano e sa che cosa mi hanno risposto? Hanno messo il dito davanti alla bocca, così. E mi hanno detto di stare zitto. Cioè che loro potevano fare ciò volevano».
Le accuse dei mediatori
Quando cala la sera su Bardonecchia nevica. La polizia francese non si vede in paese dalle tre del pomeriggio. Poi parli con quelli che si occupano di migranti e saltano fuori mille altre storie che puoi trovare solo in questa terra di mezzo, dove i temi dell' immigrazione si confondono con la convivenza, dove i ruoli non sono mai netti. Dove le norme sono sempre e comunque interpretate. E le storie che circolano in paese andrebbero chiarite fino in fondo.
MARCO MINNITI
Come quella che raccontano ancora i mediatori: «I minori vengono respinti alla frontiera. In barba a ogni accordo internazionale di protezione dei più piccoli». Conferma Avato: «Lo sappiamo, ne abbiamo sentito parlare». Ma se ci fossero dubbi sulla effettiva età dei migranti? «Deve comunque prevalere la protezione della persona. Quindi prima l' accoglienza, poi tutto il resto».
E salta fuori di nuovo la storia di Beauty, malata di linfoma in fase terminale, incinta di sette mesi, morta dopo essere stata respinta alla frontiera e subito dopo aver dato alla luce il figlio, grazie all' impegno e agli sforzi dei medici dell' ospedale Sant' Anna di Torino. «Un altro abuso, un' altra cosa che i doganieri francesi non potevano fare» insistono i volontari. A Briançon, appena oltre frontiera, storcono il naso i gendarmi. E il giornale locale dice che non è andata così. Che è stato fatto tutto secondo la legge. E Bardonecchia si prepara per un' altra serata di neve e di gelo. Di migranti che arrivano. Di polemiche. Di confini fisici e legali che si confondo, si mescolano, non si capiscono più.