1. ''AVETE VISTO CHE COSA HANNO FATTO A QUELLA POVERA RAGAZZA? NON CI DORMO LA NOTTE. VADO A FARE GIUSTIZIA''
Marco Menduni per ''La Stampa''
«Avete visto che cosa hanno fatto a quella povera ragazza?
Non ci dormo la notte. Che cosa vi ho sempre detto? Domani faccio giustizia, prendo la mia pistola e faccio giustizia».
Quando Luca Traini, è venerdì sera, incontra due vecchi amici della palestra per le vie di Macerata, loro danno alle sue parole il solito peso: lo sproloquio di un amico che da tempo vaneggia, ma innocuo. Non era così e lo scopriranno solo la mattina dopo. Scopriranno che voleva davvero uccidere e vendicare Pamela e che l' arma l' aveva davvero. Lo ripeteva spesso anche alla palestra Robbys, frequentata per anni. Lo ripeteva e tutti pensavano fosse una delle sue sbruffonate.
LUCA TRAINI MACERATA
Però lì, tra pesi, tappeti e bilancieri, non lo sopportava più nessuno. Arriva ottobre dell' anno passato e la decisione è irrevocabile. Luca viene cacciato. «Da anni non era più lo stesso, non era più il ragazzo gentile e solidale che avevamo conosciuto», racconta il titolare Francesco Clerico, che conosce Luca sin da giovanissimo.
La prima crisi quando fu lasciato dalla ragazza. Poi è sempre peggio. «Cantava canzoni fasciste, insultava gli stranieri, faceva il saluto romano. Non era più tollerabile, tutti gli volevamo bene ma non era possibile andare avanti». La testa? La testa era in equilib rio precario: «Raccontava che era andato da uno psichiatra e lo specialista gli aveva detto che era borderline. Lui se ne faceva un vanto. Ma non è stata solo la testa a rovinarlo, ma le cattive compagnie. Da quando ha iniziato a frequentare quelli di Forza Nuova». Sulla tempia Traini si fa tatuare la Zanna di lupo, un' antica runa poi adottata come simbolo dai gruppi neofascisti.
Eppure, in famiglia, continua a comportarsi in maniera corretta. Racconta lo zio Fernando, il fratello del padre Enzo: «Ci siamo visti poche settimane fa, al battesimo del bimbo di suo fratello Mirko. Non mi sembrava assolutamente stonato. Era tranquillo, ha parlato con i parenti, gli amici, in assoluta serenità».
Le coincidenze: Fernando fa il conducente di scuolabus.
Ieri mattina è stato fermato: tenersi lontano della città, c' è un pazzo che spara: «Mai avrei immaginato che potesse essere mio nipote».
Così, sospeso tra un apparente equilibrio interrotto solo da sfoghi violentissimi contro gli immigrati, Traini inizia le sue frequentazioni negli ambienti di estrema destra e lì diventa anche un personaggio.
spara sugli immigrati
Ispira la pagina «Macerata ai Maceratesi», che vede sempre la firma di Forza Nuova. Lo scorso due dicembre è alla biblioteca di Civitanova Marche, dove viene presentato il libro «Donna Rachele mia nonna», scritto da Adda Negri Mussolini. Promuove l' evento il gruppo Aries Officina Nazionalpopolare, nel giorno in cui un corteo sfilava nelle vie della città per contestare l' evento. Era diventato un assiduo: un' altra foto lo vede ritratto nella sala dove si ricorda «il camerata Roberto Scocco». L' esperienza con la Lega gli aveva lasciato l' amaro in bocca.
Si era candidato alle ultime amministrative con il meno brillante dei risultati: zero voti. Nemmeno lui era andato a votare se stesso, ma anche in quella occasione - racconta un amico - «non cercava un' affermazione, ma solo il senso di appartenenza in un gruppo nel quale sentirsi qualcuno. Pensare, continua il racconto, che era anche amico di alcuni stranieri. E quando qualcuno gli chiedeva come potesse conciliare queste frequentazioni con il suo odio per gli extracomunitari, lui rispondeva: con loro non ce l' ho, ce l' ho con tutti gli altri. Un bambino».
macerata spari contro gli immigrati
In occasione della tornata elettorale, va al comizio di Matteo Salvini, arrivato nella cittadina di Corridonia per sostenere il candidato sindaco del Carroccio Luigi Baldassarri. Traini è ripreso dalle telecamere, applaude quando il leader della Lega parla di sicurezza. Qualcuno ha voluto raccontare che, forse, Luca Traini si era innamorato proprio di Pamela e la sua sarebbe stata la reazione sconvolta di fronte alla fine orribile della ragazza. Però tutti smentiscono.
Lo fanno gli operatori della comunità che ospitava la giovane, spiegano che viveva senza contatti con l' esterno. Lo fa la famiglia della stessa vittima, che esclude una qualsiasi conoscenza tra i due. Lo fa, soprattutto, il fratello Mirko. Sta chiuso tutto il giorno nel silenzio nella casa della madre Luisa, a Tolentino. Ma poi vuol chiarire: «Stasera dirò una cosa soltanto, che un innamoramento, addirittura un fidanzamento con quella ragazza, sono tutte sciocchezze, non si conoscevano».
macerata spari contro gli immigrati
In realtà, dopo la fine del rapporto con una ragazza del luogo, Luca non ha mai più avuto relazioni. «Mai più rapporti stabili - racconta il titolare della palestra - Lo sappiamo benissimo perché noi siamo come una grande famiglia e lui non sembrava più interessato».
