Francesca D'Angelo per "Libero quotidiano"
michele mirabella
Ecco, questo è il breve preambolo che apre la nostra schietta (e divertita) chiacchierata con Michele Mirabella: l'uomo di scienza di Rai Tre che per i suoi meriti divulgativi si è guadagnato due lauree ad honorem, una in medicina e l'altra in farmacia. Poi, sì, lo sappiamo, Mirabella è anche moltissime altre cose, ossia regista (di oltre 50 opere teatrali), autore (in primis di Raffaella Carrà), attore (a breve lo vedremo di nuovo in un film al cinema!) ma per il pubblico Rai lui è prima di tutto il conduttore di Elisir. Il che, in questi tempi pandemici, vuole dire essere l'ultimo vero baluardo dell'informazione scientifica...
Lei conduce Elisir dal 1996. Ci dica: un certo caos ha sempre regnato nella medicina o è solo l'effetto della pandemia?
michele mirabella foto di bacco (2)
«Non sono esperto a tal punto, però onestamente non mi viene in mente un campo dello scibile dove c'è stato un unanimismo. Lo stesso Galileo non è stato subito ascoltato... La storia dell'umanità è sempre stata attivata, disturbata, funestata o resa trionfante proprio da un certo "pulviscolo". C'è da allarmarsi solo quando si esagera per ignoranza o ragioni mercenarie».
Ma esiste una verità scientifica?
«Certo che esiste, ma la verità è una conquista e, a sua volta, la scienza è una tecnè: termine greco che indica arte. L'arte è lo strumento con il quale possiamo conquistare la verità».
A occhio allora siamo ancora nel bel mezzo della pugna. Abbiamo solo una certezza: lei. Come ripete mia mamma, «se lo dice Elisir, allora è vero».
«È una cosa che sento dire in giro a molti e mi rende orgoglioso, ma non lo vivo come un merito, bensì come un dovere. Elisir non è il depositario della verità scientifica bensì dell'onestà intellettuale».
Il famoso "so di non sapere"?
michele mirabella foto di bacco
«Esatto. Quando si parla il vero coraggio è sapere dire: "Questa è la mia opinione e posso sbagliarmi, vivaddio". È questo che manca. Chi si erge a detentore della verità assoluta alleva solo tiranni. Inoltre a Elisir non andiamo mai a caccia di ascolti facili».
Per questo non abbiamo mai visto no vax da lei?
«Non mi piace usare questo termine, che è persino peggio di un inglesismo perché unisce un termine britannico con una contrazione, vax. Comunque, preferisco parlare di persone che dicono sciocchezze: non mi curo di loro perché invitarli in studio servirebbe solo a fare baccano e questo è servire male il dolore che stiamo attraversando».
Finora pochissime persone di scienza si sono occupate del dolore delle persone.
«Le dirò di più. Dedico questa mia intervista, e tutto il lavoro svolto a Elisir, ai medici e agli infermieri. Dovremmo ringraziarli con le lacrime agli occhi. Io ci lavoro con loro e le assicuro che sono molto provati ma, nonostante tutto, danno il massimo, senza risparmiarsi».
Crede che i negazionisti, i terrappiattisti (o più in generale le persone che dicono sciocchezze) siano l'inevitabile deriva di una società dove il pensiero personale prevale sul dato oggettivo della realtà?
gianni letta michele mirabella foto di bacco
«Tutto nasce da un delitto di lesa cultura ossia dalla distruzione degli studi classici. Questi rappresentano infatti un sistema logico di pensiero: la sintassi è un metodo. Se ripudi il metodo, ripudi la ricerca della verità. Quando accade, il carnevale delle incredulità ha campo libero...».
A questo punto la domanda è d'obbligo: cosa ne pensa della Didattica a distanza?
«Non invidio i politici che se ne devono occupare! Lo streaming è qualcosa di avvilente ma in questi tempi duri probabilmente è l'unica strada. Non ho competenze per giudicare nel merito. Da cittadino posso solo dire che la scuola non può svolgersi a distanza: l'educazione vive del rapporto diretto insegnante-allievo. Proprio come il teatro».
Nel frattempo comunque regna il caos, soprattutto in televisione: il famoso «l'ha detto la tv» ora non vale più, a eccezione di Elisir. Cosa abbiamo sbagliato?
«La tv smette di essere autorevole quando, come il web, inizia a diventare la sostenitrice del dubbio inteso non in senso buono, ossia come uno strumento filosofico al servizio della ricerca della verità, ma come trastullo. Oggi purtroppo si tende ad andare alla ricerca dell'errore e del falso, alimentando così lo scetticismo».
michele mirabella
Veniamo a lei: come va la sua ipocondria?
«Meglio, grazie. Condurre Elisir mi ha aiutato molto: il sapere sconfigge gli incubi, come sostenevano gli antichi. Il resto l'ha fatto l'umorismo intelligente e colto di Carlo Gargiulo che è stato mio partner per molti anni, quando facevamo Elisir in prima serata. Mi ascoltava, paziente, per poi dirmi: "Ti fa male la gamba, ma il braccio? Sei sicuro che stia bene?". Così mi dimenticavo del male alla gamba... Inoltre c'è da dire che oggi è parecchio faticoso essere ipocondriaci».
Si riferisce al Covid?
«Esatto. Infatti non esco di casa, se non per lo stretto necessario: ho paura per me stesso e per gli altri. Io ho due figlie! Esco giusto sul terrazzo: da qui la vista non sarà panoramica ma va bene lo stesso».
michele mirabella
È vero che prossimamente la rivedremo al cinema?
«Sì: in un film. Torno a fare l'attore ma non posso dire di più. Inoltre ho recentemente lavorato alla regia di uno spettacolo teatrale su Dante perché i libri vanno testimoniati: non basta leggerli per trasmetterli alle nuove generazioni. Vanno fatti vivere altrimenti moriranno».
Tra i suoi grandi amici, vanta addirittura Federico Fellini: che ricordo ha di lui?
«È stato un onore essere suo amico. Ricordo che Fellini diventò regista quasi per caso: era terrorizzato dall'ambiente del set e dal palco».
E di Massimo Troisi, con cui fece Ricomincio da tre?
«Era di un'umanità straordinaria e di una bonarietà saggia. Lavorai con lui in un film quando ancora Troisi non era famoso, io tanto meno di lui. Fu un'esperienza bellissima, anche se la parte migliore è quella che non abbiamo girato».
michele mirabella
Mi dica.
«Ricordo quando venne a casa mia: entrò e guardò con smarrimento ammirato i miei libri. Ne avevo a centinaia, sparsi ovunque. Lui fu preso da un certo sgomento (ride, ndr) e ammiccò. Massimo per me è un ricordo incancellabile».
Inoltre lei lavorò anche come autore di Raffaella Carrà per la quale ormai si sprecano gli omaggi a raffica: il "tributo alla Carrà" è diventato un format nel format?
michele mirabella
«Fa parte del sistema, va bene così... Lo lasci fare a loro. Io non lo faccio».
Vorrebbe che accadesse la stessa cosa con lei, quando morirà?
«Mia cara, le ricordo che sono ipocondriaco...».
michele mirabella Michele Mirabella Michele Mirabella e Fausto Bertinotti RAFFAELLA CARRA massimo troisi scusate il ritardo marco molendini michele mirabella foto di luciano di bacco