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    IL MONDO DEL VINO E’ FEMMINILE, PLURALE – UN LIBRO DI CINZIA BENZI RACCONTA UNDICI STORIE DI DONNE DEL VINO – LA SCRITTRICE CAMILLA BARESANI: "L'IMMAGINARIO MASCHILE HA PRODOTTO L'IDEA CHE IL VINO FOSSE UNA COSA DA UOMINI. LA RAPPRESENTAZIONE DI LETTERATURA E CINEMA ERA POPOLATA DI VECCHIE UBRIACONE" - LA PREFAZIONE DELLO CHEF BOTTURA


     
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    VINO FEMMINILE PLURALE 3 VINO FEMMINILE PLURALE 3

    Cristiana Lauro per Dagospia

     

    La prefazione del nuovo libro di Cinzia Benzi "Vino: femminile, plurale", non poteva che essere di Massimo Bottura giacché l'intero ricavato delle vendite è destinato all'organizzazione no profit "Food for soul" fondata dallo chef, gloria italiana nel mondo dell'Osteria Francescana a Modena.

     

    E Bottura per iscritto - perché ha bucato la presentazione di Milano per sovrapposizione di impegni - va al dunque subito e dice: "Il bello senza il buono non è bello per niente, così come il buono ha bisogno del bello per recapitare il suo messaggio". E ripercorre velocemente i ricordi delle donne più importanti e presenti nella sua vita, quelle che hanno permesso, con la creatività costellata di grazia che si ritrovano per genesi, l'unione sacrosanta e legittima fra il bello e il buono.

     

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    Camilla Baresani, egualmente piena di grazia, a partire dalla scrittura, si sporge saggia fino a parlare di femminilizzazione del mondo del vino, una rivoluzione pacifica che passa attraverso degustatrici - di indiscutibile talento, aggiungo io - donne che vendono il vino, lo promuovono e lo producono o ne scrivono.

     

    Ma sono sempre di più. "L'immaginario che era maschile, ha prodotto l'idea che il vino fosse una cosa da uomini...la rappresentazione che teatro, letteratura e cinema hanno fatto era popolata di vecchie ubriacone tristi, casalinghe inquiete dai lineamenti sfigurati dall'alcol"...

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    Quante cose sono cambiate nella percezione dalla fine del Novecento e Cinzia Benzi, che scrive per farsi capire, ce lo dimostra attraverso la selezione di undici storie raccolte fra le donne del vino.

     

    Da Silvia Maestrelli sull'Etna, a Cristina Ziliani in Franciacorta e poi il bellissimo racconto di Camilla Lunelli, fluito attraverso il volontariato in Africa insieme al compagno di vita e padre dei suoi figli.

     

    Storie di lavoro duro e di coraggio, perché la passione da sola non sopravvive agli eventi, sarebbe troppo facile. La passione spiega, ma non è da sola sufficiente a colpire gli obiettivi per raggiungere i traguardi.

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