Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera - Roma
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Nadia, femmina di pastore belga Malinois, fruga fra le fioriere sulle terrazze di via Giolitti. Il suo fiuto va a colpo sicuro, trova dosi di droga che i pusher hanno sotterrato chissà quando, pronti a riprenderle alla prima richiesta di un cliente. Cocaina ed eroina, hashish e marijuana. Droga alla stazione Termini: non è una novità ma come per lo scalo Tiburtino il 2019 si è aperto con un aumento di arresti di spacciatori. Solo i carabinieri della compagnia Roma Centro, protagonisti nell' ultimo fine settimana di un' altra tornata di verifiche proprio con i cani antidroga, ne hanno catturati più di cinquanta nel corso di controlli quotidiani antidegrado.
C' è «roba» ovunque, ogni luogo appartato si trasforma in un nascondiglio: a metà di via Marsala perfino una piccola impalcatura per i lavori è stata colonizzata invece da clochard e venditori ambulanti che ci si arrampicano anche in pieno giorno per nasconderci la merce contraffatta in sacchi di cellophane neri. Non si può escludere che il ponteggio possa essere un presidio dei pusher e delle vedette che dall' alto hanno un' ampia visuale di quello che accade per strada e sui marciapiedi. L' esterno della stazione più grande d' Europa continua a essere un luogo di spaccio redditizio.
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Chi vende le dosi arriva anche a nasconderle sotto i sellini dei tanti scooter parcheggiati dai pendolari che poi li riprendono di sera quando tornano con il treno da altre città o da chi lavora negli uffici della zona, ma poi ci sono le aiuole dei giardini Einaudi, i tanti bivacchi nelle strade che partono da via Marsala e via Giolitti, perfino il muretto all' ingresso della galleria gommata (sempre lato Giolitti) un tempo anch' esso punto di riferimento delle vedette che si sedevano sulla sommità del parapetto delle scale che portano al Forum e adesso hanno qualche difficoltà in più perché sono stati montati dei dissuasori appuntiti che li costringono a rimanere in piedi e ad essere così più visibili e sospetti.
Accorgimenti però che da soli non bastano per colpire a fondo chi spaccia e chi approfitta del caos attorno a Termini per portare avanti affari illegali.
Senza contare che carabinieri e polizia si ritrovano spesso davanti personaggi che hanno fermato per spaccio solo qualche ora prima: c' è chi viene scarcerato subito e ritorna davanti alla stazione dopo la convalida del provvedimento e chi invece non finisce proprio in camera di sicurezza perché riesce a dimostrare che la droga in suo possesso - anche decine di grammi per volta - è per uso personale.
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Sembra strano ma accade anche questo, soprattutto se il pusher custodisce lo stupefacente tutto insieme, non diviso in dosi. Il trucco è sempre lo stesso: poche bustine in tasca per accontentare uno-due clienti per volta e rischiare poco in caso di controllo. E il resto della partita nascosto bene, pronto per essere utilizzato per rifornirsi volta per volta. Lo fanno in tanti, la confusione che regna sovrana nei dintorni della stazione aiuta a concludere affari anche di giorno. Se va male c' è sempre un' altra, e poi ancora un' altra, occasione.
I daspo urbani hanno cominciato a colpire anche gli spacciatori che in qualche caso si sono spostati verso piazza della Repubblica. Ma il fenomeno rimane, anzi qui l' eroina ha preso piede e non è raro imbattersi in siringhe sporche di sangue abbandonate sui marciapiedi o sui muriccioli che costeggiano le Terme di Diocleziano. È un continuo: si pulisce, poche ore e tutto ritorna come prima. Proprio di fronte alla stazione Termini e nelle strade vicine le Ferrovie dello Stato hanno intenzione di installare, in accordo con la Questura, una quindicina di telecamere ad alta tecnologia entro la fine dell' anno per rinforzare la possibilità di controllare il territorio con impianti video di ultima generazione.
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Spesso proprio il «Grande fratello» fuori dallo scalo ferroviario ha consentito di individuare e bloccare gruppi di spacciatori, che agivano fino a piazza Vittorio e poi ancora verso San Lorenzo. Ma i clienti continuano ad avere la stazione come punto di riferimento: si mettono in fila, attendono lo spacciatore, e a volte intermediari che accompagnano chi vuole comprare droga nei luoghi strategici in attesa della consegna. Sorprenderli in flagrante diventa sempre più complicate, servono lunghi appostamenti, ma molte facce si conoscono, sono sempre le stesse. Le indagini puntano ora a individuare i canali di rifornimento dei pusher: droga che arriva da altre zone di Roma, e a volte anche da altre città.
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Come avviene alla stazione Tiburtina dove ieri la società Tibus srl, che gestisce il capolinea dei pullman, ha sottolineato - dopo il servizio sul Corriere di domenica - come le operazioni antidroga delle forze dell' ordine vengono portate a termine «con il sostegno e il supporto del personale e dei sistemi di videosorveglianza dell' autostazione. Una fattiva collaborazione che è valsa alla Tibus la scorsa estate l' encomio della Questura: l' autostazione è un baluardo per la tutela e la sicurezza del territorio, ruolo oggi consolidato con una sala operativa attiva 24 ore su 24, personale di vigilanza armato e un sistema di videosorveglianza composto da 35 telecamere digitali e 15 analogiche con ottiche diurne e notturne».
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