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    VIAGGIO NELLO STABILIMENTO PFIZER DI PUURS, IN BELGIO, CHE CREA IL VACCINO PER L'EUROPA - LE PRIME FIALE SONO GIÀ PRONTE, CUSTODITE A 70 GRADI SOTTOZERO IN 350 ENORMI FREEZER ALIMENTATI DALL'ENERGIA GENERATA DA DUE PALE EOLICHE ALTE 150 METRI - CHI RICEVE IL VACCINO AVRÀ TRE OPZIONI: CONSERVARE LE FIALE IN FREEZER A TEMPERATURA ULTRA BASSA, DOVE RESISTONO FINO A SEI MESI; SFRUTTARE LE CONFEZIONI TERMICHE DI PFIZER CHE VANNO RIEMPITE OGNI CINQUE GIORNI CON GHIACCIO SECCO PER UN MASSIMO DI 15 GIORNI. E UNA TERZA IPOTESI…


     
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    Marco Bresolin per “la Stampa”

     

    STABILIMENTO PFIZER DI PUURS STABILIMENTO PFIZER DI PUURS

    Le prime fiale del vaccino che arriverà in Italia all' inizio del 2021 sono già qui, custodite a 70 gradi sottozero in 350 enormi freezer che vengono alimentati grazie all' energia generata da due pale eoliche alte 150 metri. «Abbiamo già prodotto centinaia di migliaia di dosi per essere pronti non appena otterremo l' autorizzazione» spiega Koen Colpaert, portavoce dello stabilimento della Pfizer di Puurs.

     

    È proprio qui, in questo comune delle Fiandre a metà strada tra Bruxelles e Anversa, che sta nascendo il siero potenzialmente in grado di dare l' immunità contro il SARS-CoV-2. La Commissione europea ha già prenotato 300 milioni di dosi: all' Italia ne arriveranno circa 40 milioni.

     

    STABILIMENTO PFIZER DI PUURS STABILIMENTO PFIZER DI PUURS

    L' impianto belga dell' azienda americana è l' unico in Europa in cui verrà prodotto il nuovo vaccino realizzato con la tedesca BioNTech. Gli altri tre si trovano negli Stati Uniti: St. Louis (Missouri), Andover (Massachussetts) e Kalamazoo (Michigan). In tempi normali Puurs sfornava 400 milioni di dosi di vaccini e di farmaci l' anno, distribuite in 170 Paesi nel mondo. Da quando si è deciso di investire nella lotta al Covid-19, lo stabilimento si è ampliato e ha creato nuove linee produttive.

     

    Anche il numero dei dipendenti è aumentato: oggi sono tremila, il doppio rispetto a dieci anni fa. Altri saranno assunti nei prossimi mesi: la Pfizer conta di produrre tra Europa e Stati Uniti 1,3 miliardi di dosi entro fine 2021.

     

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    Tutte le fasi del processo produttivo - realizzato con la tecnologia a RNA messaggero (mRNA) - si svolgono qui, nei capannoni di questo distretto industriale che costeggia la strada N16: «Riceviamo la sostanza mRNA e altre materie prime che combiniamo attraverso una serie di passaggi - spiegano da Puurs -. Il vaccino sfuso viene quindi trasferito su una linea di riempimento asettica per essere inserito nelle fiale sterilizzate. Poi viene sottoposto a un' ispezione al 100% prima di essere trasferito alle linee di confezionamento, dove viene etichettato e imballato». I contenitori vengono messi nelle celle frigorifere e successivamente stoccati a -70° nei 350 freezer, «che all' inizio del 2021 diventeranno 700».

     

    E qui arriva la parte più difficile. Dalla Pfizer ci assicurano che i vaccini raggiungeranno direttamente i punti in cui saranno somministrati nel giro di uno o due giorni, partendo proprio da Puurs. In alcuni casi faranno tappa a Karlsruhe, in Germania, dove è stato predisposto un punto per lo stoccaggio e la distribuzione.

     

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    Viaggeranno a bordo degli aerei verso i principali hub dei Paesi di destinazione e poi su gomma verso i punti di somministrazione. Come fare per mantenere le condizioni termiche? Pfizer inserirà i vaccini in apposite confezioni a temperatura controllata che utilizzano ghiaccio secco: «Lì dentro - spiega Colpaert - possono resistere fino a 10 giorni senza essere aperti».

     

    Dall' azienda ci spiegano che chi riceve il vaccino avrà tre opzioni. La prima: «Conservare le fiale in freezer a temperatura ultra bassa, lì resistono fino a sei mesi». La seconda: «Sfruttare le confezioni termiche di Pfizer che saranno fornite con le dosi: possono essere usate come unità di stoccaggio temporaneo, riempiendole ogni cinque giorni con ghiaccio secco per un massimo di 15 giorni». Ma c'è anche una terza ipotesi: «Il vaccino può essere conservato fino a cinque giorni in frigorifero tra i 2 e gli 8 gradi», un'opzione che potrebbe rendere meno complicata la gestione negli ambulatori medici. A temperatura ambiente, invece, il siero della Pfizer-BioNTech resisterà «per non più di due ore».

     

    La sede di Pfizer a Puurs in Belgio La sede di Pfizer a Puurs in Belgio

    Nei giorni scorsi l'azienda ha annunciato che il siero è efficace al 95%. Ma per l'immissione in commercio manca ancora un passaggio cruciale: l' autorizzazione dell' Agenzia europea del Farmaco (Ema). Secondo Ursula von der Leyen arriverà nella seconda metà di dicembre. Ma quanto durerà l' immunità?

     

    «È una questione che continuiamo a studiare - ammette il portavoce dello stabilimento di Puurs -. La vaccinazione stagionale è chiaramente lo scenario possibile, ma prima di giungere a conclusioni c' è ancora molto da imparare sulla malattia, sul virus e sulla natura dei vaccini attualmente in fase di sviluppo. Per questo è importante disporre di una tecnologia che ci consenta, se necessario, sia di fornire dosi potenziate, sia di affrontare eventuali mutazioni del virus. La buona notizia è che la tecnologia mRNa offre la migliore opportunità per fare entrambe le cose».

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    Secondo indiscrezioni, i governi europei pagheranno 15,5 euro a dose per il vaccino Pfizer-BioNTech (gli Usa 16,5 euro). Quello di CureVac costerà invece 10 euro a dose. In entrambi i casi, per ogni paziente serviranno due dosi. L' Ue ha già versato 700 milioni di euro di acconto alle case produttrici con cui ha firmato i contratti, soldi che saranno persi nel caso in cui i vaccini non dovessero ottenere l' autorizzazione.

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