Baldini completamente fuori pic.twitter.com/f9r7OFQKhp
— Joe Spadoni (@AleCurcuma) June 13, 2022
Matteo Dovellini per “la Repubblica”
silvio baldini
Ritrovarsi in tendenza su Twitter e non sapere neanche cosa sia. Silvio Baldini ha 63 anni, è un toscano di Massa che dopo alcuni anni di oblio, e sei stagioni senza allenare fra il 2011 e il 2017, è tornato alla ribalta. L'ha fatto col Palermo, riallacciando un filo interrotto: il 26 gennaio 2004 fu esonerato dopo una lite con l'allora presidente Zamparini, con la squadra destinata a essere promossa in A. Diciotto anni dopo, ha ripreso i rosanero a metà stagione e li ha portati in B.
Baldini, quello del calcio nel sedere a Di Carlo. Quello che portò conforto in carcere ai detenuti di Massa. E quello che accettò di allenare gratis la Carrarese, pur di tornare nel giro. Domenica scorsa ha battuto il Padova di fronte a 35 mila spettatori, poi, ospite a Sky Sport ( Calciomercato L'original e, con Di Marzio e Bonan), le sue uscite hanno fatto il giro dei social. «Qui a Palermo ritrovo dei princìpi - ha detto in collegamento - se sei sposato e ti metti a guardare altre donne, non va bene. Se hai moglie e figli e vuoi andarti a sc... una ragazzina, fanno bene a tagliarti i coglioni».
Baldini, ha ripensato a quelle sue dichiarazioni? Si è pentito?
«Non mi cambia niente. Non è questione di cultura retrograda ma di rimettere al centro la famiglia che ha un grande valore. Se non c'è la famiglia, non c'è la società e di conseguenza non c'è neanche la democrazia».
SILVIO BALDINI 44
Ma in una democrazia non esiste la giustizia fai da te. L'esempio del marito che guarda un'altra donna lo rifarebbe?
«Se tu, uomo sposato, guardi un'altra donna allora vuol dire che vuoi fare il furbo, che vuoi mettere il tuo maschilismo al servizio del tuo istinto sessuale. Specie se si tratta di una ragazzina. Se le guardi in quel modo loro se ne accorgono, non dicono niente ma poi ti tolgono la stima.
E poi fanno bene se ti tagliano i coglioni. Il popolo siciliano sa qual è la verità. Ma voglio fare chiarezza: la famiglia è sacra, è il nucleo in cui la società si deve fondare. La devono smettere quei tipi da locali di lusso che predicano bene e poi sniffano e vanno a letto con le ragazzine».
Tornando al campo, che sensazioni sta vivendo dopo aver riportato il Palermo in B?
«Fin dal primo giorno che mi hanno chiamato (24 dicembre 2021, ndr ) sapevo che il destino mi avrebbe reso ciò che mi avevano tolto».
SILVIO BALDINI 44
Si riferisce a Zamparini?
«Cacciandomi in quel modo, non mi ha tolto qualcosa da allenatore ma da persona. Diciotto anni dopo mi sono ripreso un sogno, grazie anche ai miei principi: la promozione è coincisa col messaggio che volevo riuscire a portare alla gente in difficoltà, quella di Palermo, che ha sostenuto la squadra nonostante tutti i problemi. È un'emozione che non puoi descrivere, perché non è un film, questo. E non c'è un regista che lo dirige seguendo un copione scritto. Accade e vivi di quel momento. È bellissimo».
C'è un'immagine che le è rimasta impressa della festa promozione?
«L'abbraccio con Moses Odjer al triplice fischio. Un ragazzo ghanese, neanche titolare, che proviene da una terra così povera e che quando mi stringe inizia a piangermi addosso. "Ci hai sempre creduto", mi ha detto. Penso alla potenza di quel gesto, che sarà arrivato nella sua terra e avrà dato una speranza a molti che come lui cercano un riscatto e una vita migliore».
BALDINI 66
Come ha ritrovato il calcio?
«So bene che se mi tolgo i paraocchi vedo solo la tanta melma che galleggia tutta intorno a questo mondo. Ma a me non importa niente, né di questo né dei moduli.
Mi fa piacere vedere il popolo palermitano in festa ma voglio starne fuori e godermi lo spettacolo. Non voglio partecipare, voglio vedere questo film da spettatore, senza essere l'attore protagonista».
E adesso, che estate l'attende?
«Sono tornato nella mia Toscana. Mi alzo alle quattro di mattina, esco coi cani, vado in montagna e passeggio sul lungomare, due ore, con mia moglie. Ci godiamo la famiglia».
Ma rimarrà a Palermo?
BALDINI DI CARLO
«Si, ho un contratto. E come me anche le persone del mio staff. Il Palermo ha storia e quest' anno abbiamo realizzato allo stadio il record di presenze. E non contro la Juventus ma col Feralpi Salò.
Qui qualcosa va oltre la logica, c'è un destino che vuole che tu vada oltre alla razionalità. Una magia che non si vede da nessun'altra parte. Sapevo che un giorno tutte le cattiverie che avevo subìto, per la legge del contrappasso, mi sarebbero rimbalzate addosso. Ma non ho senso di rivalsa, voglio bene a tutte le persone. Basta che non mi rompano le scatole».
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