Giovanni Del Giaccio per “il Messaggero”
VINCENZO BATTISTI
Torna a casa intorno alle 19, Vincenzo Battisti, fratello più grande di Cesare. Ha creato un'azienda di segnaletica stradale che gestisce con i figli ai piedi del borgo medievale di Sermoneta, il piccolo centro nel quale il terrorista ha vissuto fino al primo arresto, una rapina degli anni 70. La moglie dell'uomo risponde dal balcone di casa: «L' arresto? Hanno risolto i problemi dell' Italia» - dice con ironia, invitando ad aspettare, perché eventualmente parlerà solo il marito. Lui arriva, ferma l'auto sul cancello e si sfoga. Ha sempre difeso Cesare, insieme agli altri familiari, a maggior ragione sembra farlo adesso.
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«Volete saperlo? Mio fratello è una vittima. Sì, una vittima. È stato sempre condannato in contumacia perché i suoi amici pentiti lo hanno accusato, compreso Pietro Mutti che va facendo il signore in giro per il mondo pagato dallo Stato. Siccome Cesare era latitante, diamo la colpa a Battisti e via».
Cosa pensa dell'arresto, allora?
«È un' ingiustizia, non è colpevole, lo stanno accusando di quello che non ha commesso è stato sempre tirato in ballo in contumacia dai pentiti, da tutti».
Non ha commesso reati?
«No e quello che mi dà più fastidio è che hanno sempre rotto a mio fratello, mentre i fascisti che hanno ammazzato e stanno in Brasile nessuno li cerca, perché non cercano pure quelli? Il signor Salvini andasse pure a cercare gli amici suoi».
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Ma lei con Cesare ha parlato in questi anni, cosa le ha detto?
«Mi ha giurato che non ha ammazzato mai nessuno, non s'è mai potuto difendere, ma tutti hanno scaricato su di lui per salvarsi. Anche Torreggiani, che si trova in quelle condizioni non per Cesare ma perché ha sparato il padre. Lui prima ha detto che mio fratello non c'era, poi ha cambiato versione ma se è in carrozzella - e mi dispiace - è perché la pallottola è partita al padre».
Che è stato ucciso, non dimentichiamolo...
«Torreggiani aveva ammazzato uno dei proletari armati per il comunismo, ricordiamolo, che era andato in gioielleria. Loro volevano vendicarsi gambizzandolo, ma lui aveva sempre la pistola, l'ha tirata fuori e loro hanno fatto fuoco, è stato ucciso ma è partito un colpo che ha raggiunto il figlio. E comunque Cesare non c'era».
E quali colpe avrebbe, allora, suo fratello?
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«Le cose le sapete, negli anni di piombo loro combattevano contro quello che poi ha scoperto mani pulite. Contro quelli che governavano e depredavano i soldi alla povera gente».
È evaso dal carcere, poteva restare e difendersi, non crede?
«Fu aiutato dai suoi compagni, nessuno si fece del male, e vennero ad arrestare noi come se fossimo gli autori».
Cosa pensa di Salvini che è andato in aeroporto?
«È un fascista, andasse ad arrestare i suoi amici in Brasile, a cominciare da Saccucci che ha ucciso De Rosa a Sezze».
Lei si sente comunista?
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«Lo sono, da bambino, ma sono comunista per il popolo e non per i signori come quelli moderni che ancora fanno gli opportunisti».
Ha mai parlato con i figli di Cesare? Cosa vi siete detti?
«Sì, ma di queste vicende mai. Sono sempre stati tartassati ingiustamente senza potersi difendere. Ora ci rivolgeremo a un avvocato, vedremo».
Cosa avrebbe da dire suo fratello?
«Farebbe crollare la politica, non hanno mai voluto che parlasse perché sono tutti compromessi».
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