Fabio Martini per la Stampa
salvini vs conte
Nell' austera e ovattata aula del Senato, per ore e ore, i due si sono sogguardati a distanza e quando è arrivato il momento di prendere la parola, si sono scambiati parole taglienti. Taglienti sì, ma - ecco la sorpresa - senza affondare il colpo, senza cercare la ferita che lascia la cicatrice. Per primo ha preso la parola Matteo Salvini.
Seduto sui banchi della Lega, con un giacca scura, elegante, ha parlato da senatore semplice, battendo per 21 minuti quasi sempre sul concetto del nuovo governo «inchiodato alle poltrone», anche se la battuta che più gli stava a cuore l' ha detta all' inizio e poi l' ha ripetuta tre volte: «Non la invidio, presidente Conte-Monti». E quanto al presidente del Consiglio - intervenuto poco dopo - ha infilzato Salvini più volte, ma alla fine la battuta più cattiva non è stata personalistica ma politica: «Assegnare ad altri le proprie colpe è il più limpido percorso per rimanere deresponsabilizzati a vita, per non confrontarsi con le conseguenze delle proprie decisioni. È un modo certo per conservare la leadership di un partito».
giuseppe conte dario franceschini
conte salvini
Ma alla fine entrambi sono stati ben attenti a non lasciarsi sfuggire il colpo da kappaò, o comunque, quello che fa davvero male. Per rispetto della vita trascorsa in comune? O perché si sono scelti come rispettivi, futuri avversari? Mentre lascia l' aula, il senatore Gaetano Quagliariello, che è anche storico e osservatore fine della politica, annuisce e annota: «A Salvini piace pensare a Conte che si conservi a lungo premier alla Monti e "investe" su questa immagine, mentre a Conte piace un Salvini "lego-fascista", perché un centrodestra con quella connotazione gli garantisce lunga vita come leader di un nuovo schieramento di sinistra-centro».
giuseppe conte luigi di maio
matteo salvini al senato con smartchi di giovanni tommasini 3
E dunque, il mortale duello tra Conte e Salvini c' è stato, ma solo a metà. Un personaggio tosto come Salvini era atteso da tutti con un numero di alta scuola. Sin dalle prime parole («Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, di Monti e di Renzi, con tutto il rispetto») si è capito che sarebbe stato un florilegio di battute ad effetto. Salvini ricorda che Renzi il 7 agosto disse: «Conte è semplicemente imbarazzante».
Il capo della Lega martella, dice che il premier «è come le vecchie mummie della Prima Repubblica», ricorda il suo curriculum, le sue consulenze, «i suoi potenziali conflitti di interesse e i suoi studi fantasma col professor Alpa».
matteo salvini al senato con smartchi di giovanni tommasini 1
Mentre Salvini parla, Conte seduto nella sua "poltronissima" tra i banchi del governo, affetta indifferenza: muove le carte, prende un appunto, ogni tanto guarda il suo "nemico" ma riabbassa subito lo sguardo e torna a muovere fogli. Ma intanto l' altro continua a battere: «Una poltrona figlia di slealtà, di tradimento, di interesse personale: fosse la più importante del mondo, io non riuscirei mai ad occuparla neanche per un quarto d' ora».
I leghisti applaudono, ma senza passione, i decibel restano bassi. Forse il Capitano non è in gran giornata? O si prepara ad una traversata nel deserto e capisce che non potrà farla tutta urlando e di corsa? Curioso il passaggio nel quale dice che non farà mancare il suo consiglio al nuovo ministro dell' Interno, curioso il passaggio nel quale dice che lui risponde «col sorriso, amando i nemici» e curioso anche quando parla di «una sana, robusta e onesta opposizione».
matteo salvini 1
Poi parla Conte, ricorda le pretese del capo della Lega di andare ad elezioni senza averne il potere, anche se la parte contundente - per nulla spettacolare - è la lezione di diritto costituzionale con la quale chiude il suo intervento: sul decreto sicurezza-bis il nuovo governo raccoglierà le osservazioni di Mattarella, anche perché «chi ha una minima educazione giuridica sa bene che ogni norma possiamo anche scriverla in modo chiarissimo, ma sarà interpretata in senso costituzionalmente orientato» in un sistema giuridico incardinato su «un' architettura sovranazionale». Un modo elegante per dare degli ignoranti ai leghisti.
conte
A fine giornata, incassata la fiducia al Senato con 169 sì, 133 no, 5 astenuti (tra cui Paragone e Richetti, che in serata annuncia di passare al Misto), Conte approda su Twitter: «Una stagione riformatrice di rilancio e speranza».
matteo salvini al senato 1 matteo salvini roberto calderoli