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Matteo Pinci per “la Repubblica”
TIRANA DUE GIOVANI FANNO PIPI' SUL BUS DELLA ROMA
Trent' anni dopo, il sogno viaggia sulla rotta opposta. C'era un tempo in cui dall'Albania si partiva per l'Italia cercando una vita nuova. Da ieri, migliaia di romanisti sono in partenza per Tirana con in tasca un sogno europeo. Basta atterrare al "Nene Tereza", l'aeroporto dedicato a Madre Teresa, l'albanese più famosa del mondo, per capire che questa finale di Conference League, l'ultima nata della Uefa, da queste parti, è la cometa di Halley: è l'evento che passa una volta nella vita, che elettrizza una città, che fa rifare in fretta la strada che porta all'aeroporto e dipingere il gate con una porta da calcio, per far partecipare al gioco anche chi torna a trovare gli amici o la famiglia o vuole fare un bagno a Durazzo. E non solo perché per la prima volta una finale europea si celebra in Albania. Ma perché arriva la Roma, e Roma è l'Italia, e per milioni di albanesi l'Italia è, da sempre, l'orizzonte a cui tendere.
PARTENZA DELLA ROMA PER TIRANA ABRAHAM
Il Festival di Sanremo proiettava l'Europa nelle case oscurate dal regime chiuso nel Blloku, il quartiere che l'establishment comunista aveva tolto alla gente per farne il proprio enclave di potere e che oggi rifiorisce di locali alla moda e musica lounge . Come in una sorta di contrappasso. Identico a quello degli italiani, che viaggiano controcorrente, trentuno anni dopo i primi sbarchi clandestini a Brindisi: ieri all'aeroporto di Fiumicino era impossibile cambiare gli euro in lek, la moneta locale: "Sono arrivati stamattina e sono già finiti".
Tra qualche ora ogni tavolino sarà invaso dalle migliaia di tifosi che arriveranno da Roma e da Rotterdam. Proprio ai margini del Blloku sorge il gioiello architettonico in cui la Uefa ha disposto con un certo coraggio - e strizzando l'occhio all'influente presidente federale Armand Duka - di giocare la finale di una coppa che avrebbe dovuto regalare un sogno alla periferia del pallone, e invece mette di fronte il Feyenoord, Campione d'Europa nel '70, e la Roma, semifinalista solo 4 anni fa in Champions. Una partita di livello persino superiore alla finale di Europa League.
tirana stadio
S' erano illusi, a Nyon, che bastassero i 20 mila spettatori dell'Arena Kombetare. Uno stadio nato nel 2019 in un'area che oggi si chiama proprio Piazza Italia, e figlio del progetto di un architetto italiano, Marco Casamonti, che ha lavorato anche alla Dacia Arena di Udine e sta realizzando il nuovo centro sportivo della Fiorentina.
Ma certo non s' aspettava di disegnare lo stadio di una finale europea: «E non se lo aspettava nemmeno il primo ministro Rama, e nemmeno il presidente della federcalcio albanese. Ma se forse può sembrare piccolo per un evento così, è perfetto per l'Albania ».
edi rama
Uno stadio che fa invidia alla Roma, per dieci anni impigliata nella burocrazia per costruire un impianto che non si farà mai. Questo, invece, è sorto in tre anni: «Il progetto esecutivo lo abbiamo fatto mentre si costruiva, ha 3200 colonne rosse e nere, i colori della bandiera albanese, e su ognuna un pattern che richiama i tessuti albanesi. È costato in tutto 150 milioni, di cui 140 messi da un privato, la federazione ha contribuito con dieci milioni e con il terreno, ossia il vecchio impianto». Impossibile replicare il modello in Italia: «Siamo capaci di rifare un ponte in un anno, ma abbiamo perso smalto per l'ordinarietà. Da noi l'età media per realizzare un'opera pubblica è di 15 anni».
rama
Avvicinandosi, la prima cosa che si nota è la torre, «alta 100 metri, sarà un hotel della catena Marriott», le tribune invece occupano solo tre lati, «come la Bombonera, il 4° lato è un edificio. Ma questo è un impianto che vive 365 giorni all'anno, tutto il perimetro ospita negozi, bar, ristoranti, è una grande piazza urbana».
Il vero problema però per Tirana è farsi trovare pronta. Anche perché qui di eventi simili non ne hanno mai avuti: c'era stato il Papa, nel 2014, ma un conto sono un milione di pellegrini, un conto un migliaio di ultrà, di cui almeno 500 da Roma, con 14 uomini della polizia italiana a sorvegliarli. Molti sono pronti a sbarcare senza biglietto, nella speranza di trovarlo qui. «Io sto provando a scoraggiarli», ammette l'ambasciatore italiano in Albania, Fabrizio Bucci, romano e tifoso della Roma, «anche perché qui la polizia andrà per le spicce: l'idea è tolleranza minima contro la violenza».
FABRIZIO BUCCI AMBASCIATORE ITALIANO IN ALBANIA
Impossibile fare una stima dei flussi, «ma per il governo è un evento storico, il centro sarà chiuso, chiuderanno gli uffici tanti tifosi verranno in nave e dormiranno a Durazzo». In traghetto è partito anche il pullman della Roma, che ai tifosi vip ha venduto pacchetti da 1400 euro viaggio più stadio, e che qui aveva prenotato il ristorante Amazonic per un'eventuale festa post partita. Ma s' è dovuta arrendere: è nel perimetro dello stadio, dovrà restare chiuso. Sono quasi trent' anni che Gianni Amelio scelse Tirana per farne Lamerica di un gruppo di mafiosi italiani. Ora per migliaia di italiani, torna a essere l'America, con la A maiuscola. O almeno lo spera Mourinho.
PARTENZA DELLA ROMA PER TIRANA