Roberta Catania per “Libero quotidiano”
IMAGINE ONLUS - IGNAZIO MARINO
Gestire una crisi non è tra le qualità migliori di Ignazio Marino, che puntualmente perde le staffe e cerca di uscirne sparando balle. Nel 2013 come adesso, infatti, ogni volta che gli si chiedono spiegazioni riguardo alla presunta truffa per la quale sono indagati lui e due dipendenti (uno ex) della "onlus Imagine" che il chirurgo fondò nel 2005, Ignazio replica di avere denunciato perché è lui la vittima. L`ha ripetuto tante volte, l`ultima domenica sera al Tg3: «Ho denunciato prima delle elezioni un dipendente infedele (quello nel frattempo diventato ex dipendente, ndr) e sono certamente parte lesa».
Peccato, però, che di questa denuncia non ci sia traccia. Perfino il suo avvocato, Adriano Aureli, sabato scorso aveva spiegato che «presumibilmente la procura si è mossa sulla base delle notizie stampa» di due anni e mezzo fa, quando esplose il caso a tre giorni dal ballottaggio per la poltrona da sindaco.
IMAGINE ONLUS - IGNAZIO MARINO
Anche oggi, interpellato da Libero, il legale che segue l`associazione umanitaria dalla sua fondazione conferma che la denuncia di cui parla Marino non c`è e spiega che le denunce presentate dal sindaco «sono altre»: per un furto di documenti negli uffici della onlus, fatta dallo stesso Marino ai carabinieri del Senato tra il febbraio e il marzo 2013, e una querela alla polizia Postale per una serie di violazioni al sistema informatico di "Imagine", dal quale erano partite email di ingiurie senza che nessun dipendente ne sapesse nulla.
Invece di spiegare, di difendersi chiarendo perché da presidente e rappresentate legale della onlus il primo marzo 2012 abbia firmato due contratti con persone che non esistono, Marino preferisce attaccare e scaricare tutte le responsabilità sul dipendente «infedele». Cioè su il collaboratore Carlo Pignatelli, unico personaggio reale del tris di contratti per consulenze informatiche finito nel mirino della procura di Roma.
ignazio marino (7)
Secondo la ricostruzione fatta dal legale di Marino, «era stato Pignatelli a chiedere che fossero fatti tre contratti, a lui e a due suoi collaboratori. "Imagine" aveva acconsentito ed era stato sempre Pignatelli a ritirare i contratti per farli siglare agli altri due, Marco Serra e Franco Briani, che a quanto pare non esistono, per poi restituirli e farli sottoscrivere a Marino, che allora non era sindaco ma come presidente della onlus firmava molti atti».
ignazio marino alla manifestazione antimafia capitale
Se ne firmava tanti allora, per un`associazione umanitaria con 5 dipendenti, figuriamoci quanti ne ha firmati in questi 27 mesi da amministratore della Capitale. La speranza, a questo punto, è che Marino si sia smaliziato e abbia avuto una gestione diversa per il Campidoglio. L`avvocato Aureli sostiene che l`unico a trarre vantaggi da questa situazione era stato Carlo Pignatelli, «che deve aver versato i tre assegni sul proprio conto senza pagare i contributi fiscali per gli altri due. "Imagine" invece», conclude il legale, «ha sempre pagato tutto, ritenute d`acconto e contributi Inps».
Dall`altra parte, però, Pignatelli non ci sta a sentirsi addossare tutte le responsabilità. Il tecnico informatico, difeso dall`avvocato Massimiliano Scaringella, interrogato dalla Guardia di finanza ha spiegato di avere accettato questa formula dei tre contratti perché sperava di risolvere presto la situazione con un`assunzione a tempo indeterminato. Nel frattempo, per raggiungere la cifra di 900 euro al mese, da precario aveva apprezzato il salto in avanti che gli consentiva questa prima formula contrattualizzata, nonostante fosse una formula che non gli dava alcuna garanzia per il futuro.
GABRIELLI MARINO
Il vantaggio della onlus era infatti principalmente questo: non essere vincolata ad alcuna assunzione del collaboratore, per il quale aveva quindi anche tutti gli sgravi fiscali previsti dalla Legge Biagi. Nel dettaglio, anziché pagare oltre il 50% di tasse e il Tfr, "Imagine" se l`è cavata con un`aliquota al 20%. Pignatelli, al contrario di Marino, non ha mai provato a scaricare le proprie responsabilità, pur provando a spiegare quale fosse la sua posizione, da precario e padre di famiglia, che si era sentito costretto ad accettare qualunque formula pur di lavorare. Ignazio, invece, adesso attribuisce tutte le colpe al tecnico.
MARINO
Ma due anni fa, a due giorni dalla sua elezione a sindaco, la sua miglior difesa era stata additare «chi gestiva in prima persona tutte le attività amministrative e contabili», cioè la direttrice Rosa Garofalo, che ancora oggi mantiene il proprio delicato ruolo all`interno della onlus ed è indagata «in concorso» con Marino e Pignatelli per truffa ai danni dello Stato.