Dopo 25 anni di potere, repressione, corruzione, omicidi e guerre, questa mattina #Putin ha giurato da presidente della Russia nella sala di Sant’Andrea, al Cremlino. pic.twitter.com/b4np0axJu4
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) May 7, 2024
Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
vladimir puntin giuramento per il quinto mandato
Vladimir Vladimirovich Putin ha giurato al Cremlino, in una gelida giornata russa di maggio sotto la neve, per il suo quinto mandato presidenziale, il più lungo dai tempi di Josip Stalin. Nel 2008 dichiarò che il peggior tipo di dipendenza è la dipendenza dal potere, e giurò che non si sarebbe candidato per un terzo mandato. Disertano i rappresentanti di Usa, Ue, Uk.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha affermato che gli Stati Uniti non saranno rappresentati perché non considerano le elezioni presidenziali russe giuste ed eque, ma riconoscono Putin come capo dello stato. Invece erano presenti gli ambasciatori di sei paesi europei: Francia, Grecia, Malta, Cipro, Ungheria e Slovacchia. Un segnale che – qualunque cosa significhi – va colto.
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Subito dopo l'inaugurazione, Putin dovrebbe presentare alla Duma il suo candidato alla carica di primo ministro, che quasi certamente sarà Mikhail Mishustin. Non è però affatto detto che Putin abbia un rapporto speciale con Mishustin, e che sia lui il prescelto per un dopo. […]
In totale all’inaugurazione erano state invitate 2.600 persone, ma nessun rappresentante ufficiale di Usa, Unione Europea, Regno Unito è andato. Solo sei singoli stati Ue erano presenti con ambasciatori: Francia, Grecia, Malta, Cipro, Ungheria e Slovacchia. C’erano soldati che hanno combattuto in Ucraina. C’erano i military bloggers importanti per il consenso al regime.
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Al Cremlino è stato notato anche Ramzan Kadyrov, non in ottime condizioni di salute, per usare un eufemismo. C’era l’attore americano Steven Seagal, putiniano ormai caricaturale. C’era il cantante Shaman. Regolarmente presente il ministro della Difesa Sergey Shoigu (accanto al capo del Fsb Bortnikov), nonostante rumors su una sua possibile sostituzione. E c’erano ovviamente, ci torneremo, oligarchi, prestanome, famigli.
Su un muro di un corridoio del Cremlino, dove Putin si è fermato (e fatto fotografare) un secondo, c’era un dipinto di Sergei Prisekin (“Chi verrà da noi con una spada, di spada morirà”). In realtà la situazione della Russia è complessa. Il gas di Gazprom tracolla. Il petrolio è colpito duramente. 465mila soldati russi sono il totale delle perdite, tra morti o feriti gravemente. L’isolamento della Russia è enorme. [...]
steven seagal - giuramento di putin
Ha ringraziato i russi e quelle regioni occupate in Ucraina che chiama ancora «regioni storiche», che nel suo mondo parallelo storico-politico hanno «difeso il loro diritto di far parte della Russia». Rivolgendosi ai veterani, ha detto «insieme, supereremo tutti gli ostacoli e vinceremo». Però è la prima volta che parla di ostacoli, ne ammette pubblicamente l’esistenza.
E almeno pretende di tendere la mano all’Occidente: «Non rifiutiamo il dialogo con gli Stati occidentali. La scelta spetta a loro. Vogliono continuare a cercare di limitare lo sviluppo della Russia, continuare la politica di aggressione, pressione sul nostro Paese che non è cessata da anni, o guardare ad una via per la cooperazione e la pace?».
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Nel pubblico sono stati fotografati insieme due dei suoi più cari amici, il violoncellista Sergey Roldugin (considerato nelle sanzioni occidentali uno dei suoi prestanome personali), e Gennady Timchenko, uno dei suoi “portafogli personali”, amico di giovinezza dai tempi della Cooperativa Ozero. Subito dopo il giuramento, a cantare l’inno, si scattava un’istantanea di quello che pè oggi l’oligarchia russa, almeno la parte rimasta più vicina al dittatore.
il patriarca kirill al giuramento di putin
Tra loro c’erano Sergei Kiriyenko, il capo dell’amministrazione presidenziale addetto tra l’altro alle operazioni di propaganda in Europa, la vice Anna Kuznetsova, il capo di Gazprom Alexey Miller, la nipote segreta di Putin, Anna Tsivileva, con il marito, il governatore della regione di Kemerovo Sergei Tsivilev.
Il capo della Chiesa ortodossa russa, durante una funzione di ringraziamento dopo l’insediamento di Putin, ha detto che a volte i capi devono prendere «decisioni formidabili», che a volte «includono delle vittime», e ha citato l’esempio del principe Alexander Nevsky, poi diventato santo. Putin santo subito. O quasi.
Al termine del suo discorso, ha augurato a Putin: «Dio voglia che la fine del secolo significhi la fine della vostra permanenza al potere». Yulia Navalnaya, nelle stesse ore, pubblicava un video per invitare la resistenza russa a continuare a resistere contro «un bugiardo, un ladro e un assassino»
Razmand Kadyrov al giuramento di putin
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