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    ARTSPIA - NEL REGNO (MICA TANTO) UNITO VINCE IL TURNER PRIZE DUNCAN CAMPBELL: UN IRLANDESE TRAPIANTATO IN SCOZIA CON UN FILM DEDICATO AI MARTIRI DEL BLOODY SUNDAY. E IL PROSSIMO ANNO LA CERIMONIA SI SPOSTA A GLASGOW ( VIDEO)


     
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    Alessandra Mammì per Dago art

     

     

     

     

     

     

    Statua del duca di Wellington a Glasgow Statua del duca di Wellington a Glasgow

    Viva la Scozia che ha vinto il Turner Prize. Non solo perchè Duncan Campbell sebbene sia irlandese di nascita ha da tempo messo radici a Glasgow, ma anche perché su quattro finalisti ben tre arrivano dalla Glasgow School of Arts e soprattutto perché la Tate ha già annunciato che il prossimo Turner Prize si terrà in terra scozzese (Glasgow of course).

     

    Bisognerà pure ammansirla questa città covo degli indipendentisti, che si riconosce nel paracarro sulla testa di un ridicolizzato monumento equestre al Duca di Wellington.

     

    E bisognerà pure riflettere su quel che sta accadendo a una Londra ridotta a centro commerciale di lusso dell'intero pianeta, palcoscenico del circo milionario di soldi arabi -russi -asiatici e speculazioni immobiliari che svuotano la città. Grayson Perry ha ragione nel protestare e chiedere al sindaco alloggi per giovani artisti ( vedi DAGO ART

     

    Alain Resnais e Chris Marker Alain Resnais e Chris Marker

    Dunque:viva la Scozia, il Turner Prize2014 e Duncan Campbell. Nonostante le stroncature dei londinesi che hanno arricciato il naso di fronte a questa edizione troppo seria e impegnata. Lui poi... un film dal titolo “It for Others” (già presentato nel padiglione scozzese della Biennale 2013), ispirato al capolavoro di Chris Marker e Alain Renais “Anche le statue muoiono” (celebre documentario del 1953 lavorato per tre anni dai due cineasti, schiacciato dalla censura del tempo visto integralmente solo dopo il 1968: un j'accuse contro il razzismo e allo sfruttamento dell'Africa).

    Turner-Prize-2014-installation-shot- Turner-Prize-2014-installation-shot-

     

    Duncan lo rielabora in metaforici e contemporanei cinquanta quattro minuti sui martiri dell'IRA, nei quali ripercorre il capitale di Marx, fa danzare la compagnia di Michael Clark, illustra coreograficamente le teorie economiche, cita esplicitamente Renais&Marker grazie alle statue del British Museum, fino a sfociare nelle cronache del Bloody Sunday.

    Turner Prize il film di Duncan Campbell Turner Prize il film di Duncan Campbell

    Tosto, implacabile, colto, il film ha colpito il cuore dei giudici. Non quello dei critici (soprattutto londinesi) che hanno stroncato Campbell&co come la peggiore short-list di tutti i Turner (Sunday Times). Un premio autoriferito simbolo di un avanguardia anoressica (Apollo magazine) o "le panche sono comode, grazie per il pisolino" (anonimo visitatore). Ma chi dorme non piglia pesci. E nel suo acquario di lusso vuoto di talenti, Londra dovrebbe cominciare a preoccuparsi.

     

     

     

    Mentre di fronte al più prestigioso e generoso premio britannico (25mila sterline) Duncan Campbell (come Yeats il giorno del Nobel) ha commentato solo con secco “How Much?”.

    un film di Duncan Campbell "Bernadette" un film di Duncan Campbell "Bernadette"

     

    Viva la Scozia e i caratteracci irlandesi.

     

     

     

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