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Alla prima festa nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra, a Roma, il campo largo, esclusi Matteo Renzi e Carlo Calenda, si è riunito sul palco per discutere di come costruire l'alternativa al centrodestra. Al termine dell'incontro Schlein, Conte, Magi, Bonelli e Fratoianni hanno brindato insieme con una birra. Il leader del Movimento 5 stelle Conte ha scherzato con i giornalisti, cercando di evitare le pozzanghere mentre si dirigeva verso lo stand: "Altro che campo largo, questo è un campo fangoso".
IL CAMPO LARGO ALLA FESTA DI AVS.
Giovanna Vitale per repubblica.it - Estratti
Hanno sfidato tutti gli elementi: il diluvio che non ha dato tregua; la scaramanzia, con la foto di gruppo che in passato non ha portato bene; la diversità di vedute, sulla guerra in Ucraina ancora evidente.
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Ciò nonostante i cinque leader del centrosinistra per ora senza centro, Renzi e Calenda non sono stati neppure invitati, non si sono ritratti davanti ad alcuna delle domande di Serena Bortone: ospiti di Terra, la festa di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Benelli si sono ritrovati insieme a Elly Schlein, Giuseppe Conte e Riccardo Magi per consolidare la coalizione che verrà. Ennesima prova tecnica di “campo largo”, con messaggio incorporato: siamo noi il nucleo politico della coalizione alternativa alla destra. Il perimetro dell'alleanza è quello tracciato dai confini del parco Nomentano di Roma.
(...) Elly Schlein non si perde d’animo. Quando Bortone le chiede se “queste cinque sedie” possono diventare sei o sette, lei replica serafica: “Lo vedremo a tempo debito, è chiaro che le differenze ci sono, ma abbiamo la possibilità di unirci per superarle”. Non l’avesse mai fatto: dalla platea si alza un gigantesco “nooooo”.
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Tanto da costringere la segretaria del Pd a precisare: “In alcune regioni e comuni abbiamo allargato e abbiamo vinto; in altre come in Sardegna abbiamo vinto lo stesso anche se loro non c’erano, mentre in Basilicata abbiamo perso. Ecco, proviamo a non prenderla dal lato dei nomi, ma dei temi. Perché è chiaro che se qualcuno viene a dirmi: facciamo il jobs act io dico no, se viene a dirmi facciamo un decreto sicurezza idem. Ma sulla sanità, i salari, la scuola, i diritti sì, andiamo avanti insieme. Qui stasera c'è un nucleo, partiamo da qui”.
E’ questo il tema. Come – e con chi – dar vita al nuovo centrosinistra in grado di battere le destre? Ma “l’alternativa c’è già, sia in Parlamento sia nel paese", taglia corto Schlein, elencando le tante battaglie comuni per provare a “buttare giù il peggior governo della destra repubblicana”. E quando avverrà, si dovrà anche decidere chi sarà il candidato premier. Giuseppe Conte, interrogato sull’argomento, la prende larga: “Per come la vedo io, è l'ultimo dei problemi.
La cosa importante è costruire un progetto solido e coeso. Una volta trovato il progetto, si trova il front-woman o front-man", sorride malizioso. Segno che non ha perso la speranza. Chi invece è stanco delle meline è Riccardo Magi di +Europa che propone agli altri leader di aprire “un tavolo di confronto permanente: non dobbiamo avere paura delle differenze", esorta.
Tutti (quasi) d’accordo, dunque. Tranne sul finale, che si arroventa in un durissimo botta e risposta fra Conte e Magi sulle elezioni Usa e la guerra in Ucraina. "Ci sono differenze in politica estera. Non ho compreso se la difesa del diritto internazionale, Conte spera di trovarlo in Trump", graffia il leader di +Europa, dopo che il capo 5S era tornato a criticare l'amministrazione americana per come sta operando su Gaza. "Secondo questa logica, se non sono soddisfatto di come è stato gestito il conflitto russo-ucraino, allora sono filoputiniano? Queste cose lasciale scrivere ad altri", la risposta piccata dell’ex premier. Magi replica: "Un Paese bombardato ha il diritto di difendersi". Il pubblico fischia rumorosamente quest'ultima affermazione. Quando gli animi si placano, Schlein, invitata a dire la sua, preferisce non intervenire.
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