1 – MANOVRA, BOTTE E INSULTI ALLA CAMERA
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Alla Camera finisce ancora a botte. Quelle vere. Contro il governo, furibonde le opposizioni: "Hanno impedito l'esame degli emendamenti", hanno tuonato riferendosi all'iter con cui l'esecutivo vuole approvare in fretta e furia la manovra. Sulle barricate, in particolare, Forza Italia e Pd per il fatto che il testo è stato inviato in Aula dalla commissione senza che venissero discussi né tantomeno votati gli oltre 350 emendamenti che erano stati presentati alla legge di bilancio.
E a Montecitorio, la bagarre è iniziata ancor prima che iniziasse l'esame del testo, tanto che il grillino Roberto Fico, presidente di Montecitorio, è stato costretto ad interrompere la seduta. Fuori di sé Emanuele Fiano del Pd e un deputato di Fratelli d'Italia, che sono scattati con fare minaccioso verso i banche della presidenza, sbattendo poi di fronte alla squadra di governo un fascicolo di emendamenti.
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Dopo la richiesta di votare lo stop dell'Aula e tenere una capigruppo sui tempi di esame della Manovra è arrivato in Aula il presidente Roberto Fico, il quale ha iniziato a rispondere alle obiezioni dell'opposizione sul fatto che in commissione Bilancio sia stato votato il mandato al relatore sulla Manovra senza l'esame degli emendamenti. Ma il Pd ha cominciato a rumoreggiare, reclamando subito il voto sullo stop dei lavori per tenere la conferenza dei capigruppo e contando sul fatto che in Aula non c'erano tantissimi deputati di maggioranza.
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Quando Fico provava a parlare, veniva continuamente interrotto dalle urla di Pd, FdI e Renato Brunetta. Dunque Carlo Fatuzzo di Forza Italia ha iniziato a sventolare una bandiera del partito dei Pensionati, requisita dai commessi, ma subito dopo ne è spuntata una seconda. Nel frattempo Pd e Fdi urlano in coro "Voto, Voto". E Fico, tra le urla, sospende la seduta e convoca la conferenza dei capigruppo "come richiesto dall'opposizione". Qui, il finimondo: prima Enrico Borghi poi Emanuele Fiano corrono verso la presidenza. Vengono placcati dai commessi. Volano urla e parolacce, la seduta si ferma. Il ritardo è già di un'ora e mezza rispetto alla tabella di marcia iniziale.
2 – MANOVRA, RAPTUS DI GIOVANNI TRIA: "MI AVETE MASSACRATO, PARLO IO". VOLANO INSULTI IN COMMISSIONE
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Altissima tensione. Ancora bagarre in Commissione bilancio alla Camera, durante le risposte del ministro dell'Economia, Giovanni Tria. I toni, infatti, si sono alzati, e parecchio, quando Tria ha replicato alle critiche del Pd: "Mi avete massacrato - ha sbottato -, adesso parlo io". Dunque, il ministro ha attribuito al precedente governo la responsabilità par la difficile situazione in finanza pubblica, riferendosi alle clausole Iva e ai rapporti con Bruxelles. A quel punto, in commissione si sono sentite grida e Insulti.
tria cerca le coperture
Il piddino Enrico Borghi ha protestato insistendo sul ruolo del parlamento. Chiedono di intervenire anche i Dem Luigi Marattin e Maria Elena Boschi. Ma l'atmosfera si surriscalda, fino a richiedere l'intervento degli assistenti parlamentari, quando il deputato M5s Leonardo Donno dice - stando a quanto riferito da chi era presente - al capogruppo Pd in commissione Luigi Marattin: "Stai zitto, deficiente". E ancora, secondo il Pd, Donno avrebbe "insultato anche altre parlamentari tra cui Boschi, Paita e Serracchiani".
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La bagarre è durata qualche minuto: la calma è tornata soltanto quando Donno si è scusato coi colleghi. A quel punto ha preso la parola Graziano Delrio, che rivolgendosi a Tria ha obiettato: "Dovrebbe rispondere alle domande e invece sta facendo un comizio". Durissima la risposta del ministro: "Non faccio comizi, perché non li so fare. Mi sono scaldato quando parlavo di macroeconomia perché mi appassiona. Ma se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole mi scuso".
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