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DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “DONKEY KONG BANANZA”, MERAVIGLIOSA E SPASSOSA AVVENTURA PER SWITCH 2, RISCRIVE LE REGOLE DEL “PLATFORM” IN 3D. LA CELEBRE SCIMMIA, CON UNA FANCIULLA SULLE SPALLE COME UN NOVELLO KING KONG, BUCA LA TERRA E LO SCHERMO DELLA CONSOLE CON IL SUO CARISMA IN UN INDIMENTICABILE VIAGGIO VERSO IL PROFONDO - CON UN PRELUDIO COME "DONKEY KONG BANANZA", IL FUTURO DI SWITCH 2 APPARE BRILLANTE E ASSAI PROMETTENTE DI NUOVE, UNICHE MERAVIGLIE DI SPASSOSO E MAI SCIOCCO INTRATTENIMENTO… - VIDEO
Federico Ercole per Dagospia
È impressionante come rimanga anche della grazia nei panorami disordinati e bucati di Donkey Kong Bananza, un’avventura quasi indefinibile per Nintendo Switch 2 a causa della dorata opera di scavo e distruzione a cui sottopone il giocatore, emancipandolo così da tante convenzioni dei “platform” in tre dimensioni.
Tra pietrame, cumuli rivoltati di terra e fango, fosse e minerali che si accumulano al passaggio dello scimmione c’è infatti qualcosa di apollineo, di bello, malgrado l’opera di rottura, come se la natura elettronica degli ambienti del gioco si riorganizzasse per estetizzare la rovina. Oppure è la dolce e cantante Pauline sulle spalle della bestia, novella fanciulla di un King Kong meno ferino e più buffo, ad illuminare lo spazio rotto e infrangibile attorno a lei con il suo garbo di fanciulla timida ed esuberante insieme.
Fatto sta che Donkey Kong Bananza, con tutto il putiferio combinato da Donkey Kong e sebbene qualche panorama sia più sinistro di altri, risulta sempre uno spazio di gioco ameno, dalla colorazione esagerata senza essere accecante ma consolante, una gentile bomba cromatica per gli occhi.
Videogame nuovo proprio per queste sue meccaniche di scavo e rottura di superfici terrose o pietrose, Donkey Kong Bananza riscrive a furia di scimmieschi cazzotti le regole del gioco, coniugandovi la musica, il canto e le note che indicano la strada smarrita in un mondo afflitto da primati capitalisti in cerca di guadagni iperbolici, un’opera ideale per esaltare la tecnologia della nuova console di Nintendo.
VERSO IL CENTRO DEL MONDO
In Donkey Kong Bananza, cominciando da una città mineraria, non si procede in modalità orizzontale ma verticale, l’obiettivo non è ascendere tuttavia, ma scendere sempre più giù. Non pensiate tuttavia che si tratti di un viaggio oscuro! Trascorrendo da un ambiente all’altro nel profondo troveremo piane verdeggianti, monti innevati con il candore di dolci di panna, giungle e spiagge tropicali o montagne monumentali dai cui comignoli escono fumi dai colori dell’arcobaleno.
Si tratta di luoghi che sono motore di avventure sempre diverse e di scoperte per Donkey Kong e Pauline, spazi vasti palpitanti di segreti, scoperte e occasioni di scavo che portano ad altri misteri sepolti in una esaltazione di ciò che potrebbe essere secondario, ininfluente o opzionale ai fini della trama principale.
Si combattono boss e altre creature, ma il viaggio è proprio quello della scoperta e l’emozione sorge sempre da quel primo sguardo contemplativo quando si giunge in un posto mai ammirato prima. Dare manate ai nemici o strappare dal terreno pezzi di roccia per sconfiggerli è assai gratificante, così come raccogliere pepite o fossili per scambiarli con i mercanti acquistando cose utili.
E poi ci sono le banane, nascoste più o meno ovunque o talvolta evidenti; nutrendosene Donkey Kong può potenziare in maniera permanente le sue abilità. Come nei migliori giochi Nintendo chi gioca fa musica attraverso i suoni prodotti dalle azioni, contrappuntando così il pop selvaggio o le sinfonie tribali della colonna sonora.
L’ESTASI DELLA BANANZA
La Bananza è una danza, un incanto coreografico e musicale che permette a Donkey Kong di trasfigurarsi con l’aiuto melodico di Pauline. Una volta appresa una particolare Bananza la scimmia può trasformarsi in super scimmia, ma non solo: in una velocissima zebra, in uno struzzo paradossale in grado di volare, in un elefante… La tentazione di esplorare ogni livello e sotto livello nel dettaglio in cerca di ogni suo mistero è tanta, ma conviene imparare prima ogni Bananza, per tornare indietro e poi navigarli con ogni potere disponibile.
Questo nuovo Donkey Kong è un gioco assai vasto e longevo, giocabile inoltre persino in una modalità cooperativa elementare che è l’ideale per un adulto che vuole esperirlo con un bambino piccolo.
Impressionante per le sue qualità artistiche e tecniche, anche in portatile sembra miracoloso, quasi incredibile, Donkey Kong Bananza al quale durante la presentazione di Switch 2 molti guardarono con delusione (voglio il nuovo Mario!!!) e persino sospetto, si è rivelato invece un grande videogame, degno delle più alte e uniche opere di Nintendo e soprattutto di quelle più riuscite dell’idraulico baffuto, d’altronde è stato sviluppato dallo stesso team di Odissey.
Gioco privo di gravità ed esilarante, senza escludere qualche sua meditazione sullo scempio di un’industria sempre più avida, aggressiva e sfruttatrice, Donkey Kong Bananza risulta corroborante e rilassante anche quando può essere più ostico in qualche attività secondaria, che ricorda quanto possano essere complesse le avventure di questo grosso primate gentile ed eroico.
Tornare ad essere una scimmia che incarna le migliori facoltà dell’essere umano, quando questo si dimostra oggi di nuovo bestiale e sanguinario, è inoltre catartico e balsamico e in una comicità talvolta esilarante può persino capitare una lacrima, un sentimento di desolazione per il presente fuori gioco. Con un preludio come Donkey Kong Bananza il futuro di Switch 2 appare brillante e assai promettente di nuove, uniche meraviglie di spassoso e mai sciocco intrattenimento.
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