Stefano Mancini per “la Stampa”
GILLES VILLENEUVE
«Il mio ricordo di Gilles? Quello di un grande amico con cui mi sono divertito». Jody Scheckter è stato tante cose: compagno di squadra di Villeneuve in Ferrari nel 1979 e 1980, campione del mondo di Formula 1 ('79), costruttore di sistemi difensivi militari e oggi, a 72 anni, produttore di mozzarelle nella campagna inglese. «Le migliori del mondo - garantisce -. Ma la mia più grande impresa è stata sopravvivere alle corse».
Scheckter risponde da Città del Capo, il suo Sud Africa.
Ruota lo smartphone e inquadra un mare al tramonto «tanto per farle provare invidia».
Otto maggio del 1982, l'ultimo, tragico volo di Gilles Villeneuve. Quando vi incontraste per l'ultima volta?
«Due settimane prima, quando litigò con Pironi a Imola. Non riusciva ad accettare che un compagno di squadra tradisse la sua fiducia. Venne a parlarmi: sapeva che ero sempre stato sincero con lui. Cercava il mio sostegno».
C'era un patto tra i due?
GILLES VILLENEUVE 1
«No, era una regola della Ferrari: se i piloti fossero stati primo e secondo, avrebbero dovuto mantenere la posizione. Pironi invece lo sorpassò e vinse».
Lei che cosa fece?
«Lo accompagnai a Maranello, dove non ricevette l'appoggio che pensava di meritare.
Dalla gara successiva a Zolder si sarebbe ribellato».
E invece ci fu l'incidente fatale con Jochen Mass: dov' era quando lo venne a sapere?
«Ero a Monaco, ero stato operato di ernia. Mia moglie raggiunse la sua in Belgio. Le restò accanto quando decisero di staccare le macchine».
Nel '79 a Monza Gilles rispettò le consegne e le consegnò di fatto il titolo. Davvero non temette un attacco?
«Eh sì, negli ultimi due giri pigiai sull'acceleratore. Mi fidavo, però non si sa mai. Non volevo correre rischi, ma Gilles era una persona leale, per questo fu così amareggiato tre anni dopo dal comportamento diPironi».
VILLENEUVE ARNOUX
Mai una litigata con lui?
«Mai. Solo qualche discussione».
Tipo?
«Dopo il duello di Digione gli parlai a muso duro».
Ma è il simbolo della F 1
«Tutti pensavano che fosse stato fantastico, agli sponsor era piaciuto, il pubblico si era divertito, ma a quei tempi bastava un attimo. Gli dissi "sei uno stupido, pensi che sia divertente e grandioso, ma qui si muore in fretta". Fare a ruotate era pericolosissimo, su questo concordava, ma la volta dopo l'avrebbe rifatto uguale».
Si narra di un vostro viaggio Montecarlo-Maranello in 2 ore e 45 minuti. Verità o leggenda?
«Non ricordo di aver preso il tempo, però sì, guidava come un pazzo. Gli avevo raccomandato di non esagerare, ma a pochi chilometri dall'arrivo cominciò a gommare. Gli piaceva questa immagine di spericolato. Era la sua debolezza».
Lei per 21 anni è stato l'ultimo campione del mondo della Ferrari. Le è dispiaciuto quando Schumacher ha interrotto questo primato?
VILLENEUVE PIRONI
«No. Dopo il ritiro, sono stato 12 anni in America per sviluppare l'azienda che avevo fondato. Al ritorno in Europa, ero diventato più famoso per il solo fatto di essere stato l'ultimo campione in Ferrari. Eppure non avevo più fatto nulla».
Perché si ritirò un anno dopo il titolo?
«Nel '79 ero competitivo, io e Gilles eravamo più o meno sullo stesso livello. Nella stagione successiva non ero più così veloce, non so perché. Mi svegliavo nel cuore della notte e non capivo che cosa mi succedesse. Era finita. Dopo poche gare annunciai che avrei smesso. Villeneuve era più veloce».
Aveva paura di un incidente?
VILLENEUVE PIRONI 2
«Sì. La mia epoca è stata tra le più pericolose. Un anno facevi una curva in terza marcia, quello dopo in quinta. La stessa curva, capisce?».
Saltiamo a oggi: le piace la F1 ipertecnologica e sicura?
«Vedere la Mercedes vincere sempre è stato molto noioso.
Quest' anno è molto più eccitante: la Ferrari sta andando bene e le gare sono più belle. Anche il duello dell'anno scorso tra Hamilton e Verstappen è stato divertente: finalmente c'è stato un nuovo vincitore».
Raikkonen nel 2007 è stato l'ultimo campione in rosso. Non sono i suoi 21 anni, ma ci stiamo avvicinando
«Leclerc è molto bravo, capisce la tattica ed è un duro. Può competere con Verstappen». È stato giusto secondo lei escludere i piloti russi? «Devono cacciarli da tutti gli sport. Quello che sta succedendo in Ucraina è orribile».
gilles villeneuve
Ha qualche rimpianto?
«Nessuno».
Che lavoro fa oggi Jody Scheckter?
«Ho fondato un'azienda in America, ho preso una fattoria in Inghilterra che produce la migliore mozzarella del mondo e intanto sto ristrutturando una casa in Italia. Dopo la F1 ho avuto parecchi impegni».
JODY SCHEKTER