1 - STAZIONE DI RIPARTENZA
Roberto Perrone per il “Corriere dello Sport”
max allegri
Non c’è stato il “patto di Sassuolo” (o pronunciamento analogo), perché la Juventus non viene da una sconfitta imbarazzante, come nel 2015. Ma forse non c’è stato neanche allora. Comunque la domanda, alla vigilia del derby di Torino numero 153, è la stessa di sei anni fa, quando i bianconeri partirono malissimo: la Juventus può essere riammessa nel club scudetto?
Certo, la Juventus rientra sempre, rientra per definizione, è la presenza più costante nel calcio italiano, anche se talvolta ha dei momenti di lontananza come dal 1986 al 1995, da Michel Platini ad Alex Del Piero. Rientra anche quando parte male. Rientra soprattutto quando la diamo per spacciata (2006-2011).
Fenomenologia di una possibile risalita tra cronaca e storia. Oggi c’è il derby e, sebbene Madama venga da quattro vittorie nelle ultime cinque partite e soprattutto quella sul Chelsea, tra sofferenza e spirito di gruppo, le abbia restituito, al di là delle considerazioni tecnico-tattiche, un pezzo di juventinità perduta, questo incrocio con i dirimpettai granata si preannuncia come uno dei più pungenti degli ultimi anni.
juve chelsea
Ivan Juric è imbattuto nelle ultime tre sfide con la Juventus e, cinque anni fa, il 27 novembre del 2016, alla guida del Genoa inflesse a Max Allegri una delle sconfitte più pesanti del suo percorso juventino, imponendosi per 3-1. Juric è un allievo di Gasperini, le sue squadre lottano e aggrediscono con ostinazione e sono sempre solide e organizzate.
urbano cairo ivan juric
Torino e Juventus, poi, hanno gli stessi punti in classifica (otto) per la seconda volta in 28 anni. Inoltre si gioca all’Olimpico Grande Torino dove si è verificata l’unica vittoria granata degli ultimi 30 derby giocati in serie A: il 26 aprile del 2015, 2-1 con gol di Andrea Pirlo (giocatore) e ribaltamento operato da Darmian e Quagliarella. Allegri in panchina. Purtroppo oltre che sul campo si duellò anche sulle tribune. Brutto spettacolo. Quindi siamo in presenza di un derby pericoloso per la Juventus, e non è un caso che Max Allegri abbia sentenziato che «il Torino è più difficile del Chelsea».
chiellini allegri
La domanda è sempre lì: la Juventus può rientrare? Certo, perché la storia sorregge la cronaca. La memoria va al derby successivo a quello dell’unica sconfitta, di cui abbiamo parlato, giocato sabato 31 ottobre 2015 allo Stadium. Nel turno di campionato precedente, il 28 ottobre, Madama era affondata malamente a Sassuolo, Chiellini era stato espulso, Buffon aveva commentato la sconfitta a modo suo: «A 38 anni non voglio fare figure da pellegrino».
Dopo quel turno infrasettimanale di campionato Inter e Napoli erano a più nove, la Roma a più undici. Il 31 ottobre Madama affronta il Torino pensando, più che alla rimonta, a non subire ulteriori danni. Vince, superando il Toro 2-1 con un gol di Cuadrado al 93’, dopo vantaggio di Pogba, pareggio di Bovo e occasioni per vincere di qui e di là. Il furetto colombiano annuncia, dopo il successo: «Questa è la svolta». Profetico. Madama ci mette del suo: vince le quindici partite successive, l’ultima della serie, contro il Napoli, il 14 febbraio, la rimette in testa alla classifica dopo 259 giorni. Il gol lo segna Zaza che rivela: «Dopo Sassuolo i senatori si sono fatti sentire».
lo sbrocco di max allegri
I precedenti a sostegno ci sono ma ci sono anche gli avversari. E la Juventus dovrà affrontarli, a cominciare dal Torino in questa sera d’ottobre e poi tutti gli altri. Può ritornare? Certo, i punti a disposizione ci sono, questa è solo la settima giornata. Ma, come abbiamo già scritto, questo campionato ha aumentato il numero dei contendenti. Così, da quello che si vede, potrebbe essere il secondo del Terzo Millennio, dopo quello del 2001-2002 con un arrivo in volata, cioè con più di due sfidanti.
