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    VIENI AVANTI, VACCINO! – LA PRIMA SPERANZA ARRIVA DA SEATTLE DOVE È STATA INOCULATA LA PRIMA DOSE SU UN UOMO PER VERIFICARE GLI EFFETTI COLLATERALI. LA PROSSIMA SETTIMANA TEST SIMILI INIZIERANNO A KANSAS CITY, IN CINA E IN COREA – GLI SCIENZIATI CINESI STANNO TESTANDO UNA COMBINAZIONE DI FARMACI PER L'HIV, NONCHÉ UN FARMACO SPERIMENTALE CHIAMATO REMDESIVIR: AGLI STUDI PARTECIPA ANCHE L’ITALIA…


     
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    La corsa verso un vaccino contro il Covid-19 fa un grande balzo in avanti: oggi il Kaiser Permanente Washington Health Research Institute di Seattle inoculerà la prima dose di vaccino su un uomo, selezionato tra 45 giovani volanti sani. Come riporta l’Associated Press il progetto è stato finanziato al National Institutes of Health (NIH): anche se ci vorranno da un anno a 18 mesi per avere un vaccino pronto per essere diffuso tra la popolazione si tratta del primo grande passo in avanti.

     

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    I test inizieranno su 45 giovani volontari sani sui quali verranno iniettate diverse dosi di vaccino sviluppate congiuntamente da NIH e Moderna Inc.: non c’è pericolo che i partecipanti possano contrarre il coronavirus perché il vaccino non lo contiene.

     

    L'obiettivo della sperimentazione è quello di verificare che il vaccino non porti effetti collaterali preoccupanti, ponendo le basi per test più ampi.

     

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    Decine di gruppi di ricerca in tutto il mondo sono in corsa per creare un vaccino, seguendo diverse strade: ci sono vaccini sviluppati con nuove tecnologie che non solo sono più veloci da produrre rispetto ai tradizionali, ma potrebbero dimostrarsi più potenti. Alcuni ricercatori mirano persino a vaccini “temporanei”, ovvero inoculazioni che potrebbero  garantire una protezione di un mese, massimo due, durante i quali il corpo sviluppa una “protezione” più duratura nel tempo.

     

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    "Inovio Pharmaceuticals" ha in progetto di iniziare i test il mese prossimo su alcune dozzine di volontari presso l'Università della Pennsylvania e in un centro a Kansas City, Missouri. La stessa cosa accadrà in Cina e Corea del Sud.

     

    Anche se i test iniziali andranno bene, «ci vorrà comunque un anno o un anno e mezzo» prima che qualsiasi vaccino possa essere pronto per un uso diffuso, secondo il dottor Anthony Fauci, direttore del “National Institute of Allergy and Infectious Diseases” del NIH .

    ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2 ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2

     

    In ogni caso si tratta di un ritmo da record. Donald Trump ha spinto per un'azione rapida per arrivare a un vaccino, affermando nei giorni scorsi che il lavoro sta "procedendo molto rapidamente" e spera di avere un vaccino "relativamente presto".

     

    Oggi non ci sono cure certificate. In Cina, gli scienziati hanno stanno testando una combinazione di farmaci per l'HIV contro il nuovo coronavirus, nonché un farmaco sperimentale chiamato remdesivir che era in fase di sviluppo contro l'Ebola. Negli Stati Uniti, anche il Medical Center dell'Università del Nebraska ha iniziato a testare il remdesivir in alcuni americani che avevano contratto il Covid-19 dopo essere stati fatti scendere da una nave da crociera in Giappone.

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    Anche l’Italia parteciperà a due studi per valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco sperimentale remdesivir nei malati ricoverati per Covid-19: gli studi saranno inizialmente condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

     

    Sulla maggior parte delle persone, il nuovo coronavirus provoca solo sintomi lievi o moderati, come febbre e tosse. Su alcuni, in particolare gli adulti più anziani e le persone con problemi di salute preesistenti, può causare complicazioni più gravi, inclusa la polmonite.

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    La stragrande maggioranza delle persone guarisce. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le persone che lo contraggono in maniera lieve guariscono in circa due settimane, mentre per coloro che contraggono la forma più grave possono volerci da tre settimane a sei settimane per riprendersi.

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