Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per www.corriere.it
vincenzo soprano - ex ad di trenitalia
«Il mio assistito è gia a Rebibbia. Lo ha accompagnato questa mattina una persona del mio studio». L’avvocato Alberto Mittone sta parlando di Vincenzo Soprano, ex amministratore delegato di Trenitalia, classe 1957, condannato ieri sera in Cassazione in via definitiva per la strage di Viareggio: 4 anni e due mesi. Per ottenere le misure alternative al carcere, la pena dev’essere inferiore ai 4 anni. E lui ieri è stato l’unico ad avere una condanna che, appunto, fosse oltre questo limite.
Gli altri imputati, nelle sue stesse condizioni (fra loro anche Mauro Moretti, l’ex ad di Ferrovie), potranno giocarsi ancora una chance con un nuovo processo che dovrà ricalcolare le loro pene, anche in questo caso superiori ai 4 anni. Ma per adesso, Soprano è l’unico imputato a pagare con questo primo giorno di carcere per la strage di Viareggio: 32 morti (tra i quali 3 bambini piccoli), 25 feriti gravi e un quartiere intero raso al suolo dall’esplosione e dalle fiamme.
Avvocato Mittone, come commenta questa decisione di ieri sul suo assistito?
STRAGE VIAREGGIO 7
«Come vuole che commenti... La Corte d’Appello di Firenze ha scelto di dargli 4 anni e due mesi e oggi, dopo quasi 15 anni, quest’uomo, incensurato, ex amministratore delegato di una grande azienda italiana, persona per bene e mite, finisce in carcere. Secondo lei è una cosa normale? Se fosse omicidio volontario, se fosse un uomo che ha ucciso la moglie... capirei una condanna dopo 15 anni, ma qui...».
Sta dicendo che a Firenze gli hanno dato 4 anni e 2 mesi proprio pensando al fatto che non avrebbe avuto misure alternative al carcere?
«I giudici sanno bene che quei due mesi fanno la differenza. Ma su questo processo sarebbero molte le cose da dire. Io, per esempio, le devo dire che durante tutte le udienze sono rimasto turbato».
vincenzo soprano - ex ad di trenitalia
Turbato da cosa?
«Dalle fotografie delle vittime indossate dai loro parenti in aula. Nei processi, può piacere o non piacere, vige il linguaggio giuridico. Le parole del dolore non sono uguali a quelle giuridiche. E a volte la commistione tra le due cose può creare distorsione. Comunque: ormai i magistrati hanno deciso che lui ha torto e vediamo come sapranno motivarlo. Io sono turbato anche da una società che, per due mesi, manda in galera un incensurato dopo quasi 15 anni. Ma lasciamo stare... è una battaglia perduta. Bisognerebbe affrontare un tema fondamentale di cui nessuno parla e cioè il ruolo delle emozioni nel giudicare».
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Che cosa faceva Soprano oggi?
«È in pensione anche se dimostra molti meno dei suoi anni. È cintura nera di karate, sta fisicamente bene».
mauro moretti
Lui e la famiglia si aspettavano questa decisione? Li aveva preparati?
«È da mesi che glielo dicevo: sappiate che se la Cassazione rigetta il nostro ricorso, lui andrà in carcere. Quindi sì, era ampiamente preparato, assieme alla sua famiglia. tenga conto che questa è la seconda volta in Cassazione. E anche l’altra volta la famiglia ha vissuto la stessa ansia. Si può mai tenere sulla graticola le persone in questo modo?»
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VINCENZO SOPRANO vincenzo soprano - ex ad di trenitalia