E allora la Juventus, se vuole coltivare la sua ambizione, deve vincere oggi e poi continuare, dopo la sosta, due delle Sette Sorelle, la Roma di Josè Mourinho e con l’Inter di Simone Inzaghi. Deve dimostrare in queste partite di essere squadra, di avere attenzione e determinazione, finora offerte solo a squarci. Dovrà subire meno gol di quelli che ha preso, dovrà sbagliare di meno. E potrebbe non bastare, se non ci sarà un rallentamento collettivo di chi sta davanti. Ma questo si vedrà. Intanto il derby. La stazione di (ri)partenza è qui.
ivan juric urbano cairo
2 - IL TORO SI AFFIDA AL "METODO JURIC" IL MISTER SA COME FERMARE LA JUVE
Federico Danesi per “Libero quotidiano”
Cosa significhi il derby lo ha imparato sulla sua pelle da giocatore prima e da allenatore poi. Ma sa anche come battere la Juve e questo, nel curriculum di Ivan Juric, conta assai. A Genova ha capito cosa significa vivere due vigilie che nulla c'entrano con il resto della stagione, adesso lo sta assaporando a Torino e mai come negli ultimi anni i tifosi granata pensano che sia fiducia ben riposta.
massimiliano allegri 5
Ivan Juric contro Massimiliano Allegri, tutto già visto e già vissuto. Al primo confronto personale, 3-1 per lui. Mezz' ora di agonismo e spettacolo puro, condito da tre reti (due a firma Simeone) e tanti saluti al blasone di una Juve che comunque sarebbe andata a vincere lo scudetto. Ma tanto bastò pere capire che il tecnico croato sapeva e sa ancora come rendere la vita difficile al collega. Una volta poteva essere un caso, la seconda ha significato anche una conferma.
Questa volta sulla panchina del Verona, ma senza Max come avversario. Era la seconda versione dei bianconeri griffati Cristiano Ronaldo e nel febbraio 2020 finì 2-1 grazie ad un rigore di Pazzini a poco dalla fine. In tutto comunque negli scontri diretti con Max, due vittorie per Allegri, una per Juric e un pareggio. E se il livornese con il Toro va sempre o quasi a nozze, quando incrocia il croato si racconta una storia diversa.
LA CARICA
federico chiesa juventus empoli 1
Sarà così anche oggi? Juric intanto carica la città, che sente già sua: «Oggettivamente siamo su due livelli diversi, ma sento che questo derby non è come quello di Genova. Mi sembra che qui la vera squadra sia il Toro. Mentre a Genova la città era divisa a metà, qui è il Toro. Ma sono nuovo e devo imparare a conoscere l'ambiente. La Juventus comunque è squadra di assoluto valore. Ha grandi giocatori, ha ritrovato risultati e spirito».
Quando ragionerà sulla formazione, ma ha avuto molto tempo per farlo dopo la trasferta di Venezia, dovrà immaginare un undici diverso da quello che aveva disegnato ad inizio stagione. Belotti non ce la fa a recuperare, in fondo si era capito benissimo anche dalle convocazioni di Mancini per la Nations League.
Lui però scuse non ne cerca: «Nelle ultime giornate abbiamo fatto tanti passi in avanti. Se non siamo cattivi il giusto, il derby è già perso, ma si devono aggiunge qualità tecniche e individuali, metterci la fame, segnare sui calci piazzati».
juric
Qualcuno gli ricorda che in fondo Allegri gli deve un favore, perché se la Juve gioca in Champions è grazie al suo Verona che ha bloccato il Napoli nell'ultima recita della passata stagione, ma lui non raccoglie: è nella sua cultura sportiva, quella che ha imparato da Gasperini (juventino doc, lo dice la sua storia personale).
Però sa bene che da solo, il Toro potrebbe non farcela: «Mi sono bastati 5 minuti contro l'Atalanta per sentire il grande coinvolgimento dei tifosi. Non ho visto le cose negative che c'erano prima. Nel derby i tifosi devono darci la spinta come hanno fatto con la Lazio e ne servirà ancora di più. Sempre meglio sentire sostegno invece di critiche». Chiamatelo pragmatismo in salsa croata.