Brittany Vonow per The Sun
merce intatta nel negozio di fukushima
Le città giapponesi di Fukushima, cinque anni dopo il disastro nucleare e l’evacuazione di massa di 150.000 persone, sembrano congelate nel tempo. Le immagini del fotografo malese Keow Wee Loong, entrato nella zona con una maschera antigas, mostrano supermercati deserti, lavanderie con ancora vestiti negli oblò e negozi abbandonati, merce scaduta nel 2011 sugli scaffali, ed oggetti di chi un tempo abitava lì.
Un disastro secondo soltanto a Chernobyl. In queste zone non si può entrare ma a giugno il 27enne si è intrufolato con due collaboratori per visitare le città-fantasma di Tomioka, Okuma, Namie e Futaba. Sono entrati di notte, per evitare le ronde della polizia.
oggetti di valore lasciati intorno a fukushima loong nel negozio di fukushima
Gli abitanti hanno dovuto lasciare in fretta e furia le case e quindi non hanno portato via quasi nulla. Nei negozi, tutto è rimasto com’era. A terra si trovano soldi, libri, DVD, gioielli. I semafori funzionano ancora ma le macchine non circolano più. E’ post-apocalittico, sembra di stare nel film “Io sono leggenda”.
Nonostante la maschera a gas, Loong dice di aver sentito subito l’impatto elle radiazioni: «Appena arrivato, ho sentito bruciare gli occhi e puzza di sostanze chimiche». I livelli si sono abbassati dal disastro, ma sono ancora pericolosi.
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