Così, per ripercorrere la vita dello sparatore folle di Macerata, bisogna riavvolgere il nastro fino a 28 anni fa. Subito, le prime difficoltà della vita: «Si sono separati prestissimo - racconta Rina, la madre di papà Enzo - e lui è vissuto per un po' di tempo da me, poi si è trasferito a Tolentino con la madre Luisa». Luca studia, il diploma di geometra è la grande gioia della nonna e di sua madre. Fa attività sportiva, si tiene in forma, cerca un lavoro.
Poi, dopo la prima crisi, non si riprende più. Sempre più furioso con gli stranieri, fino all' esplosione, nel giorno in cui arriva la notizia della morte di Pamela: «Ora bisogna fare giustizia».
2. TRAINI, LA FIDANZATA INVENTATA, IL TITOLARE DELLA PALESTRA: ''UN IGNORANTE E UNO STUPIDO''
Dall'articolo di Gianluca Veneziani per ''Libero Quotidiano''
(...)
Luca Traini, originario di Tolentino, ha indubbiamente alle spalle una vicinanza ad ambienti estremisti e una militanza in partiti di destra, come la Lega, con cui nel 2017 si è candidato a consigliere comunale a Corridonia, prendendo peraltro zero voti. E per di più palesava le sue convinzioni ideologiche in modo abbastanza rude ed esplicito, «cimentandosi in saluti romani e pronunciando frasi a contenuto razzista», come ricorda Francesco Clerico, il titolare della palestra Robbys da lui frequentata, o prodigandosi in commenti estremisti sui social, in cui invocava «olio di ricino e manganello» per «la marmaglia negroide».
macerata spari contro gli immigrati
Ma il suo vero limite non era tanto ideologico, quanto cognitivo e psicologico. «Luca», racconta ancora Clerico che conosce Traini da circa dieci anni, «è un ignorante e uno stupido, incapace di ragionare con la propria testa e di rapportarsi alle persone. È una persona fortemente instabile, che lo psichiatra cui si è rivolto ha definito "soggetto borderline". Ma lui, non capendo cosa significasse, se ne vantava, pensando fosse motivo di orgoglio».
Per questa sua instabilità psicologica, e per la sua abitudine a pronunciare frasi xenofobe, il titolare della Robbys, lo scorso ottobre, si è visto costretto ad allontanarlo dalla palestra.
«Sapendolo fragile, volevo tenerlo nella mia struttura per farlo sentire come in famiglia.
Ma lui alternava momenti in cui chiacchierava amichevolmente in palestra con clienti stranieri, anche di colore, ad altri in cui imprecava contro gli immigrati». Per le stesse ragioni Traini non riusciva a trovare un lavoro stabile: «Faceva tanti lavoretti di bassa manovalanza», dice Clerico, «ma dopo poco tempo veniva cacciato per i suoi atteggiamenti sconsiderati». A spiegare la fragilità di questo soggetto contribuiscono anche le condizioni familiari. «Il padre e la madre, ora gravemente malata, lo hanno abbandonato e il fratello ha rotto da tempo con lui ogni rapporto», continua Clerico. «Gli resta una nonna cieca, che è la sola persona con cui vive».
LE FIDANZATE
Una situazione familiare disastrosa cui si aggiunge un vissuto sentimentale piuttosto complesso. Ieri alcune fonti riferivano la possibilità che Luca Traini fosse il fidanzato della povera Pamela Mastropiero, la ragazza fatta a pezzi alcuni giorni fa nelle campagne del Maceratese, verosimilmente da un nigeriano ora in carcere.
macerata spari contro gli immigrati
Ma poi sia gli inquirenti che la famiglia di Pamela hanno smentito tutto, sostenendo che la ragazza «non aveva mai avuto nessun tipo di rapporto con Traini» anche perché «era impossibile per lei avere relazioni con gente esterna alla struttura dove si trovava in cura» (Pamela era accolta nella comunità di recupero Pars di Corridonia).
La verità, fa sempre sapere Clerico, è che «Luca era stato fidanzato per l' ultima volta sette anni fa, poi lasciato dalla sua ragazza perché esasperata. Da allora lui aveva avuto solo rapporti sessuali di tipo mercenario».
Nondimeno Luca continuava a raccontare, come ci dice il coordinatore della Lega di Macerata Stefano Migliorelli, di avere «una fidanzata che si drogava e che lui voleva aiutare. Anche per questo negli ultimi tempi si era allontanato dal partito».
Ma forse era solo un pretesto per chiudersi nel suo isolamento. E coltivare quel delirio di onnipotenza che lo ha portato ieri a seminare il panico per le strade di Macerata. Prima di confidare ai carabinieri, una volta fermato: «Ho fatto quello che doveva essere fatto».