SPIATI CONTI SORELLE MELONI, PERQUISIZIONI E SEQUESTRI
GIORGIA MELONI CON LA SORELLA ARIANNA
(ANSA) - BARI, 11 OTT - È indagato, per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, l'ex dipendente della filiale di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani) licenziato ad agosto per aver spiato i conti correnti di 3572 clienti dell'istituto, tra cui la premier Giorgia Meloni. Ieri, ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura di Bari hanno perquisito la casa dell'ex dipendente e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi.
1. LO STACANOVISTA CHE FACEVA I CONTI IN TASCA A TUTTI “MA IO SONO SOLAMENTE UN MANIACO DEL CONTROLLO”
GUIDO CROSETTO - VERTICE NATO
Estratto dell’articolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”
Nel processo disciplinare si è difeso dicendo di essere «un maniaco del controllo» ma, a chi lo ha interrogato, ha dichiarato di avere agito di sua iniziativa e di «non aver divulgato a terzi le informazioni». Qualche collega, che lo ha conosciuto molti anni fa, lo ha definito «stacanovista». Vincenzo Coviello, 52enne di Bitonto che in una giornata è diventato famoso come lo spione di Banca Intesa, è quello che solitamente si definisce un impiegato modello. Sposato, con due figli, «impeccabile sul lavoro», è stato riferito da chi gli è stato professionalmente vicino.
DANIELA SANTANCHE
«Molto curioso» secondo chi lo frequenta. «Introverso ma anche egocentrico» ha detto un politico bitontino. Qualcun altro, invece, lo ha indicato come «pettegolo», per usare una semplificazione di paese, che però da sola non basta a spiegare il mistero di un anonimo impiegato di banca che è riuscito a violare i conti correnti di ministri e deputati, magistrati e forze dell’ordine, cittadini comuni e sportivi. Iniziando, a quanto sembra, da un’insana curiosità nei confronti della situazione patrimoniale di alcuni parenti e finendo a politici, magistrati e chi più ne ha più ne metta.
GIOVANNI MELILLO
Del suo caso, nell’istituto di credito per cui lavorava fino alla scorsa estate, si vociferava da tempo. Nel procedimento disciplinare di cui è stato protagonista […] sarebbe stato Coviello stesso a cercare di discolparsi dicendo di essere un maniaco del controllo. Il cinquantaduenne ha ammesso ciò che ha fatto, provando a limitare i danni: «Non ho più fatto interrogazioni da ottobre 2023, dopo essere stato richiamato dal direttore, in seguito ai primi controlli». Ma questa sarebbe una menzogna, perché è stato rilevato che ha continuato fino all’aprile scorso. Ha inoltre chiarito di «non avere mai scaricato documenti» e di non essere stato il terminale di nessuna richiesta dall’esterno.
IGNAZIO LA RUSSA CON UN CANE
Ma questo non è bastato ad evitargli i guai professionali, che si sommano a quelli penali collegati all’inchiesta che la procura di Bari sta conducendo per accesso abusivo a sistema informatico e ai dati finanziari delle istituzioni […] Coviello è molto conosciuto a Bitonto e anche a Bisceglie […] Si occupava di credito alle aziende del comparto alimentare, ufficialmente aveva accesso a conti milionari. […]
2. IL BANCARIO INSOSPETTABILE
Estratto dell’articolo di Irene Famà per “La Stampa”
luca zaia sul palco di pontida foto lapresse
Insospettabile. Dietro il suo sportello di una filiale di Intesa Sanpaolo spiava i conti correnti di persone illustri. Illustrissime. La premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, il suo ex compagno Giambruno. E ancora. I ministri Daniela Santanché e Guido Crosetto. Il procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo e carabinieri e militari della Guardia di finanza. Quello di Vincenzo Coviello, cinquantenne di Bitonto, era un monitoraggio quotidiano. Settemila gli accessi abusivi effettuati dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024: trecento al mese, circa quindici al giorno, su oltre 3500 clienti portafogliati di 679 filiali sparse in tutta Italia. Sbirciava, questo è certo.
RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO
Perché? Per chi? Difficile credere alla semplice ossessione. Alla raccolta spasmodica di dati solo per farsi "grande" con gli amici al bar. Secondo i primi accertamenti della procura di Bari, guidata da Roberto Rossi, Coviello avrebbe consultato conti correnti e anagrafiche. Ma quei dati non li avrebbe né scaricati né condivisi con altri della banca né salvati su supporti informatici. Insomma: nessun dossier mirato da condividere come quelli del caso Striano, l'ex tenente della finanza indagato per aver scaricato migliaia e migliaia di file segreti dalle banche dati della Dna e delle forze dell'ordine.
PASQUALE STRIANO
Vincenzo Coviello […] «Quei dati li ho consultati perché è il mio lavoro farlo», avrebbe detto per giustificarsi. Eppure l'alert è scattato lo stesso. A banca Intesa Sanpaolo funziona così: il dipendente «autorizzato» gestisce i dati della clientela e i sistemi di controllo automatizzati monitorano i comportamenti e segnalano quelli anomali. Ad esempio, se una stessa persona viene cercata troppe volte. Insomma, se le consultazioni assumono un particolare rilievo quantitativo o qualitativo. A quel punto scatta l'allarme.
E così è stato per Coviello. Gli analisti informatici del mega centro di controllo che monitora i flussi telematici di tutto l'istituto bancario da Moncalieri, comune alle porte di Torino, riscontrano le anomalie. E la banca avvia un'indagine interna. A seguire il procedimento disciplinare, che è una procedura lunga e scrupolosa. Poi il licenziamento lo scorso 8 agosto.
michele emiliano
[…] Consultazioni random per mera curiosità? Dai primi accertamenti, risulta che Coviello abbia tenuto sotto controllo guadagni e spese di politici, magistrati, sportivi, esponenti delle forze dell'ordine. E l'elenco è davvero lungo. Compaiono, così raccontano le prime informazioni, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, l'ex ministro Raffaele Fitto, ora alla Commissione Ue, il governatore della Puglia Michele Emiliano e quello del Veneto Luca Zaia e il procuratore della Repubblica di Trani Renato Nitti.
Vincenzo Coviello era seriale. Non ha scaricato o copiato nulla, è vero. Ma quei dati, in gran segreto, nascosto dietro il computer e dietro quella teca di vetro che separa i dipendenti dai clienti, li ha consultati. Forse appuntati. E ora gli investigatori dei carabinieri della procura di Bari stanno cercando di ricostruire la questione. Di risalire ai possibili mandanti. E di capire se il funzionario ha agito da solo o con l'aiuto di qualcuno.
CARMELO MIANO AL COMPUTER NEL SUO APPARTAMENTO
I numeri di questa sorta di spy story sembrano enormi. E lo sono, se messi a confronto di un insospettabile funzionario. […] E c'è chi si spinge a ipotizzare un coinvolgimento degli investigatori privati.
Faro degli inquirenti, che hanno acquisito documenti e file e continuano ad ascoltare testimoni, anche su eventuali pagamenti o altre utilità. E la storia, con i dovuti distinguo, ricorda anche quella di Carmelo Miano, l'hacker di Gela che dalla sua camera a Roma, a 24 anni, ha violato i server del ministero della Giustizia e ha messo le mani su fascicoli coperti da segreto di quattro procure. «Ho rubato le email dei pm perché avevo attacchi d'ansia», avrebbe detto agli investigatori della procura di Napoli.
Ansia. Curiosità. Poi c'è chi ipotizza un grande complotto. E chi pensa a diversi mandanti impegnati a intercettare le persone giuste al posto giusto. Per ottenere le informazioni che desiderano.